Quando uscì, nel 1998, Il Grande Lebowski (The Big Lebowski) fu un successo inaspettato. Scritto, prodotto e girato dai fratelli Cohen, interpretato da Jeff Bridges, Julianne Moore, Steve Buscemi e John Turturro tra gli altri, il film racconta le sfortunate vicende di Jeffrey “Drugo” Lebowski, un fannullone dedito alla marijuana e il Black Russian, incapace di fare del male e dedito a una filosofia di vita riassumibili nello sciallo del seguire il flusso.
Accolto dalla critica e dal pubblico inizialmente in maniera tiepida nel giro di qualche mese venne rivalutato divenendo un vero e proprio cult tanto da ispirare persino una religione vera e propria, il dudeism (perché in inglese Lebowski è soprannominato the Dude), con una chiesa, The Church of the Latter-Day Dude e più di mezzo milione di ordinati.
È proprio la maniera che Drugo ha di vivere la vita che ha ispirato questa nostra proposta di cinque serie televisive che dovreste vedere se avete amato Il Grande Lebowski.
1) Shameless
La famiglia più sgangherata di Chicago potrebbe essere imparentata alla lontana con Drugo Lebowski? Non ci risultano parenti dei Gallagher sulla West Coast ma conoscendo il buon Frank non è detta l’ultima la parola.
Shameless, la cui traduzione letterale corrisponde a senza vergogna, è una serie americana di grande successo andata in onda tra il 2011 e il 2021 per un totale di 134 episodi distribuiti su undici stagioni. La serie vede protagonista una famiglia chiaramente disfunzionale il cui padre, Frank (William H. Macy), è dedito all’alcol e alla droga e campa di espedienti e truffe ai danni dello stato. I figli, capitanati dalla granitica Fiona, interpretata da Emmy Rossum, hanno delle peculiarità che permettono loro di sopravvivere nonostante tutto.
Shameless, ambientata in uno dei quartieri più difficili e poveri di Chicago, racconta un genere di povertà che non si limita a essere quella degli operai delle acciaierie dell’Illinois. In Shameless, secondo il suo sviluppatore John Wells, la povertà che viene rappresentata è quella di chi non ha più nessuna speranza e vive al limite della dignità umana.
Seppur due mondi molto lontani tra Shameless e ll Grande Lebowski ci sono chiaramente delle similitudini. I protagonisti della serie e del film, infatti, applicano la loro versione del famoso proverbio vivi e lascia vivere con l’aggiunta di una piccolo postilla: se puoi e se riesci.
2) Curb Your Enthusiasm
Uscita sulla HBO nel 2000 e attualmente ancora in produzione (ne è prevista una dodicesima stagione anche se non ci sono date certe al momento) Curb Your Enthusiasm è una sitcom americana ideata, scritta e interpretata da Larry David, già co-creatore di Seinfeld. La serie potrebbe essere definita come una sorta di autobiografia del suo creatore, incentrata sulla sua visione negativa del mondo derivata probabilmente dalle sue nevrosi. L’umorismo di Curb Your Enthusiasm, a metà strada tra il black humor e la cringe comedy, ruota intorno alle convenzioni e aspettative sociali presenti nella vita quotidiana della società americana.
Larry, incapace di tenere per sé i suoi pensieri e i suoi giudizi, anche i più sordidi, si ritrova a dover sopravvivere in situazioni autoinflitte che metterebbero chiunque a disagio. In un continuo gioco di incomprensioni che rendono il protagonista una sorta di inetto sociale e morale, Larry attira su di sé le ire dei suoi amici, della famiglia e di perfetti sconosciuti, convinti che abbia qualcosa di immorale o, peggio, disgustoso.
Curb Your Enthusiasm, vincitrice tra gli altri premi di due Emmy e un Golden Globe, è una sitcom che dovrebbe rientrare a pieno titolo in quelle da vedere da chi ha amato Il Grande Lebowski per via del suo umorismo che, sotto una patina di apparente grossolanità, risulta invece geniale e mordace nei confronti delle convenzioni sociali alle quali siamo più abituati.
3) Californication
Tra il 2007 e il 2014 è andata in onda su Showtime una straordinaria serie, composta da ottantaquattro episodi divisi in sette stagioni. Californication, creata da Tom Kapinos e vincitrice di due Emmy e un Golden Globe, ha come protagonista David Duchovny nei panni di Hank Moody, uno scrittore di una certa importanza che vive una vita da dissoluto, incapace di risolvere una situazione sentimentale perennemente in sospeso con la sua ex compagna Karen, interpretata da Natascha McElhone.
