Hard cell ha tutto: una location abbastanza in voga fra le serie tv, l’idea del musical, la tecnica mockumentary e lo humor inglese. Condominio Maldivas è una versione più glam e più mistery delle solite soap opera brasiliane. The Lake può vantarsi di una Julia Stiles in forma smagliante, impegnata nella parte che le viene meglio: la perfettina. Eppure non è stato abbastanza.
Qualche volta, nonostante gli ingredienti ci siano tutti, purtroppo la comedy non riesce comunque. Magari qualche battuta ce la ricorderemo, magari un paio di episodi ci faranno passare bene una mezz’oretta, ma nel complesso la cosa non funziona e non c’è niente di tanto odioso quanto una serie che dovrebbe divertire e che invece si rivela cringe e noiosa. Sulla carta avevano tutto, eppure non ci hanno lasciato niente. Non un tormentone, non un personaggio del cuore, non una filosofia di vita da imitare, neanche una misera gif da usare in qualche chat di gruppo.
Dispiace dirlo, ma da Netflix ad Amazon Prime nessuno è esente dalla sciagura della comedy venuta male e infatti ecco la classifica delle 5 peggiori uscite negli ultimi mesi.
5 The Lake – Al Lago con Papà
The Lake è una delle prime serie comedy canadesi prodotte da Amazon e per quanto non sia un completo disastro, ha di fatto deluso una larga fetta di pubblico. È la storia di Justin, che torna a casa in Ontario per riallacciare i rapporti con la figlia adolescente, data in adozione ai tempi del liceo. Sceglie di passare con lei una vacanza al lago, dove la sua famiglia possiede uno splendido cottage, salvo poi scoprire che il padre ha lasciato la casa alla sorellastra, una Julia Stiles perfettina e irritante. La serie si sviluppa quindi sulla diatriba fra i due fratelli per la casa e sul rapporto padre – figlia ritrovato, ma non regala momenti particolarmente memorabili. Un pubblico piuttosto giovane potrebbe anche trovarla una serie d’intrattenimento godibile, anche se a ben vedere la cosa più interessante è l’ambientazione, visto che la serie è stata effettivamente girata a North Bay. A ogni modo The Lake non convince fino in fondo. Data la scrittura e il materiale disponibile forse avrebbe avuto più senso un film, una di quelle commedie estive da guardare la sera con tutta la famiglia. Non c’è una storia sufficiente per riempire otto episodi e la sensazione finale è quella di un inutile brodo allungato.
4 L’amore, la vita e tutto il resto
Serie antologica in lingua araba che esplora diverse vicissitudini amorose con un tocco di black humor. La serie mostra otto storie che iniziano da un banale inconveniente, raggiungono un(inesistente) apice di tensione e si risolvono nel giro di trenta minuti. Se vi sembra di aver visto una cosa simile in Modern Love non fatevi fregare, perché L’amore, la vita e tutto il resto non ci si avvicina nemmeno. La serie si impegna nel dimostrare che conviene sempre non prendersi troppo sul serio, nemmeno di fronte alle pene d’amore, ma la velocità con cui si risolvono gli episodi, rende impossibile anche la più piccola affezione ai personaggi. Se a questo ci aggiungiamo che la parte divertente è di solito affidata alla goffaggine o all’ingenuità dei protagonisti, finisce che ogni puntata ci lascia solo un vago senso di tristezza, ci dispiace per loro, ma niente di più. L’amore, la vita e tutto il resto non è una comedy sentimentale ben riuscita, ma può risultare interessante se in qualche modo ci si lascia prendere dalla fascinazione per il mondo arabo: sono otto storie ambientate in altrettanti paesi medio orientali che ci danno la possibilità di intravedere qualcosa delle loro tradizioni. Al di là di questo però, c’è ben poco da salvare.
