7) Dexter: la ricerca sul database della polizia
In più di un’occasione sono state mosse a Dexter accuse di qualche buco di trama di troppo. D’altronde gli autori sembrano non essersi mai realmente preoccupati di questi aspetti. La serie gioca soprattutto sulla contorta personalità del suo protagonista, affascinante e tremendo allo stesso tempo. Un killer che non ha scelta, vive nel bisogno impellente e impossibile da sradicare di commettere omicidi. Le cause di questa sua natura insopprimibile si scopriranno nel corso della narrazione.
La soluzione geniale e intrigantissima a questo problema apparentemente insolubile è quella del cosidetto “codice di Harry”, formulato dal padre di Dexter per rendere più accettabile la mostruosa natura del figlio. Sintetizzando molto: uccidere solo chi se lo merita davvero, quei criminali che la giustizia non riesce a incastrare.
La serie si sviluppa sulla soggettiva del protagonista, sui suoi pensieri e sulla caccia che conduce. Da esperto forense Dexter ha accesso al database della polizia: può così trovare le sue vittime predilette e, dopo averne appurata la colpa, provvedere alla loro soppressione. Fantastico, ma nessuno si è mai posto una domanda? Il database è accessibile a Dexter, certo, ma possibile che le sue ricerche non vengano mai memorizzate?
Non rimane traccia dei log in effettuati dall’uomo? E se sì, come mai nessuno ha collegato le morti dei criminali alle ricerche effettuate dal patologo forense il giorno prima? La cronologia degli accessi e delle ricerche sul database è senza dubbio fondamentale in un dipartimento di polizia per evitare hackeraggi indesiderati e ricerche non autorizzate. Insomma, i conti non tornano proprio. E senza questo elemento sarebbe crollata buona parte della trama!