Se stai leggendo questo articolo, significa che le serie tv sono la tua vita: la puntualità dei dettagli, le sfumature delle immagini, la complessa immediatezza di quel messaggio inviato e in pochi istanti recepito, lasciando però a chi è dall’altra parte dello schermo la responsabilità di capirlo. Libidine.
Le serie sono questo ma c’è molto di più, per scoprirlo occorre analizzarle fino ai tanti piccoli atomi che le compongono, le singole scene. Il compito di questa rubrica sarà per l’appunto quello di calarsi dentro i microcosmi dell’universo più ganzo che ci sia nel tentativo di avvicinare il lettore (che non è altro che l’occupazione part-time dello spettatore) al messaggio di cui sopra: enjoy!
LE IDI DEL BOARDWALK
Sul boardwalk di Atlantic City non valgono le solite regole del gioco.
Il telefono squilla, Jimmy risponde e la vocina del suo mentore, Nucky Thompson lo investe provocando in lui la solita reazione : l’ingolosirsi per il premio offerto (la testa di Manny Horwitz) e il fastidio per la solita saccenza del rachitico tesoriere. L’appuntamento è al monumento ai Caduti, da solo.
Il fido Richard Harrow si propone di scortarlo, ma il biondo rifiuta, spavaldo e sicuro di sé come in teoria non prevederebbe la sua indole, tuttavia è fondamentale che lo sembri.
Piove come se Dio stesse guardando una replica di “The Elephant Man“.
Sul posto Jimmy trova Nucky, vestito di tutto punto e incassato nel suo cappello tondo, l’infido Horwitz e quella canaglia irlandese di Owen Sleater, intendo a mantenere fermo il prigioniero.
I maledetti lo irridono facendogli sembrare che quello sia per davvero un favore tra gentiluomini, che Thompson stia veramente per consegnare al suo ex-protetto la sua nemesi, che forse le due grandi menti di quello sputo di terra nel New Jersey possono veramente tornare a lavorare insieme.
Poi Eli, ovviamente alle spalle da vigliacco qual’è, brandisce il fucile e il condannato capisce : morirà, non per mano sua, ma accadrà stanotte su quella poltiglia fangosa.
Paura? Disperazione? Protese? Nah, non sarebbe appropriato. Darmody rimane impassibile con lo sguardo infilzato negli occhi di Nucky, trova anche il tempo per trollare clamorosamente Owen che tenta perfino di perquisirlo : come se il toro nell’arena nascondesse una colt sotto uno zoccolo!
“Era così doveva andare a finire giusto?”
“E’ una tua scelta James“
“Io sono morto in una trincea molti anni fa”
L’allievo stravince il primo scontro verbale con il maestro, forte della tranquillità dell’accettazione e dell’affermazione che ha appena fatto che in fin dei conti è vera; lui ha combattuto la Prima Guerra Mondiale, un massacro organizzato (male) che ha avuto come teatro trincee fatto dello stesso fango che Jimmy sta calpestando adesso. In un certo qual senso, Darmody si sente quasi a suo agio in questo contesto, aiutato anche dal fatto che la responsabilità di quello che sta per succedere non è sua, nonostante il patetico tentativo di “scaricabarile” del suo rivale.
Chiede chi sarà a farlo passando provocatoriamente in rassegna tutti i pedoni tralasciando il Re finché lo stronzo, sdegnato, scende dal suo piedistallo e orgoglioso si fa avanti estraendo la pistola : la grande differenza tra i due è che uno combatte in prima linea e l’altro non si sporca mai le mani, che è il motivo per cui il pubblico è naturalmente portato a simpatizzare per il figlio del commodoro, anche se questa è un’occasione veramente speciale e Nucky non può esimersi dal metterci la faccia.
Tutti stanno sorridendo, Jimmy in primis, eccezion fatta per chi stringe nervosamente il dito sul grilletto che piegato dalle proprie incertezze.
A questo punto il condannato esagera perché irride ulteriormente il boia consigliandogli di stare calmo e tirando fuori qualche profezia sul suo futuro che sarà dif-BANG!!!!! Il primo colpo parte.
Tutti guardano a terra, compreso il milite in bronzo, spettatore silenzioso ma incisivo.
Il perdente è stato zittito dal piombo, perciò al vincente spettano l’ultima frase e il colpo di grazia.
“Io non cerco perdono” – BANG.
La folle corsa di Jimmy Darmody si ferma qui, con un ultimo fugace pensiero ai tempi della guerra e al giorno in cui, forse, morì per davvero.
Nonostante tutti quanti pensassero che fosse giunto effettivamente il momento di un ricambio generazionale, il crimine ha risposto picche e ha confermato al potere il suo esponente più esperto, riproponendo una versione anni ’30 delle Idi Di Marzo dove Cesare fredda malamente il giovane Bruto al cospetto di tutti gli altri traditori.
Ve lo avevamo detto : questa è Atlantic City.