“Viva i Pokémon tosti e prorompenti, tutti differenti gotta catch em all. Ogni Pokémon è più scoppiettante, furbo e accattivante, viva i Pokémon”
Chi non ricorda queste parole? Cantava così Giorgio Vanni il ritornello del primo cartone animato dei Pokémon, in onda nel 1999. Quell’anno fu fatta la Storia, non solo per la generazione degli anni ’90 ma anche per lo stesso cantautore che, assieme alla sigla di Dragonball, vide esplodere il suo successo. Giorgio Vanni era già avviato nel campo della composizione musicale, tanto che nel 1992 aveva partecipato anche a Sanremo.
Eppure i più giovani lo conoscono senz’altro per le sigle dei cartoni animati che ancora oggi riecheggiano nei loro ricordi. Oltre ad aver composto e scritto un centinaio di sigle, ha duettato anche con la mitica Cristina D’Avena in più di un’occasione, aggiudicandosi di diritto un posto memorabile nei nostri cuori. Tuttavia la domanda sorge spontanea: perché siamo innamorati pazzi delle sigle di Giorgio Vanni?
Le parole del primo cartone dei Pokémon sono un giusto pretesto per descrivere appieno l’arte del cantautore e il suo stampo musicale. Le sue sigle erano espressione di un panorama musicale Dance. Tuttavia il suo punto di forza risiedeva nella loro tanto semplice quanto funzionale struttura. Sebbene le sue sigle non fossero così diverse, da cartone a cartone, erano tutte allo stesso modo accattivanti, e rendevano ogni Serie animata unica e differente. Proprio come espresso nel ritornello dei Pokémon, in una parola: scoppiettante.
“C’è un ragazzo laggiù, proprio come sei tu, ardito e fiero. Vuole la libertà e per ciò dovrà sbaragliare un grande impero. Tutto grinta e lealtà, pieno di volontà, è già un guerriero”
È proprio questa la parola che più si avvicina alle sue composizioni. Le sigle erano scoppiettanti e accattivanti. Rapivano l’attenzione e il cuore di ogni bambino che passava i pomeriggi a guardare quei cartoni indimenticabili. La sigla di apertura accompagnava lo spettatore nel fulcro del tema preso in esame e spesso le tracce parlavano anche di valori importanti: bontà d’animo, determinazione, qualità personali e ogni aspetto fondamentale per la crescita di un bambino. Per far arrivare tali messaggi al mittente era necessario usare parole semplici condite da toni frizzanti e movimentati. Il tutto senza uscire fuori tema e raccontando gli elementi chiave del cartone.
Un aspetto importante riguarda senz’altro l’immedesimazione. Per noi, cresciuti negli anni ’90, le sigle di Giorgio Vanni hanno rappresentato una fuga, un’evasione dalla realtà. La forza delle sue sigle permetteva di immedesimarsi nel prodotto e viverlo in prima persona. Le sue canzoni erano sature di una forza trainante che ci colpiva al cuore e permetteva di sognare.
“Ogni mistero per Conan non è più un mistero, distingue il falso dal vero con abilità. Caso per caso risolve seguendo l’istinto e non si dà mai per vinto così ce la fa, Conan!”
Questo è forse il più grande pregio di Giorgio Vanni: averci permesso di sognare. Grazie alle sue canzoni abbiamo vissuto avventure all’insegna dell’amore e dell’amicizia. Abbiamo solcato i sette mari, sconfitto la Lega Pokémon, siamo diventati Super Sayan, siamo riusciti a riunire i cinque pezzi di Exodia, abbiamo lanciato la nostra trottola e risolto casi impossibili.
Queste e mille altre avventure scandite da ogni sua parola e ogni sua nota ci hanno accompagnato nella crescita. Tuttavia non finisce qui: grazie a lui sono entrati nel nostro cuore anche i simpatici animali pazzi e scatenati dei suoi cartoni. Ne abbiamo più esempi in Keroro, Maledetti Scarafaggi e Kurochan. Animali con cui abbiamo riso ed empatizzato. Ricordiamo tutti la canzoncina di Maledetti Scarafaggi, vero?
Inoltre abbiamo amato Giorgio Vanni anche per la più celebre delle sue collaborazioni. Parliamo proprio di Rossana, cantata insieme alla strepitosa Cristina D’Avena, altro importante pilastro della nostra infanzia. Seppur più tendente verso un pubblico femminile, Rossana per la sua spontaneità e semplicità nel raccontare le vicende scolastiche e sentimentali è risultata adatta a tutti.
“…What’s my destiny…”
Per concludere, la ciliegina sulla torta non poteva che riguardare lui. Colui che tutti abbiamo amato e sognato di emulare almeno una volta nella vita. Parliamo del memorabile figlio di Toriyama, Son Goku, protagonista principale di Dragonball. “What’s my destiny” così recitava la sigla di Dragonball Z e negli anni tutti abbiamo rivisto più volte il destino di Goku. Un destino accompagnato dalle parole di Giorgio Vanni che ci ha esortato a trovare le sfere del drago e scoprire il nostro cammino nella vita. Ma quale è stato il destino del cantante?
Ora Giorgio Vanni, con il suo gruppo “I figli di Goku”, si dedica a concerti e Dj set cantando le sue strepitose creazioni.
Purtroppo oggi i bambini non possono più emozionarsi con le sue sigle. Tuttavia in fondo è giusto così. È giusto che rimanga un’icona indelebile per noi. Un’icona tanto forte da essere custodita gelosamente. Un uomo che con la sua voce ha permesso a migliaia di bambini di emozionarsi e di continuare a farlo a distanza di anni, risentendo le sue note. Giorgio Vanni con il giusto ritmo e la giusta energia trainante è riuscito a unire una generazione che per questo non smetterà mai di ricordarlo e ringraziarlo.
Con questo mio tributo, volgo a te la mia attenzione e ti ringrazio, anche se con fredde parole. Ti ringrazio per esserci stato. Ma soprattutto, ti ringrazio per avermi dato la possibilità di amare come un pazzo le tue sigle.