Alcune delle serie che vi proponiamo oggi sono state ampiamente criticate e, di conseguenza, cancellate dopo un’unica stagione (Gypsy è solo una delle tante). Non hanno saputo dare sfogo a tutto il loro potenziale, sono risultate banali e prive di profondità, incapaci di coinvolgere il pubblico e di guadagnarsi una seconda stagione. Sono quelle serie tv di cui avremmo fatto volentieri a meno ma a cui, inizialmente, una possibilità l’abbiamo data, sperando ci facessero pentire di un simile pensiero.
Purtroppo spesso sbagliando, visti i loro difetti: trame prive di spessore, recitazione pessima, infedeltà verso le storie da cui sono state tratte. Tutti elementi che hanno contribuito a farci rimuovere i titoli che vedremo dalla nostra lista. A volte non basta l’impegno dei fan per non far cancellare una serie (come invece è accaduto qui). Ecco dunque a voi alcune delle peggiori serie tv con una sola brutta stagione.
1) Gypsy
Che Gypsy sia stata un’occasione sprecata non è un mistero, eppure, la serie ideata da Lisa Rubin nel 2017 per Netflix non è riuscita ad andare oltre la prima stagione. La superficialità con cui viene affrontata la psicologia dei personaggi principali ha fatto storcere il naso ai fan, che si aspettavano qualcosa di più profondo e intrigante. La splendida Naomi Watts, interprete di Jean Holloway e protagonista di Gypsy, non è bastata per coinvolgere il pubblico e tenerlo incollato allo schermo, a causa di un prodotto che si propone tanto e non rende abbastanza.
Gypsy ha, forse, perso di vista i suoi obiettivi, diventando piatta e a tratti scontata, tanto da non guadagnarsi una seconda stagione.
2) Bitter Sweet – Ingredienti d’amore
Anche questa volta si parla di una trama fin troppo conosciuta: la cuoca Nazli cerca di realizzare il suo sogno e aprire un ristorante ma, impossibilitata dalle difficoltà economiche, cerca un lavoro temporaneo. Diventa così lo chef personale del giovane e ricco uomo d’affari Ferit, del quale si innamora. Niente da fare per la serie tv turca, che non ha visto la produzione di una seconda stagione. Nonostante le tematiche importanti che si propone di trattare, come la perdita dei genitori del piccolo Bulut e la conseguente lotta per il suo affidamento, le puntate risultano pesanti e a tratti ripetitive.
3) Alex, Inc.
Per gli appassionati di Scrubs, in cui Zach Braff interpretava dottor John Dorian (J.D.), Alex, Inc. poteva essere un modo per riempire il vuoto da una delle migliori situation comedy di sempre. Purtroppo, però, si è rivelata un fallimento e il tentativo di Braff come regista, attore e produttore esecutivo, non ha avuto i risultati sperati. Alex, Inc. è stata cancellata dopo una sola stagione. A quanto pare la storia di Alex Schuman, giornalista radiofonico che abbandona il lavoro per creare una compagnia tutta sua, carica di una comicità forzata e di personaggi ben poco caratterizzati, non ha coinvolto il pubblico. Forse ci si aspettava di più dall’iconico protagonista di Scrubs.
4) Living biblically
Johnny Galecki: un nome una garanzia, sembrerebbe. Invece Living Biblically, serie tv basata sul bestseller di A. J. Jacobs, The Year of Living Biblically, non può certo spingersi troppo a fondo con la satira religiosa che la caratterizza. Dall’idea di base di far seguire al protagonista Chip i dettami della Bibbia alla lettera ci si aspettava molto, eppure non è semplice fare una critica così mirata senza scadere nel banale. Come se non bastasse, la concorrenza per il genere delle sitcom è così spietata, che è altrettanto difficile avere successo contro avversari più importanti (basti pensare a The big bang theory, serie in cui lo stesso Galecki ha recitato).
Come Gypsy, anche Living Biblically aveva delle potenzialità, che però non è stata capace di sfruttare.
5) Girlboss
Protagonista di questa serie tv Netflix cancellata, dopo la prima stagione, nel 2017, è Sophie Marlowe (interpretata da Britt Robertson). Basata sull’autobiografia #Girlboss di Sophia Amoruso, questo prodotto ha scontentato sia i fan che la critica, oltre che l’autrice stessa. L’Amoruso, infatti, non è rimasta per nulla soddisfatta dalla resa quasi caricaturale e imprecisa della sua storia. Come poteva una serie tv criticata dalla sua stessa “creatrice” appassionare e piacere al pubblico? Non è bastato certo il carattere determinato e a tratti un po’ insolente che Britt Robertson ha donato alla sua protagonista, una giovane imprenditrice con la passione per gli abiti vintage.
6) 24: Legacy
Spin-off della serie 24, creata da Manny Coto e Evan Katz per Fox, come Gypsy e tutte le altre qui presenti, non ha ottenuto una seconda stagione. 24 è stata una delle serie più famose e meglio riuscite di sempre, ma il suo spin-off, purtroppo, non è riuscito a eguagliare il prodotto originale. È sempre difficile percorrere la strada di una serie famosa e apprezzata, e basta pochissimo per sbagliare. 24 Legacy non è riuscita a sostenere il peso di un’eredità così grande, finendo per essere cancellata dopo appena una stagione, non potendo riempire il vuoto del pubblico lasciato da 24.
7) Northern Rescue
C’è chi ha definito Northern Rescue, creata da Mark Bacci, David Cormican e Dwayne Hill e trasmessa nel 2019 su Netflix, la peggiore serie tv degli ultimi anni. John West (William Baldwin), dopo la morte della moglie Sarah, si trasferisce in un’altra città con i suoi tre figli per ricominciare una nuova vita. Con una pessima recitazione e una sceneggiatura opinabile, Northern Rescue ha davvero deluso gli spettatori. Poca espressività, personaggi banali e senza un briciolo di originalità. Insomma, una serie tv che non vale davvero la pena iniziare a guardare, a meno che non abbiate tempo da perdere.
8) Troy: Fall of a City
Ce ne sarebbero di cose da dire su Troy: Fall of a City, miniserie creata da BBC nel 2018, come ad esempio i motivi per cui è una serie di cui non avevamo assolutamente bisogno. Oltre a essere molto poco fedele agli avvenimenti raccontati nell’opera omerica, che riguardano l’ultimo anno della guerra di Troia e della caduta di una città e del suo popolo, gli attori scelti per interpretare donne ed eroi greci sono completamente privi di pathos. Ne è una prova una delle scene più belle e commoventi dell’Iliade: l’addio di Ettore e Andromaca, qui ridotto a due semplici battute prive di una qualsivoglia emozione. Insomma, infedeltà e inespressività sono le parole d’ordine per questa pessima serie tv.