A proposito de Il Dalemiano e de Il Terzo Segreto di Satira.
Beh, birretta?
Cosa può esserci di più innocente e spontaneo di una proposta del genere? Cosa potrebbe mai celare di malizioso un’idea come questa, col caldo che incombe?
Beh, dipende.
Perché esistono birrette e birrette. Proposte e proposte. Amici e… quasi amici. Uno di quelli da cui dovresti guardarti le spalle, perché non si sa mai. Il Dalemiano incombe sempre dietro l’angolo, e potrebbe ordire un articolato piano machiavellico per scopi assolutamente futili. Oppure per far saltare un governo, ma questa è un’altra storia. Anche se non è, davvero, un’altra storia.
Non avete capito niente di quello che avete appena letto? Non preoccupatevi: è piuttosto normale, anche se certe espressioni sono ormai diventate parte del parlato comune in certi ambiti. Avete capito tutto?
Allora, con ogni probabilità, vi manca Il Terzo Segreto di Satira e ne sentite un gran bisogno pure oggi.
In un periodo storico in cui la satira politica sta faticando parecchio, una prospettiva graffiante, originale e creativa sarebbe fondamentale per narrare in modo alternativo le vicende degli uomini e delle donne che ci governano.
Non è che siano mai spariti: facendo un giro sui loro account, incluso il loro seguitissimo canale YouTube con 122.000 iscritti, si scopre che Il Terzo Segreto di Satira, collettivo di artisti esploso dieci anni fa con un ciclo di video, continua a sviluppare con buona costanza i propri contenuti. Gli ultimi, nel momento in cui stiamo scrivendo, risalgono a circa otto mesi fa. Non sono tanti, ma per chi ha imparato ad apprezzare la loro ironia, anche un solo giorno sarebbe stato troppo. Va detto, tuttavia, che la qualità dei loro video è sempre eccellente, quindi l’attesa è pienamente ripagata: meglio fare “poco ma bene” che “tanto e male”.
Ma chi sono e da dove arrivano i componenti del collettivo Il Terzo Segreto di Satira?
Lo raccontano loro stessi all’interno della descrizione del canale Youtube. “I milanesi Pietro Belfiore, Davide Rossi e Davide Bonacina, il mantovano Andrea Fadenti, e il comasco/svizzero Andrea Mazzarella si conoscono alle Scuole Civiche di Cinema, Televisione e Nuovi Media di Milano durante l’ottima annata 2008/2009. Durante l’amaro febbraio del 2011, grazie anche ad una potente ubriacatura “da Gianni”, il Bonacina, il Rossi, il Belfiore, il Fadenti e il Mazzarella fondano IL TERZO SEGRETO DI SATIRA: un gruppo di cialtroni per cialtroni. Non vogliono essere querelati ma sono pronti a farlo se necessario. Alcuni preferiscono il mare, altri la montagna. Sanno chi ha ucciso Kennedy e che fine ha fatto Laura Freddi ma non lo diranno mai, per nessun motivo!”.
In attesa di novità sul destino di Laura Freddi, bastano queste parole per cogliere un punto focale: il Terzo Segreto di Satira è un collettivo di artisti preparati, preparatissimi. Persone che hanno studiato e continuano a studiare, molto. E che non improvvisano niente, in alcun modo. Sarebbe pure scontato, se ci si approcciasse al mestiere con la giusta serietà, ma non essendolo diventa una nota di merito per loro. Chiunque può creare un video e postarlo da qualche parte, ma pochissimi lo fanno bene. Meno ancora, con la bravura de Il Terzo Segreto di Satira. Cialtroni? Non loro.
In ogni caso, i risultati certificano la bontà del loro lavoro: i video realizzati dal collettivo sono diventati, fin da subito, degli instant cult per decine di migliaia di persone, e alcuni video hanno superato abbondantemente il milione di visualizzazioni.
Uno, su tutti. Eccolo:
Eccolo, il Dalemiano.
Il video, pubblicato nel 2014, è indubbiamente uno dei punti più alti mai toccati da Il Terzo Segreto di Satira. Perché immortala secondo la loro prospettiva parodistica, in pochi minuti, le contraddizioni e i contrasti di un certo modo di fare politica. Correnti e posizioni alternative, diverse matrici e un’incapacità atavica di elaborare una sintesi. Il caos, il caos nel quale regna chi sa approfittare della situazione e trarne vantaggio in modo subdolo. Opera in silenzio, senza farsi notare, e senza cercare l’invisibilità: la sua presenza è metodica e chirurgica, persino machiavellica. Con risultati che vanno sempre nella direzione auspicata, incarnati dal “famigerato” Dalemiano.