Hank ama il rock e colleziona donne e dischi di vinile. Apparentemente superficiale in ogni episodio il protagonista di Californication dimostra in realtà un certo grado di profondità risultando incredibilmente vulnerabile. Di fronte al mondo che corre alla velocità della luce Hank è fermo a guardare, aggrappato alle sue poche certezze.
Tra Hank e Drugo, apparentemente lontani mille miglia, ci sono diverse analogie. Entrambi riesco a mantenersi a galla in una perenne lotta tra lo sprofondare nell’inferno più oscuro e assurgere al paradiso più luminoso. Barcamenandosi tra un espediente e l’altro per sopravvivere, i due personaggi hanno la capacità di ancorarsi a quelle poche inezie che la vita sembra donar loro con una forza erculea tale da farli apparire quasi dei supereroi.
4) My name is Earl
La serie creata da Greg Garcia e andata in onda tra il 2005 e il 2009 non poteva certo mancare in questo breve elenco di serie da guardare se avete amato Il Grande Lebowski. My name is Earl racconta le sfortunate/fortunate vicende di Earl il quale, a un certo punto della sua vita, si rende conto dell’esistenza del karma: ogni volta che gli capita qualcosa di buono, infatti, subito dopo la scalogna è pronta a chiedergli il conto. Così, fatta una lista di torti da riparare, Earl parte alla ricerca di tutti quelli a cui deve dare soddisfazione.
My name is Earl non ha mai avuto la sua meritatissima conclusione, e nessuno è mai riuscito a scoprire perché. Alla fine della quarta stagione, con un cliffhangher non da poco che si sarebbe risolto nella quinta stagione, la NBC ha deciso di chiudere i battenti. Peccato perché il finale il suo ideatore l’aveva in mente e, a parer nostro, era molto interessante. In un post su Reddit Greg Garcia ha infatti scritto che Earl, alla fine, la sua lista non l’avrebbe mai finita perché sarebbe venuto a contatto con qualcuno che aveva una sua lista il quale era venuto a contatto con un altro con una lista e via discorrendo. Earl, senza immaginarlo, aveva innescato un meccanismo capace di restituire al mondo un po’ cose buone. A quel punto il buon Earl avrebbe strappato la sua lista e si sarebbe avviato a vivere la sua vita come un uomo nuovo e con il karma in pace.
La filosofia di vita di Earl non è poi così lontana da quella del Drugo. Anche il personaggio dei fratelli Cohen, infatti, cerca di porre rimedio ai guai per poter vivere il più tranquillamente possibile. Anche quei guai che non è stato lui a provocare.
5) Catch 22
Girata tra la Sardegna e il Lazio, Catch-22 è una miniserie in sei puntate prodotta e girata da George Clooney (che è anche attore) e interpretata, tra gli altri, da Christopher Abbott, Kyle Chandler, Hugh Laurie e Giancarlo Giannini.
Tratto dal bestseller omonimo di Joseph Heller, Catch-22 racconta la follia della guerra, la Seconda, vista dagli occhi di un capitano dell’aviazione statunitense desideroso di tornarsene a casa dopo aver compiuto il suo dovere. Il poveretto, però, si renderà conto che una volta dentro gli ingranaggi della macchina bellica è impossibile venirne fuori.
Come extrema ratio cercherà di farsi passare per pazzo non sapendo che il famoso comma 22 del regolamento militare recita più o meno così: “chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo“.
Il romanzo di Heller, scritto nel 1951, fu uno dei manifesti del pacifismo americano durante la guerra nel Vietnam, poiché critico nei confronti della guerra e della militarizzazione più in generale. Il capitano dell’aviazione, infatti, arriva al paradosso di temere di più i suoi superiori che lo vogliono pronto a combattere in maniera sempre più prolifica e violenta, rispetto ai suoi nemici, rappresentati dall’esercito tedesco e quello fascista.
Anche in questo caso tra Catch-22 e Il Grande Lebowski ci sono delle similitudini. Drugo, infatti, è profondamente pacifista, sicuramente antimilitarista e detesta con tutto se stesso chi, facendosi scudo di un potere derivato da una divisa, impone la sua visione e il suo ordine, fascista come lo definisce lo stesso Drugo nella scena con il capitano di polizia di Malibù.