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5 cose che non ho ancora capito dei K-Drama

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Calmi. Prima di addentrarci nell’articolo devo assolutamente premettere una cosa importantissima: questo non vuole affatto essere un attacco ai K-Drama, anzi! Ce ne sono di meravigliosi e di davvero ben fatti, incensati dalla critica e amati dal pubblico, come ad esempio Squid Game. Questo articolo vuole semplicemente cercare di aprire un dialogo su alcune annose questioni che un telespettatore alle prime armi con il genere dei K-Drama si trova a domandarsi muovendo i primi passi nel mondo dei K-Drama, ancora inesperto su quel mondo che sta piano piano conoscendo. Sarà che veniamo da culture per alcuni versi molto distanti fra loro, e sarà pure che per entrare pienamente nel mondo dei K-Drama ci vuole una certa dimestichezza, non assimilabile in sole poche serie, ma qualcosa continua a non tornarmi, o semplicemente devo ancora capirla. Quindi eccoci qui: a tentare di affrontare insieme i punti che ancora mi sorprendono.

1) Accade tutto troppo in fretta

Badate bene, qui nessuno sta dicendo che ogni serie debba necessariamente essere lenta e ben dettagliata, o aspettare puntate e puntate prima di fare accadere qualcosa, niente affatto! Ma uno degli aspetti comuni a quasi tutti i K-Drama è senza dubbio la rapidità con cui l’azione si svolge: accade tutto troppo velocemente! Senza neanche dare il tempo allo spettatore di ambientarsi nello scenario, di capire dove si trova e cominciare ad assaporare le prime vibes della serie. Ecco, la maggior parte delle serie generalmente affidano questo compito a due o tre puntate, per introdurre i personaggi, l’ambientazione, i fatti con i quali entreremo in contatto, e solamente dopo cominciare a spingere sull’acceleratore, è chiaro no? Questo non vuol dire che non si debbano creare dinamiche o fatti particolari, anzi, sarebbe troppo piatto il contrario, ma proprio non riusciamo a capire il perché di tutta questa fretta. Vi faccio un esempio concreto proprio con un K-Drama uscito pochissimo tempo fa: Non siamo più vivi.

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(Non siamo più vivi 640×360)

Questo progetto segue la solita trama dell’epidemia Zombie, il che ci sta, ormai è un topic molto utilizzato ma quello che salta subito a l’occhio è la quantità delle vicende che accadono e la loro estrema velocità: tutto in una sola puntata, ovviamente la prima. La prima scena si apre infatti con un gruppo di adolescenti che bullizzano un compagno di classe, per poi essere catapultati in un’altra scena con protagonista un ragazzina che entra in un laboratorio e viene morsa da un topo. Così in pochi minuti accade di tutto e noi lì davanti allo schermo inermi a cercare di capire cosa stia succedendo: la ragazza viene morsa, poi viene morsa un’infermiera e subito dopo ancora un compagno di classe, per poi, in pochi istanti, essere contagiata la maggior parte della scuola, con sangue ovunque e ossa che si frantumano e…. FERMI TUTTI! Cosa è successo? Quando è successo? Perché è successo? Non ci siamo abituati.

2) I personaggi sono esasperati

Questa è un’altra caratteristica comune a moltissimi K-Drama: l’esasperazione dei personaggi. In che senso? Nel senso che, nel momento in cui i personaggi ci vengono presentati, essi vengono anche esagerati nelle loro caratteristiche, sia buone che cattive e questo per tutta la durata del prodotto. Ogni singola azione che compiono, anche la più insignificante, ogni gesto positivo o negativo, viene esasperato volutamente per accrescerne il significato. Ma a che scopo? Insomma, se un personaggio è buono o cattivo lo si vedrà con il tempo, con i suoi comportamenti naturali spalmati puntata dopo puntata e non serve sottolinearne così eccessivamente le caratteristiche. Quasi sempre infatti, se ci fate caso, il personaggio buono della storia è così buono che quasi ci fa venire il diabete per ogni minima azione che intraprende, perché neanche per sbaglio calpesterebbe mai una piccola formichina sul marciapiede, facendoci così sentire degli esseri spregevoli. Lo stesso vale per il cattivo e il simpaticone e così via. Sia chiaro, succede in qualsiasi tipo di storia e da sempre, addirittura dai tempi di Plauto e Terenzio, ma in queste serie tv è come se si calcasse maggiormente la mano su questo particolare aspetto. Viene come aperto un vaso di Pandora e fatta uscire l’essenza di ogni personaggio così, di colpo, in maniera esasperata e diretta, lasciandoci ancora una volta confusi. Citiamo un altro K-Drama che è molto valido ma che ci servirà comunque da esempio: Sweet Home.