Una sintesi perfetta del suo operato si riassume in una frase: “Io non sono quello che apre l’armadio: sono quello che indica l’armadio”.
Il risultato è raggiunto con apparente semplicità: “Non solo ha sabotato la serata ma verrò ricordato come quello che più di tutti voleva andare a teatro. Questo funziona in piccolo quando vuoi far saltare il teatro e in grande quando vuoi far saltare un premier”.
Ma di cosa parla, il Dalemiano?
Parodia pungente del due volte Presidente del Consiglio Massimo D’Alema, uno dei politici più discussi della Seconda Repubblica, il video mira a evidenziare il suo modus operandi attraverso una satira efficace. Utilizzando una tecnica caratteristica di tutti i video di quel filone, si entra nelle dinamiche politiche dalla porta di servizio, inscenando situazioni tratte dalla quotidianità in cui potrebbe riconoscersi chiunque, non solo i trentenni. Marco, un ragazzo che aveva programmato una serata allo stadio, si trova di fronte a un cambiamento di piani quando la sua compagna organizza un appuntamento a teatro con un variegato gruppo d’amici. Da una parte, una coppia mediamente agiata; dall’altra, una coppia alle prese con la precarietà. Entrambe sposate, in modi molto diversi. Nel mezzo c’è Marco: il suo obiettivo è far saltare la serata a teatro, senza che nessuno se ne renda conto.
Obiettivo complesso, ma per uno così tutto è possibile. Conosce perfettamente pregi, vizi e peculiarità di ognuna delle persone sul tavolo, e fa emergere coni d’ombra e scheletri nell’armadio con modalità che ricordano da vicino, anche sul piano espressivo, l’indimenticabile Frank Underwood di House of Cards. Marco sfonda la quarta parete, si confessa al pubblico e dissimula con gli amici, rappresentando l’unico solido fattore di continuità tra le beghe generate nella situazione caotica che rapidamente si innesca.
Il Dalemiano, alla fine, avrà la meglio come sempre: l’incendiario travestito da pompiere ottiene la sua serata allo stadio, lasciando un cumulo di cenere dietro di sé.
Come dicevamo, il video fu un vero e proprio istant cult. Ed è fonte di meme e spunti vari che hanno creato una connessione fortissima tra gli artisti e il pubblico. Lo sottolinea lo stesso Marco Ripoldi, interprete del celebre personaggio. L’attore lo evidenziò nel corso di un’intervista di alcuni anni, in cui parlò dei suoi lavori preferiti: “Quello dove mi sono divertito di più è Il decimo uomo, anche se non ha così tante visualizzazioni. Il preferito mio, che è anche quello che la gente che mi trova per strada mi rammenta più spesso è il Dalemiano, a proposito, birretta?”.
Il Terzo Segreto di Satira è però molto di più. Il Dalemiano fu un punto di partenza che ha cementificato il rapporto col pubblico, portandoli ad andare ben oltre coi loro progetti. Dopo il successo del 2014, il collettivo ha partecipato a varie trasmissioni televisive con contenuti unici, ha prodotto due film (Si muore tutti democristiani e Mollo tutto e apro un chiringuito), uno special molto riuscito del 2023 e diversi video, spesso pubblicati in concomitanza con appuntamenti elettorali, che continuano ad essere molto seguiti dal pubblico.
Il loro sguardo inedito sulla politica, trasversale e capace di unire con una satira diretta a tutte le fazioni politiche, coinvolge, intrattiene e fa riflettere senza mai polarizzare, anche quando diviene spietata e irriverente come nel caso del Dalemiano.
Uno sguardo necessario, se non indispensabile.
La politica e in generale il potere necessita di un contraltare che troppo spesso viene riprodotto attraverso un’ironia troppo umorale e una comicità che mira alla pancia più che alla testa. Niente di più sbagliato: la satira spinge alla riflessione, e offre una dimensione fondamentale che tutela un rapporto sano e costruttivo tra il popolo e il potere. Oggi, questa dimensione è sempre più assente. Per questo motivo, speriamo di ritrovare presto Il Terzo Segreto di Satira con le sue inedite prospettive e il suo particolare modo di interpretare la realtà: dopotutto, il materiale da cui attingere non manca. Anche se il Dalemiano è ormai alle spalle, gli eredi non mancano in gran parte degli schieramenti politici. Con una birretta in mano, pronti a una serata in curva dopo averne evitato una nel loggione.