Sono veramente poche le serie che hanno realmente cambiato per sempre il panorama televisivo, incidendo su scelte di produzione, di scrittura ma anche in termini di abitudini del pubblico. Oggigiorno è sempre più difficile individuare un prodotto realmente innovativo al di là del tipo di trama e di sperimentazioni narrative e di genere, nonostante quella attuale sia l’era della sovrabbondanza. E’ come se si fosse arrivati ad una fase di stallo da questo punto di vista. Ma ogni era ha i suoi punti morti, il panorama televisivo è in continua evoluzione e le sperimentazioni non cesseranno mai di esistere. Oggi, in questo articolo, ci soffermiamo su 7 serie tv (spoiler: c’è I Soprano) che sono state in grado, al momento della propria uscita, di rivoluzionare il panorama tv e di cambiare per sempre le regole del gioco.
1) I Soprano
Probabilmente la serie più rappresentativa del fatidico modello HBO (che qui abbiamo analizzato proiettandolo all’attualità). I Soprano è un’opera mastodontica, che ha letteralmente portato sul piccolo schermo una parte fondamentale della cultura pop americana derivante dal cinema: il gangster movie. Ma I Soprano non è solo il ritratto moderno della famiglia mafiosa di italo americani che è stata raccontata in tutte le salse nel secolo scorso. La serie curata da David Chase è stata un autentico spartiacque tra due ere della tv ben distinte: una prima in cui il concetto di complessità narrativa era un’eccezione e una seconda in cui è diventato, invece, una regola. Tra le caratteristiche principali de I Soprano bisogna considerare anche l’aver puntato sulla caratterizzazione del protagonista, Tony Soprano, uno dei primi “difficult men” realmente influenti nella storia della serialità, in grado di cambiare il gioco, oltre che di ispirare serie successive appartenenti allo stesso filone. Un uomo tutto d’un pezzo, Tony Soprano, il classico mafioso conosciuto a Hollywood, che nel profondo nasconde tutte le insicurezze e fragilità tipiche dell’animo umano.
2) Sex and the City
Sempre per rimanere in tema HBO, Sex and the City rappresenta una delle primissime rivoluzioni attuate dalla nota emittente via cavo. La serie nasce e viene pensata appositamente per un pubblico di nicchia: tematiche spinte e trasgressive e una comicità pungente, il tutto sarebbe stato impensabile da proporre ad un’emittente pubblica, un network. E proprio qui sta la rivoluzione di Sex and the City. Sì, perché l’incredibile successo ottenuto dalla serie curata da Darren Starr, totalmente imprevedibile all’inizio, ha decisamente mosso le acque del panorama televisivo statunitense. I numeri raggiunti dalla vendita dei diritti all’estero e dalle copie dei DVD (al tempo molto popolari) hanno reso Sex and the City un vero e proprio fenomeno di culto che ancora oggi resta nell’immaginario popolare come una delle serie più rivoluzionarie e innovative di sempre, un punto di riferimento. E tale successo cominciò a far capire ai network che qualcosa stava cambiando e che era giunto il momento di aprirsi a nuove possibilità narrative, meno bigotte e antiquate.
3) The Shield
La storia di The Shield è quella di una piccola grande impresa realizzata da Shawn Ryan e il suo team di giovani autori. Le dinamiche narrate nella serie targata FX sono quelle di un distretto di polizia atipico per la tv, in cui è difficile distinguere tra bene e male e la corruzione è un elemento costante. L’uso di un linguaggio particolarmente colorito, di una certa crudezza visiva anche nello stile registico molto particolare (come per l’uso frequente di camere a mano), hanno reso The Shield un piccolo diamante, per quanto grezzo, capace di entrare nel cuore di una bella fetta di fan appartenenti ad un target molto pregiato, perlopiù maschile, capace di convincere gli inserzionisti che non per forza è importante arrivare a più persone possibili in termini di esposizione pubblicitaria, quanto più raggiungere le persone giuste per il tipo di prodotto che si vuole vendere. Un ulteriore attestato di stima nei confronti di The Shield, che venne realizzata con un budget molto ristretto, è dato dai numerosi premi ottenuti che rappresentano un altro record relativo a questa serie.