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(Sweet Home 640×360)

Questo K-Drama è ottimo per spiegare le dinamiche di cui vi parlavo perché vede più personaggi coesistere nello stesso ambiente per moltissimi giorni, il che si offre come la lampante occasione per prefigurare l’esasperato atteggiamento dei suoi protagonisti. Certo, c’è da dire che i personaggi di questa serie tv sono calati in un mondo apocalittico pieno di mostri mangia-persone, per cui possiamo anche capire per certi versi la loro generale esaltazione, data la situazione, ma questo non vuol dire che la suspense debba renderli così esagerati. La paura infatti può essere rappresentata benissimo anche dal completo silenzio o dalla razionalità che tenta di avere il sopravvento, come ci insegna Guillermo del Toro. E così, in Sweet Home, troviamo la donna esaltata che usa ogni singolo momento per urlare e dire che presto moriranno tutti, non c’è una sola scena dove possiamo vederla in un’altra sua chiave di lettura, così, per leggerla sotto un altro aspetto, così come fino alla fine ci sarà anche il simpaticone di turno che non farà altro che fare battute in ogni momento, sempre, puntata dopo puntata. Perché tutto questo? C’è davvero così tanto bisogno di esasperare ogni singolo sentimento in questa maniera? Cari fan dei K-Drama ve lo urliamo anche noi: aiutateci a capire!

3) Le scene sono esasperate

Esattamente come per i personaggi, le situazioni e le scene raccontate nei K-Drama appaiono ingigantite: anche il più piccolo accadimento sembra debba essere per forza essenziale ai fini della storia. Attenzione, non si parla di scene forti, crude o di violenza, dove l’esasperazione – a volte – è necessaria per fini artistici, qui si sta parlando anche di semplici scene dove si va a fare la spesa o a portare il cane a fare una passeggiata.
Il vaso di Pandora dunque si riapre nuovamente e fa uscire un pathos incredibilmente voglioso di trasmettere non si sa bene cosa. Anche negli anime giapponesi che ci hanno accompagnato lungo tutta la nostra infanzia e accompagnano ancora oggi moltissimi fan, abbiamo assistito a cose di questo genere ma, hey, quanto erano divertenti e spassose! In questo caso, invece, non riusciamo davvero a dargli un senso preciso perché non sono calate in un contesto comico e sembrano sbucare improvvisamente come un ciuffo di prezzemolo dal terreno. Prendiamo come esempio un altro K-Drama: The Glory.

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(The Glory 640×360)

Molto popolare non solo in Corea, ma anche in Italia dove è seguito da una bella fetta di fan, The Glory ha sicuramente colpito per la sua trama molto coinvolgente e intrigante capace di catturare lo spettatore e fargli venire una voglia matta di sapere come va a finire la vicenda e soprattutto che fine faranno i personaggi. The Glory però non è solo questo, perché è forse uno degli esempi migliori proprio per descrivere, nel complesso, le caratteristiche di cui vorrei parlarvi. Tutte le situazioni createsi, infatti, appaiono esasperate al limite della comprensione e, ripetiamo, non sto chiaramente parlando delle scene dove effettivamente serve, ma in qualsiasi singola scena: preponderante o insignificante che sia ai fini della trama. Prendiamo per esempio le bulle della protagonista: Park Yeon-jin, Choi Hye-jeong e Lee Sa-ra. Sono tre ragazze molto diverse tra loro caratterialmente eppure si è adottato lo stesso metodo per farle apparire sullo schermo: ogni scena è buona per farle urlare e tirare schiaffetti a destra e a manca, anche quando non ce ne è affatto bisogno; quando sono in stazione, al lavoro o semplicemente a casa. In questo modo le scene delle ragazze appaiono sullo stesso piano di quelle in cui c’è la mamma della protagonista – una vera esaltata – e questo non è coerente. Le due scene non hanno lo stesso valore dal punto di vista del significato che quella violenza vuole raccontarci, eppure vengono mostrate nello stesso identico modo, come se non ci fosse alcuna differenza in termini di gravità.

4) Le persone arrivano alla soluzione di un enigma, totalmente a caso!

