Il dosaggio nello sviluppo dei caratteri di ciascun racconto è fondamentale, specialmente quando si tratta dei personaggi che sono la vera anima di ogni storia. Che siano antagonisti, spalle o primari, è necessario che al di là delle caratterizzazioni siano umanamente modellati e moderati. Consci del fatto che possano sussistere figure dai tratti negativi estremizzati al punto da non incontrare il favore del pubblico, qualcosa di anomalo accade con quei personaggi fittizi che, nonostante la positività del loro contributo alla vicenda, non sono allo stesso modo tollerabili. Non sempre la realtà è facile e godibile come ritratto attraverso lo sguardo idealizzato di alcuni: nonostante si tratti di racconti di finzione, alcune percezioni sono spesso troppo alterate. Il mondo non è colorato e scanzonato come percepito da alcuni, col tempo il panorama televisivo ha proposto tante figure con ruoli più leggeri, tra queste sussistono delle rappresentazioni stucchevoli al punto da mettere alla prova la pazienza di chiunque.
Non si tratta solo di freddo cinismo, che si sia forgiati da anni di consumo seriale o che ci si dedichi a confortanti visioni sporadiche, chiunque farebbe fatica a mantenere i nervi saldi di fronte a un tale stomachevole ottimismo. Ebbene, l’intrattenimento audiovisivo ha proposto personaggi allegri e pieni di energia, ma ci sono casi in cui tali elementi strabordano. In alcuni casi vengono sviluppati dei tratti a livello psicologico e fisico col fine di comunicare felicità in qualsiasi modo, circondando tali elementi di un’aura di pura positività.
Queste figure brillano eccessivamente di luce propria, rischiando di accecare col loro spregiudicata lietezza e ingenuità verso la realtà. Ad esempio, dopo ben 6 stagioni, l’inizialmente tenera allegria di Jessica Day di New Girl risulta nauseante.
Seppur alcuni personaggi possano alleviare e confortare, un abuso di battute e prospettive piene di vitalità e fiducia alle volte stonano anche nei contesti delle più grandi comedy e distolgono l’attenzione dal focus primario. I personaggi entusiasti e briosi oltre i limiti del quieto realismo proiettano speranze in uno scenario che di possibilità di redenzione ne ha poche. Tali figure sembrano procedere indisturbate in un mondo caotico e più oscuro di quello che a esse pare, vivono ignare in una bolla colorata in cui splende sempre il sole nonostante tutto. Seppur possano essere strumentali a situazioni che allievino il racconto e portino umorismo, spesso questi possono ottenere l’effetto contrario, soprattutto quando impiegate eccessivamente e senza un effettivo equilibrio. Dunque ecco riportati degli esempi concreti, capitanati proprio dalla mielosa Jessica Day, di personaggi che ci hanno letteralmente nauseato col loro estremo ottimismo.
1) Jessica Day – New Girl
Jessica Day (Zooey Deschanel) di New Girl è il perfetto esempio della ragazza della porta accanto. In questo caso, il modello è estremizzato in modi quasi caricaturali. Jess è eccentrica, quasi teatrale nel suo essere così eccessiva nel vedere tutto nel modo più positivo possibile. Sullo schermo ritroviamo l’entusiasmo e ottimismo giovanile di chi ancora non ha ancora avuto delusioni troppo scottanti ed è cresciuto con la percezione di essere effettivamente il main character del proprio racconto. La signorina Jessica Day lavora come insegnante di scuola elementare, professione che meglio si coniuga con la fanciullesca maniera che questa ha di vedere la vita; mentre il rimando alla sua frizzante positività si può evincere dal cognome stesso. Jess non si vergogna di sembrare goffa o di fare cose che la metterebbero in imbarazzo, è spensieratamente sé stessa in una realtà che attorno a lei è tutt’altro che fiabesca.
Tutto ciò la renderebbe un’amabile ragazza dai grandi occhi azzurri, se non fosse per la stucchevole caratterizzazione che va oltre la sola listazione dei suoi tratti. Jessica Day si distingue per una fastidiosa risatina, che ne è il marchio di fabbrica e che propone ogni qual volta accada qualcosa che trova esilarante (e spesso è solo lei a ritenerlo tale). La giovane ha una mentalità ingenua e da sognatrice che si manifesta spudoratamente più e più volte, come quando organizza situazioni romantiche affinché i suoi genitori divorziati possano riconciliarsi. Come se non bastasse, canta, tanto, soprattutto inventando strofe su quello che vorrebbe dire a parole. Una caratterizzazione fitta: Jessica Day è piena di vita ed energia, ma ce ne prosciuga un po’ ogni qual volta la vediamo agire sullo schermo.
