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Inside no. 9 è un gioiello, e la terza stagione l’ha confermato

Inside no. 9
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Di Inside no. 9 si parla poco, troppo poco, ed è un vero peccato perché un gioiello come questo difficilmente ci ricapiterà tra le mani.

Certo, è una Serie particolare. Non so neanche se la si possa definire una Serie, dal momento che ogni puntata racconta una storia completamente diversa e scollegata sia dalle precedenti che dalle successive, con personaggi anche diversi.

Quindi perché Inside no. 9 viene considerata una Serie? Tra l’altro così acclamata da critica e pubblico (inglese, ovviamente, visto che qui in Italia la conosciamo in pochissimi) da essere stata appena rinnovata per una quarta stagione.

La particolarità di Inside no. 9 è che ogni storia avviene in un ambiente circoscritto che reca il numero 9 fuori (o dentro).

E questo ambiente può essere una casa, il vagone di un treno, lo studio di un professore, una scarpa… Sì, avete letto bene, una scarpa. E credetemi, è uno degli episodi più belli di sempre. Ma ve ne parlerò tra un po’.

La terza stagione – terminata circa un mesetto fa – ci ha regalato altri 6 episodi di altissima qualità, tutti rigorosamente dark comedy, spesso tendenti all’horror o al thriller. Insomma, quello che di solito ci si aspetta da questa Serie e se ancora non l’avete vista, vi prego, fatelo. Ne uscirete più ricchi ‘spiritualmente’ e più felici, ve lo garantisco.

Comunque, analizziamo un po’ i gioiellini che Steve Pemberton e Reece Shearsmith (per chi non li conoscesse, sono gli autori del più celebre Psychoville) ci hanno donato questa volta.

THE DEVIL OF CHRISTMAS

Inside no. 9

Il primo episodio della terza stagione di Inside no. 9 è andato in onda qualche giorno dopo Natale, quasi come fosse uno speciale. A raccontare la storia un regista, che parla del film dell’orrore a basso costo e molto trash che ha realizzato per Natale. Una di quelle ‘commedie’ alternative che ci propinano ogni anno, per intenderci.

I suoi continui interventi, ci impediscono di farci prendere completamente dalla storia che stiamo vedendo, eppure anche questo è voluto: il distacco è necessario perché la vera storia raccontata non è quella che stiamo vedendo, ma quella degli attori, per chiudersi poi con un finale abbastanza inaspettato.

Ironica e divertente, questa puntata riesce bene nel suo intento: essere una parodia.

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