Ecco un’altra caratteristica che torna ciclicamente nei K-Drama. Ammettiamolo: spesso i protagonisti arrivano a scoprire la verità in modi assurdi! Mi spiego meglio: arrivati a un determinato punto della storia serve necessariamente che i protagonisti – e gli spettatori che ancora non l’hanno fatto – arrivino a capire la verità sulla situazione X incriminata, appare necessario; è arrivato il momento di scoprirlo perché la storia richiama a sé la soluzione in modo ormai naturale. Cosa accade – o dovrebbe accadere – quindi? I protagonisti dovrebbero arrivare alla fantomatica soluzione seguendo un filo logico ben definito, dopo aver accostato indizio su indizio e aver costruito una torre solida di ipotesi (Poirot ci fa da maestro, no?). Invece no! I protagonisti di molti k-drama vi arrivano in modo totalmente slegato da tutto il resto grazie a un’improvvisa intuizione basata sul nulla più totale, tanto da lasciare lo spettatore – molto spesso già informato sui fatti, a differenza del protagonista – a bocca aperta e con una sola domanda che gli frulla per la testa: “Ma come diavolo hai fato a capirlo?!”. Prendiamo ancora una volta come esempio The Glory per capire di cosa stiamo parlando:

(ALLERTA SPOILER IN QUESTO PUNTO per chi non ha visto la serie)

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(The Glory 640×360)

Lui è Jeon Jae Joon e durante il corso delle puntate viene ammazzato un suo collaboratore. Quest’ultimo però, prima di morire, riesce a registrare tutta la conversazione avuta con il suo assassino. Solamente una registrazione, nessun video e nessuna immagine, solo la voce dei due che sì, certamente si insultano, si urlano addosso, si dicono le peggiori parole che un essere umano possa dire a un altro ma nient’altro! Non si sente assolutamente niente al di fuori di insulti o rumori: non un nome, non una città, non un riferimento a oggetti, o persone che possano aver commesso l’omicidio, solo due individui che litigano a morte. Bene, Jeon Jae Joon, reggetevi forte, capisce che uno ha ucciso l’altro e anche come! Così, da una semplice registrazione! Volete sapere come? Sente che i due stanno bevendo – cosa del tutto normale – e quindi si ricorda improvvisamente che una delle sue bottiglie pregiate è scomparsa da un po’. BAM! Da questo capisce che la bottiglia è stata di certo utilizzata dall’assassino per uccidere il suo collaboratore in quell’esatto momento. Lo spettatore sa che questa è la verità, lo ha visto in qualche puntata precedente, ma adesso spiegateci come fa lui a capirlo! La bottiglia potrebbe essere sparita per altre centinaia di ragioni e lui potrebbe essere morto in altre centinaia di modalità. Per giunta arrivando alla soluzione in che modo? Con un audio! Vi prego, non ce la possiamo fare così.

5) Sotto-trame a volte inutili

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(Eve 640×360)

Spesso i K-Drama partono a mille con un’ottima trama che successivamente si arricchisce di troppi dettagli e sotto-trame inutili, useremo come esempio uno dei lavori più attesi del 2022: Eve.
Il progetto appariva davvero interessante all’inizio tant’è che il pubblico non aspettava altro, ma dopo le prime puntate, quella che appariva come un’ottima trama fatta di intrighi e misteri, è arrivata a essere un contenitore dove accumulare le più disparate idee.
La trama originaria vedeva la protagonista del K-Drama, Lee Ra-El, perdere i suoi genitori in maniera tanto violenta quanto misteriosa: la ragazza giura quindi una vendetta tremenda verso agli assassini. Per raggiungere tale scopo, però, la giovane avrebbe dovuto pensare a un piano perfetto in ogni minimo dettaglio, perché il gruppo segreto colpevole dell’uccisione della coppia è uno dei più potenti di tutta Seoul. Così, decide di vendicarsi dall’interno diventando una di loro: inizia a partecipare agli eventi, ai gala, insomma a tutte le iniziative di quel mondo tanto glamour quanto letale. Fino a questo punto la trama risultava essere davvero convincente ma pian piano la situazione è sfuggita di mano. Gli avvenimenti del K-Drama scorrevano abbastanza bene ma con l’incedere degli episodi lo spettatore notava sempre di più nuovi dettagli: nuove trame amorose, nuove occasioni lavorative, una miriade di accadimenti che nulla avevano a che fare con la trama iniziale e che mai l’avrebbero resa migliore, anzi. Tutto ha finito per annoiare e stancare terribilmente lo spettatore, che ha deciso di non premiarla più come l’inizio.

Dunque, affezionatissimi fan dei K- Drama, ho bisogno di voi! Apritemi la mente e spiegatemi perché ancora non sono riuscita a calarmi pienamente in questo accattivante ma a tratti bizzarro mondo.

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