2) Kimmy Schmidt – Unbreakable Kimmy Schimdt
Se Jessica Day è stucchevole, Kimmy Schmidt, forgiata da un mondo cruento e oscuro, è la stella più eccentricamente luminosa che possa derivare dal panorama televisivo. Vestiti colorati e animo da bambina questa ha passato gli ultimi quindici anni della sua vita rinchiusa in un bunker sotterraneo a opera di un pazzo conservatore che sfrutta e inganna un gruppo di giovani donne. Nonostante il destino sia stato crudele con la protagonista interpretata da Ellie Kemper, il fatto che questa abbia vissuto segregata l’età coincidente con la maturazione fisica e intellettuale, mentre il resto della società procedeva e mutava, ha fatto sì che questa abbia conservato una prospettiva infantile e ingenua in un corpo ormai da adulta. Kimmy è impulsiva, dolce e ingenua, soprattutto in confronto alla dura realtà newyorkese in cui vive. Il contrasto che si crea è caratteristico dello show, ma la frizzante e tenera personalità della Schmidt eccedono i limiti proponendo dinamiche alle volte esageratamente zuccherate. Ciò al punto da credere che l’adorabile Kimmy non sia che una povera sprovveduta. Nonostante il candore del personaggio, in un modo o nell’altro le dinamiche di cui è vittima trovano sempre il modo di risolversi in tempi più o meno celeri: perde tutto appena arrivata nella Grande Mela? Nessun problema per le fortunate sorti della protagonista! La percezione fanciullesca e il fatto che ogni cosa vada bene a una Kimmy che nemmeno si impegna consciamente in tale senso, non sono che strabordanti al netto delle quattro stagioni andate in onda su Netflix.
3) Elfo – Disincanto
La narrazione di Disincanto si apre con Elfo che è insoddisfatto della sua idilliaca esistenza a Elfolandia, non ne può più di vivere costantemente in una condizione forzata felicità. Anche quando però abbandona la sua Terra, il personaggio rimane il membro allegro del gruppo. Una volta fuori dal suo regno, paragonato al resto del ruvido mondo reale, Elfo risulta ingenuo e costantemente entusiasta, anche in situazioni in cui sarebbe necessario tutt’altro. E’ sempre contento di immergersi in una nuova avventura, ma con la scapestrata euforia di chi ignora deliberatamente ciò a cui sta andando incontro. Con la sua mentalità ottimista, Elfo vede il bicchiere mezzo pieno anche in circostanze potenzialmente rischiose per la sua stessa vita.
Proprio a fronte del suo carattere più morbido, è un po’ la coscienza a forma di angelo che si contrappone al bieco Luci sulla spalla della principessa Bean. Complice il fascino magnetico del cinico demone nero, più in linea con l’umorismo scuro del racconto fantasy, il giovane dalla pelle verde non può nulla per conquistare il favore dell’audience. Di conseguenza è per lo più rilegato a innocenti battute fuori luogo che smorzano la tensione e l’eccessiva drammaticità di certe scene, il che non lo rende di certo un personaggio memorabile dal contributo essenziale.
4) Andy Dwyer – Parks and Recreation
La stragrande maggioranza delle serie tv si compone di un cerchio di personaggi in cui solitamente figura il personaggio buono e un po’ semplicione a cui tutti gli altri vogliono bene. Nel caso di Parks and Recreation, questo ruolo spetta a Chris Pratt con Andy Dwyer. Nello show, questi rappresenta l’uomo americano medio, pigro, non particolarmente dotato, pieno di strani sogni, ma a cui tutti generalmente tengono. Nonostante Andy non abbia per buona parte della sua storia un lavoro effettivo, non riesca a sfondare con la sua band e venga spesso trattato con sufficienza dagli altri, questi prosegue totalmente indisturbato con la propria esistenza. Fiducioso anche quando non si è in grado di ricavare nulla di buono dalla situazione, merita decisamente un posto tra i personaggi che hanno nauseato con la loro positività tossica. Con esiti a volte deleteri, l’impulsivo ottimismo che lo contraddistingue lo porta anche a farsi male e a compiere scelte non sempre condivisibili. Goffo, impacciato e d’animo buono, Andy interviene spesso con l’intento di risolvere le cose, i risultati sono spesso dubbi e, col senno di poi, sette stagioni mettono alla prova anche la pazienza di chi si nutre di dinamiche stucchevoli. Il personaggio è totalmente indifferente alle difficoltà della vita e grazie al suo buonismo questa non si ripercuote troppo duramente su di lui. E’ impulsivo e onesto, dice e fa quello che pensa senza temerne le conseguenze, un grande bambino da tenere sempre sotto controllo.
