La storia d’amore tra Tony e Carmela Soprano è quanto di più vicino ai classici cliché della famiglia mafiosa nell’immaginario comune: una donna oggetto padrona e schiava di casa contemporaneamente e un marito infedele e tendente all’anaffettività. Quante volte abbiamo assistito a liti furibonde tra i due, a velenose verità gridate in faccia, quante volte abbiamo pensato che potesse finire davvero, tra Tony e Carmela. Eppure non si è mai conclusa, è presto diventata un loop infinito, una delle tante sotto trame de I Soprano che cominciano male e finiscono peggio.
Non si può non amare Tony Soprano
Tony Soprano è una contraddizione continua. E’ un alieno che gestisce un impero criminale, traffici illeciti e brutali esecuzioni, spesso e volentieri attuate in prima persona, sporcandosi le mani di sangue e finendo per alimentare il proprio parco demoni personale di continuo. Eppure è un alieno perché nonostante ciò, decide di andare in terapia, decide di instaurare un dialogo con sé stesso e di aprirsi totalmente a un’estranea, la dottoressa Melfi, inizialmente per contenere gli attacchi di panico di cui soffre, indagare sulla causa scatenante del suo malessere e provare a provi rimedio, ma dopo di che diventa un’abitudine. Non c’è più Tony senza la Melfi, ad un certo punto, anzi, a più riprese durante I Soprano, ci sembra davvero che il potente e pericoloso boss voglia cambiare, redimersi in qualche modo. Carmela in tutto ciò sembra appoggiare la terapia, nonostante i problemi con la Melfi, tutto ciò potrebbe darle un po’ di speranza. I due ci vanno persino assieme, come se fosse possibile risollevare un matrimonio allo sfascio come quello. Ma non è possibile perché a nessuno interessa.
Non ameremmo così tanto Tony se fosse un padre presente e un marito affidabile. Lo amiamo proprio perché lo invidiamo, a primo impatto. Per quanto il boss de I Soprano sia tormentato e profondamente infelice, riesce ad affogare tutto tra i suoi mille vizi, che sono quelli che portano lo spettatore a provare stima per lui, un uomo tutto d’un pezzo, un esempio. Per Tony, Carmela è più come una madre. La passione spenta di un matrimonio fallito ben presto si concilia con il senso di incompletezza di Tony nel più classico dei freudiani desideri, e Carmela è esattamente ciò che gli serve per riempire quel vuoto così insopportabile che altrimenti lo avrebbe portato all’instabilità mentale. E non si tratta di un motivo valido, di una scusa sensata, quanto più di una necessità primordiale, non può essere altrimenti.
La difficoltà di essere Carmela Soprano
Quello della moglie di un boss è di per sé un ruolo a tutti gli effetti all’interno di un clan. Ne I Soprano Carmela è una figura portante. Come in qualsiasi regime patriarcale tipico di una gangster story, è la classica casalinga che si prende cura dei figli e soprattutto del marito, quasi più come una madre che come un’amante. Carmela non è stupida, vorrebbe esserlo forse, ma è perfettamente consapevole dei continui tradimenti di Tony, ha imparato ad accettarli. Ha cominciato a chiamarle “le sue fidanzate”, per sminuire il rapporto tra il marito e le sue amanti, spesso molto più giovani di lei, ma che non reggono il confronto con la sua figura, con il suo ruolo all’interno della famiglia. E’ quasi sempre così nel panorama gangster, lui tradisce e lei sopporta, ma la donna gode di una posizione talmente importante, vuoi perché madre dei figli, vuoi per questioni che effettivamente trascendono dall’amore inteso nel suo senso carnale, vuoi anche perché nell’apparenza è giusto mantenere uno stato di rispettabilità e accettazione sociale, perché non è una vergogna se Tony si vanta delle sue conquiste al Bada Bing con i suoi uomini, ma sarebbe insopportabile accettare il contrario, oppure ancora peggio dover affrontare un divorzio per via di una donna stanca di accettare compromessi e di sentirsi umiliata. Carmela durante I Soprano ha cambiato più volte atteggiamento in merito alla sua condizione. C’è stato quello strano ed improbabile flirt con padre Phil, le avance di Furio e quella scappatella con l’insegnante di Anthony Jr. Tutto però rigorosamente represso, immaginato, sognato e anche realizzato, ma effimero. Carmela ha sempre messo davanti a tutto il concetto di integrità morale sopracitato, quello in cui va bene sentirsi umiliata ma non è pensabile fare lo stesso.
Poi c’è stato il quasi divorzio, il momento in cui tutto sembrava in procinto di scoppiare, eppure niente, Tony torna sempre a casa da Carmela e lei lo attende sempre a braccia aperte, forse sognando un uomo migliore al suo fianco, o semplicemente accontentandosi di sentirsi protetta e privilegiata, perché ignara o finta tale. Nell’immaginario comune il ruolo di Carmela ne I Soprano ha ispirato diverse figure femminili nelle serie tv successive, basti pensare a Skyler, una delle donne più odiate nella storia della serialità. C’è un grosso divario in realtà, dato che la moglie di Tony non ha mai realmente rappresentato un ostacolo per la sua carriera criminale, e come potrebbe d’altronde. Carmela va compatita, certo, ma in fin dei conti ha scelto lei tutto questo, no? Non era ipotizzabile uno scenario simile? Di certo ha sempre avuto una via di fuga, per quanto socialmente inaccettabile nel contesto, ma non ha mai realmente forzato la mano. E ad un certo punto ci si rende conto che a Carmela tutto ciò va più che bene, che il suo animo gentile si è trasformato in mera superficialità, che preferisce nascondere la sua tristezza sotto una montagna di borse, gioielli e doni preziosi, con quello sguardo perso nel vuoto e malinconico che sembra rimpiangere la libertà e la spensieratezza, lo sguardo di chi ha scelto (perché non è stata costretta) di accontentarsi di una vita di rinunce come quella.