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5 Serie Tv in cui ci siamo sempre immaginati da adolescenti (e chi dice il contrario mente)

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Ah, che bella l’adolescenza, periodo di primi amori, tante speranze e poche responsabilità. Certo, per quanto mi riguarda è stato anche il periodo degli outfit assolutamente poco raccomandabili, ma questa è un’altra storia. Dicevamo: amori, speranze e poche responsabilità, ma anche voglia di crescere e di sentirsi grandi, di immaginarsi in mondi altri che sembrano sempre migliori. E in questo io, adolescente dei tardi anni Zero/primi anni Dieci, mi sono affidata moltissimo alle serie tv. Tra una chiacchierata al telefono con le amiche, un’uscita e la mia dose di compiti a casa, ero infatti in adolescenza così come oggi un’instancabile fruitrice di serialità, da quella contemporanea dell’epoca come Glee alle serie che, pur non essendo attuali in quel momento, erano arrivate fino a me, come Beverly Hills 90210. Le guardavo, le riguardavo e mi immedesimavo, soprattutto nelle serie adolescenziali o nelle quali c’era qualche pseudo-coetaneo da ammirare e spesso anche invidiare. Ma non credo di essere stata sola nei miei viaggi seriali mentali anzi, sono abbastanza sicura di essere in buona compagnia.

E quindi, oggi come allora, intraprendiamo insieme un viaggio tra le serie tv in cui ci siamo sempre immaginati da adolescenti. E chi prova ad affermare il contrario, con buona probabilità sta mentendo.

1 – Dawson’s Creek

Dawson's Creek
Dawson’s Creek (640×360)

Cominciamo dalla serie tv meno recente compresa in questa lista: Dawson’s Creek. Terminata nel 2003 quando io ero ancora una bambina di otto anni, riguardarla in adolescenza ha catapultato la mia immaginazione dritta a Capeside, pronta a fare amicizia con Dawson e la sua cricca. I protagonisti della serie rappresentano quattro diverse tipologie adolescenziali: Dawson è un romantico sognatore, Pacey un ribelle dal cuore tenero, Joey è la classica ragazza della porta accanto mentre Jen quella più trasgressiva e precoce. Ed è proprio per il modo in cui Dawson’s Creek sviluppa i personaggi che, fin dal principio, tutti – soprattutto in adolescenza – possono riconoscersi e immedesimarsi in loro e nelle loro storie. Personalmente mi sono sempre vista molto bene nei panni di Joey Potter, senza la barchetta ma con una voglia di fare e di scoprire che spesso si scontrava con il mio essere timida e impacciata. E poi, scusate, chi è che non ha mai sognato di incontrare il suo Pacey Witter?

2 – The O.C.

Glee
The O.C. (640×360)

Ma tra le serie adolescenziali nelle quali io – e anche voi, lo so – mi sono ripetutamente immaginata, un posto d’onore va riconosciuto anche a The O.C., che ci ha fatto viaggiare fino a Orange County, in California. Se dovessi scegliere quale scena di questa serie ho sperato di vivere più volte, non esiterei un secondo: episodio 1×01, il primo incontro tra Ryan e Marissa. Il botta e risposta “E tu chi sei?” “Chiunque tu vuoi che io sia” è rimasto nell’immaginario di tutti coloro che sono cresciuti guardando The O.C. e rappresenta l’inizio di una storia d’amore dal finale tragico, ma che non per questo ha perso il favore del pubblico. Non so nemmeno contare quante volte da adolescente io abbia immaginato di essere fuori casa mia e di incontrare un bellissimo ragazzo biondo pronto a rivoluzionarmi la vita. Spoiler: non è successo. Ma anche se col senno di poi mi rendo conto che sarei stata una persona molto più adatta a Seth Coen che a Ryan Atwood, io ricordo ancora l’emozione con la quale immaginavo che sì, gli incontri di questo genere possono accadere, sperando che succedesse anche a me.

