Mettiamo subito le mani avanti: non necessariamente un escamotage narrativo banale rende automaticamente una serie tv banale (anche se La Casa de Papel ha dimostrato spesso la sua banalità). In questo elenco troverete serie tv con oggettivi problemi strutturali come altre che superficiali non sono affatto, anzi sono amate e seguite da un vasto pubblico.
1. Insatiable
Una serie che, ancora prima dell’uscita ufficiale, aveva destato vivissime polemiche. Sotto accusa la superficialità con cui veniva trattato l’argomento dei disturbi alimentari e l’espediente narrativo da cui scaturiva la storia. La protagonista subisce un forte shock, dimagrisce e diventa la più corteggiata della scuola (e la più antipatica). Insomma, non esattamente un colpo di genio. Non tanto l’espediente in sé, quanto come è stato gestito dalla sceneggiatura: non spiegato, non giustificato né indagato, solo buttato con fretta in faccia allo spettatore per avviare la storia.
Ma non si tratta dell’unica serie per adolescenti ad aver utilizzato un espediente narrativo che ha avuto l’effetto di banalizzare la trama.
2. 13 Reasons Why
Sotto accusa finisce anche 13 Reasons Why. A banalizzare la trama non è tanto la scelta, dalla seconda stagione, di presentare e concentrarsi sul “dopo Hannah Baker”, mostrandone anche la faccia nascosta. L’espediente narrativo, mutuato da Pretty Little Liars, di mostrare anticipatamente chi morirà per concentrarsi sulla ricerca del colpevole, mostra solo tutte le debolezze di questa serie. Che già alla sua terza stagione sembra stanca, vecchia di secoli e con zero impulsi per andare avanti, solo quello dell’attesa di milioni di fan.
3. Pretty Little Liars
La trama di Pretty Little Liars, a voler essere pignoli, non è propriamente banale: il termine più corretto per definirla è probabilmente “sopra le righe”.
Non è infatti banale il voler attribuire con un colpo di scena ad Alison una sorella (un tempo fratello) misteriosa. Anzi, è segno di un notevole ingegno narrativo. Peccato che poi questo stratagemma venga usato in maniera pressoché identica per svelare l’identità della misteriosa A.D., che dalla prima stagione perseguita le ragazze più bugiarde delle tv. La serie dimostra di voler strafare, e questo non è mai un buon sistema per evitare la trappola della banalità. Questo voler stravolgere le carte in tavola è proprio di una serie tv che adotta completamente il principio della sospensione dell’incredulità, per rifilare allo spettatore una sfilza infinita di supercazzole narrative.
4. Game of Thrones
Ebbene sì, anche la regina delle serie tv di nuova generazione ha un espediente narrativo che ha banalizzato la trama. Come dite, non lo avreste mai detto (leggere con ironia)? Ma perché veniamo da quel disastro dell’ottava e ultima stagione, in cui abbiamo imparato che possiamo sempre aspettarci di peggio. Noi invece vi parliamo di un espediente narrativo adottato quando per Game of Thrones c’era ancora speranza, e lo sconforto non aveva ancora iniziato ad abitare il cuore dei fan.
Ovvero quel pasticcio della storyline di Dorne, allestita male per crearsi una finestra narrativa che occupasse una parte della quinta stagione e non creasse troppo stress agli sceneggiatori. Da quel momento la trama di Game of Thrones ha iniziato sensibilmente a declinare, rialzandosi timidamente in alcuni momenti (vedi l’episodio 6×10) ma mantenendo strenuamente il livello basso per cui la ricorderemo.
5. La Casa de Papel
E per finire non poteva mancare lei, la regina assoluta degli escamotage narrativi banali, La Casa de Papel.
Forse quello più grave, a nostro avviso, è la reintroduzione forzata di Tokyo nella storia, dopo che Berlino aveva provveduto a togliere di torno il personaggio in assoluto più odiato della serie (oddio, ora che ci pensiamo c’è anche lui…). Inspiegabilmente il Professore la aiuta e la reintegra nella squadra: incredibile!
Questo momento è un fastidioso espediente non solo perché in questo modo La Casa de Papel riprende il fastidioso trend di mandare avanti la trama dovendo rimediare agli errori di Tokyo, ma anche per la resa scenica. Quella grottesca corsa in moto, conclusasi con un salto fin dentro la Zecca di Stato, è tutto tranne che credibile e contribuisce ad affossare una seconda stagione già condita da notevoli pecche strutturali.