4) House of Cards
Tra le serie presenti in questa lista, House of Cards è sicuramente la più vicina all’attuale concetto di fruizione televisiva, ed è proprio per questo che merita un posto tra questi nomi. Il progetto è evidentemente di quelli molto ambiziosi: un gruppo di registi ambiti, tra cui David Fincher, e un cast che si regge sulle spalle di Kevin Spacey (per cui non c’è bisogno di presentazioni). Dall’altro lato della barricata c’è Netflix, al quale viene proposta la trasmissione in streaming della serie dopo la messa in onda lineare. Tuttavia, il lungimirante Ted Sarandos decide di spingere per accaparrarsi la priorità, acquistando da subito i diritti per due stagioni e pubblicando insieme tutti e 13 gli episodi del primo capitolo di House of Cards. Il resto è storia, da qui in poi il binge watching prende il sopravvento, cambiando per sempre le abitudini del pubblico e i modelli produttivi di piattaforme e grandi distributori. Netflix, con questa mossa azzardata, è riuscita a rivoluzionare completamente il mercato, creando un effetto domino sull’intera catena produttiva della serialità internazionale.
5) Hill Street
Agli albori del concetto di televisione complessa si possono collocare diverse serie degli anni 80 e 90 che hanno anticipato la strada presa successivamente in primis da HBO. Hill Street è sicuramente una di queste, se non la prima serie ad essersi realmente spinta oltre. Il lavoro svolto da Steven Bochco fu indirizzato a proporre un qualcosa che, nel segno dell’ibridazione di genere tanto cara al mercato televisivo, fosse innovativo e sorprendente. Il plot di Hill Street infatti, prende a piene mani dal filone della sitcom, in quegli anni il genere più popolare negli Stati Uniti, presentando i personaggi come se fossero membri di una famiglia e mescolando in modo molto adeguato comicità e drama. I temi toccati sono di carattere sociale e politico e lo stile visivo, analogamente a quanto farà poi The Shield, è molto ricercato, per quanto basilare e crudo. Hills Street ha decisamente rivoluzionato il genere poliziesco, dando il via ad una striscia di successi che si susseguono ancora oggi e che rendono tale genere il più popolare negli Stati Uniti e probabilmente nel mondo intero.
6) Breaking Bad
Qui il fattore rivoluzione ha un’accezione più simbolica, per via di tutto quello che la creazione di Vince Gilligan si è portata dietro. Una sinossi semplice e concisa che contestualmente si basa sull’assurdo: Walter White, un professore di chimica di mezza età pacato e umile che nasconde una grande frustrazione, scopre di avere un cancro ai polmoni proprio mentre sua moglie è in attesa della seconda figlia, a distanza di tanti anni dal primo genito. Walter decide di ricorrere alla via più semplice per guadagnare più soldi possibile da lasciare alla sua famiglia, la via del crimine, sfruttando le proprie conoscenze in ambito chimico. La volontà è quella di portare allo stremo la personalità dell’uomo più comune d’America, evidenziando quanto sia corruttibile e diabolico l’animo umano. La rivoluzione, se così possiamo chiamarla, sta dunque nella trama, oltre che nello stile registico e nella dimensione del genere. Breaking Bad non ha un vero e proprio genere di riferimento, bensì è una commistione in tutto e per tutto che si basa su un’idea semplice trasformata in un capolavoro pieno di intrighi e complicazioni. E non scordiamoci che da Breaking Bad è derivata poi Better Call Saul, che di fatto rende l’universo di Gilligan un autentico poema moderno.
7) Lost
Lost non può mancare nella lista, non ci sono dubbi. La serie di J. J. Abrams ha rappresentato più di qualunque altra la forza di una fanbase. Lost nasce nel 2004 e arriva fino al 2010, in un periodo in cui eravamo ancora lontani dalla rivoluzione dei social network. Eppure, l’elemento misterioso e tutti gli intrighi irrisolti hanno spinto i fan della serie a riversarsi su quell’Internet ancora obsoleto e rozzo per riempirlo di opinioni, idee e speculazioni sui vari casi aperti, di puntata in puntata, di stagione in stagione. Lost in questo modo ha raggiunto una sorta di immortalità data dall’immagazzinamento online di tutti questi dati che di per sé sono un incredibile attestato di stima e di amore da parte dei fan. In sostanza, tutto ciò rende Lost la prima serie ad aver aperto un vero e proprio dibattito online, dando il via, con molto anticipo, all’attuale compito dei cosiddetti paratesti orientativi, come Hall of Series stessa o come molti altri, cioè quello di dare una voce alle teorie e alle idee degli stessi fan sulle proprie serie preferite.