5) Glenn Sturgis – Superstore
Se il mondo dell’intrattenimento ci ha proposto diverse tipologie di datori di lavoro e figure superiori che si caratterizzano per aver man forte, allo stesso modo il panorama delle work-place comedy ci sta abituando a dei capi dalla leadership meno adeguata. Glenn Sturgis (Mark McKinney) è il manager del fittizio Cloud 9 di Superstore ed è uno dei più recenti boss televisivi dalle doti anomale. Marcato da una voce acuta e nasale che ne enfatizza e riflette i tratti della personalità, questi non è il personaggio maturo a cui di norma si affiderebbe la guida di un negozio di tali dimensioni. E’ un uomo tenero, sensibile, ingenuo, estremamente protettivo e drammaticamente positivo nel modo di relazionarsi coi dipendenti e con gli altri in generale. L’ottimismo che ne contraddistingue il temperamento sul posto di lavoro lo rende naïf a livelli raramente raggiunti sul piccolo schermo. E’ anche un uomo di fede, il che ne parzialmente giustifica l’interiorizzata necessità di essere apprezzato e non deludere gli altri. Proprio a fronte della sua eccentrica positività, non sempre è preso sul serio dagli altri ed è in grado di raggiungere in modo professionale i propri obiettivi. Ma poco gli importa, nulla può togliergli il buon umore. Il candore del personaggio è completamente riflesso anche nel modo in cui questo si presenta esteriormente: con buffe cravatte con mille mila nuvolette e una palette dai colori chiari. Il suo buon umore ed entusiasmo sono in grado di avvicinare dolcemente lo spettatore, ma l’eccessiva innocenza attribuita un uomo della sua età rendono il tutto stomachevole e a tratti pietoso. Non c’è scampo per nessuno, nemmeno per Glenn, il suo sorriso smagliante e il suo caldo buongiorno.
6) Janice Hosenstein – Friends
Come con la risatina di Jessica Day, guardando la foto o sentendola nominare potrebbe riecheggiare nella testa di chiunque l’insopportabile sghignazzata che emette puntualmente in ogni occasione, che sia veramente un contesto ironico o un gemito atto a riempire la conversazione. Janice (Maggie Wheeler) è uno dei personaggi non protagonisti che più ricorre nella storica sitcom Friends, nonostante non sia una dei core 6, questa presenta una caratterizzazione estrema.
Positiva e sbeffeggiante in ogni sua entrata in scena, è sicuramente una delle figure iconiche su cui lo show regge le sue dinamiche. Ma il fatto che non riusciamo a togliercela dalla testa non implica che sia per motivi positivi. Janice è uno di quei personaggi che ci ha portati all’esasperazione, presentandosi nei momenti meno opportuni con l’entusiasmo fuori luogo che la contraddistingue. Al contrario degli altri personaggi citati però, questa è ottimista in una maniera che si esprime e ritorna in un modo più repellente che nauseante. La costruzione di una figura talmente briosa in senso negativo non è opera semplice. La risata atta a percepire ancora di più la distanza tra i personaggi e a enfatizzare la scomodità delle situazioni riesce nel suo intento: sviluppare un personaggio sgradevole in tutti i sensi, anche al di fuori del solo aspetto connesso al suo costante stato di estenuante felicità. Complice soprattutto il fatto che entri in gioco per lo più per minare una delle coppie più amate della sitcom.
7) Jason Mendoza – The Good Place
In quanto serie tv prevalentemente di genere comedy, The Good Place è ricca di intermezzi e battute comiche di diverso genere. Lo show ha un umorismo multistrato in grado di incontrare gusti differenti, da quello più sottile ed elevato a quello più semplice e generalista. Proprio a fronte del vasto spettro comico, l’incosciente Jason (Manny Jacinto) a lungo andare è il personaggio che ha una collocazione più precisa nella storia: si inserisce a forza nei dialoghi col solo compito di dire qualcosa di banalmente leggero. Il ragazzo del Florida è di certo il carattere mentalmente più puro della serie tv, è sé stesso in tutto e ha una visione della vita e dell’al di là completamente spontanea. Con battute che disarmano totalmente, il personaggio ha ancora una mentalità ingenua e fanciullesca, quasi folle. Agli occhi di Jason la realtà è come un grande parco giochi in cui svagarsi, non c’è morte o dramma che tenga. Un palloncino a forma di Pikachu è sempre e comunque in grado di distogliere l’attenzione da ogni problema. La sconsiderata positività e la incosciente spericolatezza con cui si mette costantemente in gioco (e in pericolo) possono risultare superflui in una trama più introspettiva di quello che sembra. Se i protagonisti stessi non riescono spesso a tollerare lo spensierato ottimismo di Jason, come possiamo scamparla noi spettatori?