3 – Glee

Glee
Glee (640×360)

Eccoci arrivati a metà di questa lista e al momento di una confessione che un po’ mi vergogno di fare, ma un po’ anche no: da adolescente ho immaginato infinite volte di essere nelle Nuove Direzioni, tra i protagonisti di Glee. L’uscita di questa serie coincide con l’anno in cui ho cominciato il liceo, e già la sola idea di vedere una scuola americana piena di attività extracurriculari e addirittura con un Glee Club mi faceva sognare. Ma il punto è anche e soprattutto un altro: io passavo il mio tempo a immaginarmi nelle performance dei personaggi. Immaginavo di uscire dalla mia aula nel bel mezzo di una noiosissima lezione di fisica, pensando a chissà quale delusione sentimentale, e di cominciare a cantare Fireworks di Katy Perry o Don’t stop believin’ dei Journeys. E immaginavo che a un certo punto dalle altre classi cominciassero a uscire persone a fare da coro e a seguirmi in qualche coreografia improvvisata. Camminavo per il corridoio durante l’intervallo e sognavo che qualcuno cominciasse a cantare. Insomma, io da adolescente non ho solo guardato Glee, mi ci sono immersa con tutti i panni. Immagino di non essere stata l’unica: e allora magari, prima o poi, una bella performance la organizziamo davvero.

4 – Una mamma per amica

Una mamma per amica (640×360)

Una mamma per amica è solo in parte una serie adolescenziale, ma ciò non toglie il fatto che sia uno di quei prodotti nella cui realtà tutti abbiamo prima o poi immaginato di vivere. Partiamo da un presupposto di base: l’ambientazione. Stars Hollow è una tranquilla cittadina del Connecticut, la classica piccola comunità nella quale tutti si conoscono e tutti sono in qualche modo legati l’uno all’altro. Un contesto che può sembrare stringente, sì, ma che in Una mamma per amica è raccontato con un calore umano difficile da trovare in altre serie. Poi c’è il rapporto tra le protagoniste, Lorelai e Rory, mamma e figlia che però sono anche confidenti l’una per l’altra, cosa che in un periodo come l’adolescenza è spesso un lontano miraggio. Nel momento in cui la norma è lottare con i propri genitori per uscire più spesso o tornare più tardi, vedere la libertà di Rory e la possibilità di avere un rapporto così aperto con sua madre era già di per sé un ottimo motivo per immaginare di vivere a casa Gilmore. Ma per me, e credo anche per tanti altri giovani simili a me, c’era anche un elemento in più: Rory stessa, una ragazza tranquilla, studiosa, che però riusciva anche ad avere successo con i ragazzi e a ritagliarsi il proprio posto nel mondo in un periodo complesso. Vedere Rory farcela, cadere e rialzarsi, mi faceva immaginare di poter essere un po’ come lei. E anche se oggi forse la sua perfezione mi dà quasi sui nervi, all’epoca è stato un personaggio con cui è stato bello confrontarsi.

5 – I Cesaroni

I Cesaroni (640×360)

Dulcis in fundo, dopo Glee e altre tre serie tv che sono state perni adolescenziali a livello internazionale, concludiamo con un gioiellino nazional-popolare nel quale quindici anni fa mi sarei trasferita senza pensarci due volte: I Cesaroni. Durante l’adolescenza le cotte più o meno passeggere e gli amori veri e propri sono pane quotidiano, pensiero fisso dal quale non ci si stacca né ci si vuole staccare. Volevo andare a scuola per incontrare il ragazzo che mi piaceva, tornavo a casa e pensavo a lui, uscivo la sera sperando di incontrarlo per strada: ecco, I Cesaroni ovviavano a tutti questi pensieri e tentativi perché portavano l’amore dritto in casa, nella stanza a fianco. Marco ed Eva prima, Rudy e Alice poi, sono stati protagonisti di storie d’amore nate tra le mura domestiche, di rapporti ibridi tra amicizia e fratellanza che poi finivano per diventare qualcosa di più e che si dovevano tenere nascosti per non creare scandali, cosa che li rendeva ancora più eccitanti. L’idea di vivere una situazione del genere, di ritrovarsi adolescenti sotto lo stesso tetto con l’amore della propria vita, era per l’epoca un vero e proprio sogno. E anche se ad oggi, riflettendoci, mi sembra una cosa abbastanza inquietante, all’epoca mi sembrava il paradiso. E se è successo anche a voi, sappiate che non siete soli.