3 Condominio Maldivas
Da poco approdata su Netflix, Condominio Maldivas è una comedy intrisa di mistero, ma se sognate qualcosa di nuovo e appassionante, abbandonate pure ogni speranza, perché questa serie assomiglia a un lunghissimo déjà vu. La serie brasiliana è incentrata in un’unica location, il condominio Maldivas appunto, residenza della defunta madre di Liz, la protagonista. La serie quindi si sviluppa tutta lì, fra una piscina, un cocktail e le bizzarre personalità che abitano i vari appartamenti. Immancabile ovviamente un rapporto conflittuale fra Liz e quello che sembra un modello di biancheria intima, ma in realtà è il detective incaricato delle indagini sulla morte della madre. Morte che (sorpresa, sorpresa)potrebbe non essere così accidentale come sembrava. Purtroppo Condominio Maldivas non ha molto da raccontare, non c’è l’adrenalina e il pathos del mistery, non ci sono battute e intrattenimento da comedy, ricerca disperatamente un glam che forse non è così utile ai fini della narrazione. Però potrete trovarci qualche cliché e magari a qualcuno potrebbe ricordare vagamente White Lotus in salsa latina. Non molto più di questo.
2 Una Suocera fra i Piedi
Qualcuno ancora ride per il trito e ritrito stereotipo della suocera invadente? Qualcuno trova ancora buffa la classica rivalità fra nuora e suocera? Qualcuno riuscirebbe a riempire ben dieci episodi con questo argomento? Probabilmente no, eppure c’è chi l’ha trovata un’idea talmente esilarante da decidere di truccarsi e indossare una parrucca pur di esserne il protagonista. Rodrigo Sant’Anna è un attore piuttosto famoso in Brasile e Una suocera fra i piedi è tutta sua: una serie da lui pensata e in cui sempre lui interpreta Isadir, la protagonista, una donna di una certa età, con qualche problema economico, schietta e diretta al limite dello sfacciato. Tutto comincia con una visita di Isadir a casa del figlio prediletto Carlos, quest’ultimo è sposato con Alice, una brava moglie che però viene costantemente criticata dalla suocera che non la ritiene all’altezza del suo preziosissimo figlio. Per farla breve quella che doveva essere una visita di poche settimane, si rivelerà una permanenza a tempo indeterminato a causa del lockdown e quella che sembrava una relazione conflittuale fra nuora e suocera, si risolverà con affetto e accettazione. La serie, inutile dirlo, non è divertente e a tratti la recitazione è talmente forzata da risultare isterica. Probabilmente l’unico buon motivo per guardarla è una sfida contro se stessi, un allenamento per superare i propri limiti. Di sopportazione.
1 Hard Cell
Probabilmente qualcuno con una sedia ai piani alti di Neflix ha pensato fosse un’idea grandiosa quella di mescolare The Office e Orange is The New Black. Dall’improbabile unione nasce quindi Hard Cell, una serie comedy ambientata in un carcere femminile inglese, la cui direttrice, incompetente e ottusa, decide di impiegare i pochi soldi della struttura non nella ristrutturazione delle tubature (cosa di cui ci sarebbe una grande necessità), ma nella messa in scena di West Side Story, con l’unico intento di migliorare l’umore delle detenute. A questo punto va fatta una piccola precisazione, Hard Cell nasce per esaltare le abilità e lo humor di Catherine Tate, comica inglese famosissima in patria per essere stata al fianco di David Tennant nella decima reincarnazione del celebre dottore, oltre che nella versione americana di The Office. Tate in Hard Cell è onnipresente: lei è la direttrice, lei è una delle guardie carcerarie, lei è almeno tre o quattro detenute. E qui si pone il primo problema della serie, che vede preponderante la presenza di quest’attrice, bravissima in sketch di breve durata, ma che non reggono davvero la lunghezza di 6 episodi che sembrano almeno il doppio. Il secondo grande problema di Hard Cell è il così detto Toilet Humor, che ha ormai perso ogni originalità e lato divertente. Per lo meno per chiunque abbia finito le elementari. Se uniamo entrambi questi aspetti al fatto che la serie sia girata in stile finto documentario si ottiene un’indagine su personaggi stereotipati e caricaturali, il cui lato più profondo scivola via tirando lo sciacquone. Buona l’idea di denunciare il sistema carcerario, buona la Tate nelle vesti di una direttrice incompetente e inadatta al luogo, ma tutto questo è troppo poco per salvare Hard Cell.