Una della ultime produzioni italiane targate Netflix è Guida Astrologica Per Cuori Infranti. Rilasciata lo scorso 27 ottobre, la serie tv da soli sei episodi ci racconta la stravagante vita lavorativa e sentimentale di Alice (Claudia Gusmano), una donna di trent’anni che vive a Torino e lavora per un piccolo canale televisivo. Le peripezie che la giovane assistente di produzione si trova a vivere nel capoluogo piemontese hanno come filo conduttore il rapporto di amore-e-odio che questa ha con l’astrologia. Complice l’amicizia con l’impulsivo Tio (Lorenzo Adorni), attore della serie principale dell’emittente, la protagonista mette alla prova la compatibilità di coppia basata sui tanto famosi segni zodiacali. Inizialmente scettica, Alice ammette e scopre la passione per le stelle, ciò la condurrà anche a divenire la mente dietro uno dei programmi di maggior successo della rete locale: Starts of Love. La ricerca di una stabilità lavorativa e di una relazione solida con un partner di cui non accontentarsi danno adito alle avventure della goffa protagonista, che tanto ricorda (non per merito) l’adorabile Jess di New Girl.
Sono tante le serie che hanno raccontato fedelmente realtà differenti di trentenni alle prese con tale alienante età: ne abbiamo parlato in un recente articolo. Guida Astrologica Per Cuori Infranti perde col sorriso la sfida e non eguaglia la narrazione di opere brillanti che ne percorrono lo stesso cammino. Non è semplice portare sullo schermo rappresentazioni realistiche delle luci e ombre di un periodo di vita che tanti vivono in modo contrastante. Quando non si tratta di titoli di genere fantastico o con trame surreali, la ricerca di aderenza alla realtà è uno dei punti focali per gli spettatori. Ebbene, Guida Astrologica Per Cuori Infranti è una serie che, nonostante la semplicità della sua storia, eccede di ambizione, fornendo una ricostruzione patinata della vita di una normale millennial del nord Italia.
Sarebbe un sogno poter vivere i trent’anni come accade nell’idilliaco universo di Alice.
Come cita Elasi in Valanghe, uno dei pezzi cardine della colonna sonora della serie tv Netflix:
Voglio l’amore ai tempi dei nonni
Voglio passioni da notti insonni
Voglio le voglie e le idee viscerali
Il brano ricalca fedelmente il carattere e i desideri della convenzionale protagonista: Alice e la casa produttrice hanno sogni e ambizioni molto grandi.
La trentenne vive in una realtà fittizia in cui tutti i buoni possono trionfare, in cui è paradossalmente semplice risolvere la propria condizione di precarietà grazie a una simpatica idea che cavalca le tendenze. Il colorato mondo di Alice le concede di fantasticare e inseguire le proprie aspirazioni che, nonostante qualche intoppo, sono per lo più romanticamente realizzabili. Riesce incredibilmente a raggiungere ogni suo traguardo: pur essendo molte le sue ambizioni lavorative e sentimentali, il dream big non è un problema per lei.
Dall’altra parte invece, il leader dello streaming ha a suo modo tanta fame e risorse a propria disposizione. Purtroppo però, le disponibilità di Netflix non sono sufficienti a realizzare una storia che sappia ritrarre in modo genuino una quotidianità italiana vicina a molti. Nella storia di Alice si potranno rivedere in pochi: nonostante la modestia della trama, questa è tutt’altro che realistica. A tal proposito, il pezzo già citato sembra riflettere il concetto al meglio, seguendo con:
E che male c’è
Se nel fuori pista
Di una vita in discesa
Diventiamo valanghe
Infatti, Netflix esagera coi riferimenti alle commedie romantiche e coi cliché che tanto cullano il racconto. Anche quando il contesto e le carte sembrano facili da giocare, rinunciare a originalità e attendibilità può essere un rischio. La casa produttrice ha sottovalutato le premesse, esagerando con un risultato da dimenticare. Non c’è nulla di male nel prendere un abbaglio, una simpatica sottovalutazione di un’opera più complessa di quel che sembra.
A sua volta, la stessa Alice, nella foga dei suoi ruggenti trent’anni si prende il tempo si sbagliare, sperimentare, osare con moderazione e vivere a pieno una vita che, in realtà, nessuno in quelle condizioni potrebbe permettersi.
Veniamo a noi. Cosa in concreto non ci permette un’identificazione spontanea con la brillantemente sbadata Alice e i personaggi che le ruotano attorno?
La narrazione si apre informando direttamente circa l’instabile condizione di vita della protagonista, ma ciò non è sufficiente per reggere su tale base un’intera storia. Nonostante Alice viva in bilico, rischiando di perdere lavoro e casa, queste nozioni sono esclusivamente funzionali a costruire una prima immagine del personaggio. Pur contribuendo a etichettare la sua figura in un certo modo, questi elementi vengono completamente dimenticati nel giro di pochi istanti. Ed eccoci catapultati in un appartamento in centro a Torino che tutto comunica fuorché precarietà. Una donna appena trentenne con incerte prospettive future tutto può permettersi meno che un’ampia abitazione luminosa e accogliente come quella di Alice. Quanto posto non è relativo alle sole disponibilità economiche della protagonista, ma si lega inesorabilmente anche agli standard economici su cui versa il nostro Paese. Gli affitti da pagare non sono di certo bassi nel capoluogo piemontese. Più realisticamente, l’assistente di produzione avrebbe potuto permettersi giusto un angusto monolocale malandato, e avrebbe comunque faticato ad arrivare autonomamente a fine mese col sorriso che tanto la contraddistingue.
