Netflix è ormai entrato nella vita di tutti. Chi ha scelto di condividere un account con gli amici, chi con la propria famiglia. In un modo o nell’altro la maggior parte di noi ha avuto tutto il tempo per farsi una bella scorpacciata di serie tv, sbirciando magari tra quelle originali della famosa piattaforma di streaming. A volte però, i produttori di alcune serie originali si sono fatti un po’ prendere la mano, continuano a portare avanti fin troppo a lungo il loro prodotto, come è capitato a House of Cards. Alcuni tra i titoli più apprezzati hanno rischiato di perdere molta della loro bellezza proprio perché le loro trame sono state estese e tirate più del dovuto.
Non è facile dire addio ai personaggi a cui ci siamo affezionati, soprattutto a quelli delle nostre serie preferite, eppure a volte è necessario farlo per non rischiare di rovinarne o banalizzarne l’evoluzione.
Ecco quindi 5 serie tv originali Netflix che, secondo noi, sono andate avanti troppo a lungo.
1) 13 Reasons Why
Non è una novità che 13 Reasons Why, teen drama statunitense prodotto per Netflix e conclusosi a giugno 2020 (qui la nostra recensione della quarta stagione), sia stato portata avanti troppo a lungo. Il prodotto tratto dal romanzo di Jay Asher ha iniziato la sua storia con la tragica vicenda di Hannah Baker, il suo sentirsi inadeguata, sola e non capita da chi avrebbe dovuto starle accanto. Tredici cassette per raccontare la sua solitudine. Un’unica stagione sarebbe stata forse sufficiente per questa serie, tanto criticata per il modo in cui ha trattato le scene di violenza e le altre tematiche forti.
La maggior parte del pubblico, infatti, è stato concorde nell’affermare che dalla seconda stagione in poi 13 Reasons Why ha perso efficacia, ha portato avanti solo poche storyline davvero rilevanti e non ha saputo trattare nel dettaglio argomenti che invece richiedevano un occhio di riguardo. Insomma, questa serie originale Netflix è stata portata avanti per troppo tempo, ma ora finalmente si è conclusa.
2) House of Cards
House of Cards è un ritratto realistico e sconcertante della macchina del potere americana, prodotto da Netflix e andato in onda per la prima volta nel 2013. Frank Underwood (Kevin Spacey) e sua moglie Claire (Robin Wright) si districano tra promesse fatte ai potenti e intrighi da non rivelare, per mostrarci la faccia di una medaglia che viene troppo spesso osservata da un solo lato. Una serie apprezzatissima persino dall’ex presidente Barack Obama.
Purtroppo però questo prodotto originale Netflix è andato perdendo un po’ di efficacia e di credibilità, soprattutto nel corso della sua ultima stagione, che ha dovuto fare i conti con l’assenza di uno dei suoi protagonisti a causa delle accuse di molestie che avevano coinvolto Kevin Spacey. Nonostante la potenza femminile di una donna come Claire, questa serie pluripremiata ha avuto una conclusione frettolosa e più breve, con una stagione composta da 8 episodi in confronto ai 13 delle stagioni precedenti. Forse House of Cards avrebbe dovuto concludersi con la quinta stagione.
3) Orange Is the New Black
Orange Is the New Black non ha raccontato solo la storia di Piper Kerman, ma quella di molte altre donne, offrendoci più volte un ritratto crudo e veritiero della vita di un carcere femminile americano, tra continue violenze, soprusi, ingiustizie. Per molte cose questa serie originale Netflix è stata specchio fedele della realtà, facendoci affezionare alle sue protagoniste e facendoci piangere quando capitava loro qualcosa. Eppure il prodotto statunitense andato in onda per 7 stagioni dal 2013 al 2019, forse è stato portato avanti troppo a lungo.
Per molti fan il meglio della serie è avvenuto nelle prime cinque stagioni, non senza alti e bassi continui, per poi finire negli ultimi 26 episodi a trascinarsi un po’, nonostante la presenza di alcuni momenti strappalacrime o di altri flashback sulla vita delle detenute. Insomma, una serie molto apprezzata e amata, ma che non è stata sempre in grado di mantenere alto il livello della sua produzione iniziale, nonostante tutte le emozioni che ci ha regalato nel corso degli anni.
4) Grace and Frankie
Molti di voi avranno visto questa serie statunitense disponibile su Netflix dal 2015. In 7 stagioni, Grace and Frankie si è concentrata sulla storia di queste due donne molto diverse. La prima, interpretata da Jane Fonda è precisa e un po’ cinica, l’altra, con il volto di Lily Tomlin è una hippie un po’ eccentrica ma generosa. Dopo il coming out dei rispettivi mariti, che rivelano di amarsi da anni, le due donne sono costrette a fare i conti con la loro vita da single, imparando a contare l’una sull’altra nonostante tutte le differenze.
Una serie molto apprezzata e originale la cui storia però, soprattutto nella sesta stagione, si è rivelata un po’ ripetitiva nei legami fra i personaggi e nella risoluzione degli intrighi. Grace and Frankie ha perso un po’ del suo brio iniziale, derivato anche dall’insolita scelta di incentrare la storia principale su due protagoniste non più giovanissime. Forse, le vicende di queste due amiche sempre pronte a discutere e riappacificarsi avrebbero potuto concludersi prima.
5) Élite
L’ultima serie tv di cui vi parliamo è proprio Élite, ideata da Carlos Montero e Darío Madrona e trasmessa su Netflix dal 2018. Nella prima stagione al centro della storia c’è il mistero derivato dalla morte di Marina. I fantasmi della sua scomparsa non abbandonano i personaggi principali fino alla terza stagione, quando la morte di Polo chiude il cerchio di dolore che li aveva tenuti in trappola per molto tempo. Eppure, Élite è stata rinnovata per una quinta e sesta stagione nonostante molti membri del cast abbiano concluso il proprio percorso. Ma cos’ha ancora da dire questo teen drama?
Tre stagioni sono state sufficienti (e forse anche troppe) a unire crime e dramma adolescenziale, facendo di questa serie un prodotto molto seguito dal pubblico anche se non privo di punti deboli. Non era necessario portarlo ancora avanti ma il successo che la serie ha ricevuto, anche grazie alla bellezza del suo cast, ha portato ad allungare il brodo.