Cosa ci spinge a interrompere la visione di una serie tv? Le motivazioni possono essere le più molteplici e disparate; da quelle più soggettive, come l’aver iniziato a guardare una serie con una persona che ora non fa più parte della nostra vita e che, andando via, ha portato con sé non solo il nuovo servizio di piatti ma anche la voglia di continuare la visione di ciò che potrebbe riportare alla mente tutti gli errori della nostra esistenza. Altra ragione da non sottovalutare è da ricercare nella vastità di scelta a cui i vari servizi streaming ci hanno abituati, spingendoci a non accontentarci della prima che capita ma ad ambire sempre a qualcosa di meglio. Ci sono poi le ferme posizioni di quelli che potremmo definire gli hipster dello streaming, coloro che per principio interrompono la visione di una serie quando questa diventa alla portata della massa. E esiste infine la più inequivocabile delle motivazioni, rappresentata dai segnali che la serie stessa ci invia, e che fanno scattare in noi un campanello d’allarme: sono le cosiddette red flags, i segnali chiari e evidenti che la trama a cui tanto eravamo affezionati sta andando lentamente alla deriva. A quanti personaggi a cui eravamo affezionati siamo disposti a rinunciare prima di mettere una pietra sopra al medical drama Grey’s Anatomy? Possiamo davvero parlare di red flags senza citare il parto podalico di Alicia Sierra? (e le numerose altre trashate de La Casa di Carta, che vi riproponiamo qui).
Che si tratti di Grey’s Anatomy o La Casa di Carta (o entrambe o nessuna di queste), quelle che vi proponiamo di seguito sono sicuramente 5 red flags inequivocabili che, probabilmente, vi faranno desistere dal continuare la visione di una serie tv
1. La trama lenta e ripetitiva
Al primo posto tra le ragioni che ci fanno interrompere la relazione con una serie tv c’è sicuramente la trama che fatica a evolvere, risultando lenta e ripetitiva. Questo rischio è molto alto in quelle serie composte da un numero irragionevole di stagioni tanto quanto in quelle con una sceneggiatura debole che stenta a decollare, rimanendo incollata a se stessa e non offrendo quasi nulla di nuovo nelle varie puntate che si susseguono. Quante volte avete controllato i social durante la visione di una serie tv? Questo è un chiarissimo segnale che la trama non è abbastanza coinvolgente (l’equivalente di un pugno in un occhio, vero Luke Cage?)
2. Basso livello di qualità/recitazione
Altro elemento che ci spinge ad accantonare una serie tv prima ancora che questa dia il suo meglio è rappresentato dalla qualità del prodotto; tornando ancora una volta al discorso sulla vastità di scelta e alle numerosissime produzioni di alto livello a cui i vari servizi streaming ci hanno abituati, non siamo più disposti a guardare una serie che ci convince a metà, non superando appieno la prova dell’efficienza qualitativa di fotografia e recitazione. Ragion per cui in molti storcono il naso di fronte alle fiction nostrane Mediaset o Rai (seppur quest’ultime siano state rivalutate negli ultimi tempi), che non dispongono certamente dello stesso capitale investito da più grandi colossi internazionali, finendo così per sacrificare piccoli dettagli qualitativi che fanno la differenza.
3. Personaggi che si distaccano dalla propria caratterizzazione originaria
L’immagine scelta per questo punto è sicuramente una provocazione, ma è anche la più nota critica che è stata mossa alla sitcom The Big Bang Theory, ovvero quella di spersonalizzare i suoi protagonisti per andare incontro ad esigenze di ascolti e di network. Questi cambiamenti, riscontrabili in diverse serie tv, sono red flags che spingono molti affezionati spettatori a cambiare opinione anche su prodotti che guardavano con piacere poiché, quella categoria specifica in cui riuscivano ad identificarsi, viene a mancare insieme all’ideologia stessa di quella caratterizzazione (vi riproponiamo qui l’esempio appena citato di come The Big Bang Theory abbia diviso la sua fanbase).
4. Eventi improbabili che rendono la trama poco credibile
Tra le red flags a cui è molto complicato non dar retta c’è la comparsa di eventi così improbabili da rendere la trama poco credibile, allontanandosi vistosamente dalla verosimiglianza iniziale della serie tv. Un esempio lampante è rappresentato dalla piega presa da La Casa di Carta, in cui gli eventi fuori dalla più probabile logica sono diventati così numerosi da finire per essere identificativi della serie stessa. Un’altra nota serie spagnola che presenta gli stessi limiti che hanno spinto molti a desistere dal continuarne la visione è Elite, la cui trama perde man mano di credibilità al crescere degli eventi improbabili che continuano a coinvolgere lo stesso istituto e le stesse persone. Quante morti possono verosimilmente succedersi in una scuola? A quanto pare meno di quante coinvolgono i medici di Grey’s Anatomy, di cui parliamo nel prossimo punto.
5. Morte di un protagonista necessario ai fini della trama
La morte è un fattore fondamentale in una serie tv, tanto quanto lo è nella vita. Per questo motivo va trattata con la giusta misura poiché, la sua presenza, influenza la trama quanto un personaggio vero e proprio. Quando sopraggiunge per un protagonista a cui lo spettatore era molto legato, diventa una vera e propria red flag che finisce per allontanare i fan dalla serie. Nel caso di Grey’s anatomy, la morte è così presente da stravolgere completamente il cast ad ogni stagione, spingendo i fan dei singoli attori a desistere dal continuare la visione; anche altre serie sono cadute nello stesso errore, rendendo la morte di un protagonista un’arma a doppio taglio che influisce sull’audience. Ci sono poi esempi di serie tv che sono volute correre ai ripari dopo la morte di un protagonista, proponendo sensazionali (e improbabili) ritorni di scena, come nel caso di Ciro l’immortale in Gomorra, la cui dipartita/resurrezione ha allontanato non pochi fan, che hanno afferrato al volo la vistosa red flag.