Oltre all’ampio appartamento torinese poco coerente con le effettive condizioni di molti giovani alle prese con la prima completa indipendenza, Alice possiede un’auto. Non basta che questa sia un’utilitaria datata (la storica Panda per intenderci) perché il quadro sulla vita del personaggio sia completo: è tutto un gioco di dettagli da sfruttare a proprio vantaggio. I riferimenti sono fondamentali, la quotidianità va studiata e riadattata sullo schermo. I personaggi dovrebbero essere un riflesso coerente e non limitarsi alla sola idealizzazione di un’Italia in cui non viviamo ancora. I costi da sostenere sono tanti e sembra plausibile chiedersi come possa Alice affrontare il tutto mentre si trova sull’orlo del licenziamento. Lo status della donna è dubbio: pur lamentandosi della propria instabilità, la protagonista riesce, tra le altre cose, a permettersi uscite romantiche e serate alcoliche con l’amica di sempre. I confort di una vita in discesa come quella di Alice addolcirebbero la quotidianità di tanti precari frustrati su cui pesa una realtà italiana tutt’altro che agevole.
Inoltre, pur essendo sottolineata sin dal principio la sua incerta carriera, nel giro di una puntata e mezzo il problema, come molti altri, è risolto. Una fortunata combinazione fatta da Tio e Davide la porta subito al successo. Da un giorno all’altro Alice cambia e le sue idee sono brillanti: trova sempre parole e soluzioni vincenti. E’ veramente maturata così di colpo o sono gli altri personaggi (non troppo organici) ad aver aperto gli occhi sul suo grande potenziale inespresso?
La vita della protagonista è un contrasto di elementi che non combaciano tra loro. La ragazza è convinta di essere sola e sfortunata in amore (sarà colpa del segno zodiacale?): seppur si susseguano diversi potenziali partner, il vero ostacolo sta proprio nel razionale modo che la giovane ha di affrontare le cose. La protagonista non è propriamente goffa a livello sentimentale, ma semplicemente acerba e poco focalizzata sulle proprie esigenze. Gli elementi in causa non fanno altro che influenzare l’esito delle relazioni che intraprende. Solo quando avrà imparato a lasciarsi andare e a conoscere sé stessa e il proprio corpo, grazie all’aiuto del miglior amico e degli amanti che si succedono, potrà essere onesta sulle proprie emozioni. Alice ha già un uomo che sembra essere l’incastro perfetto della sua vita a metà che pare necessitare a tutti i costi di un compagno per essere completa. Ma proprio perchè in Guida Astrologica Per Cuori Infranti ogni cosa trova spontaneamente il proprio posto, il compito non è troppo arduo per il personaggio, bastano giusto sei puntate da meno di un’ora. L’avventura formativa porterà il personaggio alla scoperta e realizzazione sentimentale. Nonostante la precaria condizione lavorativa ed economica, Alice non è sicuramente sola come raccontato e trova diversi modi per evadere la realtà e svagarsi.
L’autenticità è la chiave.
È inutile negare la grande popolarità che l’astrologia ha negli ultimi anni, la passione per l’oroscopo ha fatto il giro di tutti i media. La scrittrice Silvia Zucca e Netflix hanno avuto un’intuizione intelligente, ma realizzata in modo non abbastanza approfondito: la produzione gratta solo la superficie di una fitta realtà. La costruzione scenica e narrativa dei personaggi non fa che penalizzare ulteriormente la storia. Che il racconto sia fittizio non è messo i discussione, ma un particolare occhio critico è sempre rivolto alle produzioni nostrane in cui solitamente si può ricercare con maggior attenzione una rappresentazione più aderente all’effettiva attualità.
La cara Alice non è che una coniugazione di autocommiserazione e circostanze funzionali a ironizzare sulle sue peripezie. La strutturazione del personaggio non cerca altro che coprire una fetta di spettatori il più grande possibile, ma finisce solo per proporre un mosaico di elementi già visti e non sviluppati bene come in altre occasioni. Le figure che le ruotano attorno non sono da meno, tra alti e bassi questi si muovono in una bolla fuori dal tempo e dallo spazio, in un’Italia fiabesca e costantemente accompagnata da luci neon. La rappresentazione complessiva è frustrante per chi sperava, da trailer e premesse, di riconoscersi sullo schermo con una storia che tanto trae da una delle tendenze più in voga tra i millennial occidentali. Il racconto avrebbe potuto farsi portatore di una sottile critica sociale, ma ha rinunciato a tale riflessione in nome di un contenuto leggero in tutto e per tutto. Un contesto che semplifica una realtà tutt’altro che accessibile per buona parte dei comuni nuovi trentenni che con fatica si integrano nel mondo adulto dell’Italia del 2020. Sarebbe bello vivere nell’universo di Alice in cui basta essere il protagonista del proprio racconto, ma anche un personaggio secondario in realtà, per poter avere un lieto fine. Sarebbe un vero e proprio sollievo risiedere nella Torino di Guida Astrologica Per Cuori Infranti: magari un giorno accadrà, ma quel momento è ancora lontano dalla realtà odierna.