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10 personaggi principali delle Serie Tv di cui avremmo potuto fare benissimo a meno

La Casa Di Carta
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“Ma io, in realtà, ne avrei anche fatto a meno”, è così che rispondiamo ogni volta che di fronte ai nostri occhi appare qualcosa che non ci piace, che non ci sposta niente. Vale nella nostra quotidianità e vale anche per le Serie Tv: spesso, infatti, gli sceneggiatori decidono di allungare il brodo con storie e trame che non ci danno nulla di nuovo infastidendoci. Il punto più alto, in questo senso, lo si tocca quando capiamo che è proprio di uno specifico personaggio che avremmo potuto fare a meno, e in quel caso non esiste nessun biglietto per il ritorno. La Casa Di Carta questo lo sa bene perché – purtroppo – pur di enfatizzare i caratteri identificativi della banda e dei vari personaggi – ha deciso di tirar su non una ma ben due essenze di cui avremmo fatto davvero volentieri a meno.

Sbagliare la costruzione di un personaggio è più semplice del previsto e dichiarare che avremmo potuto farne a meno è senza dubbio la presa di posizione più categorica: in questo modo affermiamo che – a noi – sarebbe anche andata bene senza di lui\lei, ammettiamo che la storia che abbiamo vissuto avrebbe potuto proseguire anche senza la sua entrata in scena.

Vediamo insieme quali sono 10 sfortunati che non sono riusciti a farci affezionare a loro, e fateci sapere chi aggiungereste alla lista!

1) Arturo – La Casa Di Carta

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Poche certezze nella vita, ma una di queste è che Arturo non abbandonerà mai nessuna lista che parli dei personaggi delle Serie Tv in senso negativo. La Casa Di Carta ha fin da subito messo in scena l’insopportabile direttore della Zecca di Stato dandogli un compito arduo: essere una vittima che in realtà – praticamente dai primi momenti – diventa più cattivo dei cattivi. Ciò che differenzia Arturo dalla banda, infatti, è la sua totale assenza di empatia: per salvarsi farà di tutto, anche mettere in pericolo le altre vittime e proprio da questo concetto riusciamo a cogliere in lui un altissimo livello di codardia. Arturo è un codardo che non vuole mai sporcarsi le mani ma solo farle sporcare agli altri. Non conosce amore e non conosce gesto basato solo sulla volontà di farlo perché per lui tutto deve avere un tornaconto e se qualcuno riesce a essere aiutato da lui deve stare attento perché inevitabilmente c’è qualcosa che non va o che sta per accadere.

Ed è così che questo personaggio diventa qualcosa di cui avremmo fatto volentieri a meno perché altro non offre che disgusto, fastidio e voglia di non vederlo. Ogni sua scena è falsa, costruita sulla pelle di un prigioniero che crede che Arturo sia forte e si affida a lui nella speranza di salvarsi, ma in realtà è lui il vero nemico. Lo abbiamo visto anche con Monica: è un uomo che fa dell’usa e getta uno stile di vita, e si approfitta di ogni persona solo per i suoi scopi. Il suo personaggio inevitabilmente – visto l’odio condiviso – è costruito bene e raggiunge l’obiettivo degli sceneggiatori, ma inevitabilmente è una storia di cui avremmo potuto privarci senza concedergli alcuno spazio perché le sue pazzie tolgono il riflettore a quello che è il vero punto principale della trama, e accendono la luce su qualcosa che ha il solo obiettivo di infastidirci.

2) Hughie – The Boys

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Il personaggio di Hughie in The Boys subisce una pena che nessun personaggio protagonista dovrebbe subire: gli viene soffiata la scena. Lui è il vero personaggio principale della serie, eppure questo non è chiaro perché per la maggior parte dei fan il vero punto focale è Billy, i supereroi, ma non Hughie. The Boys mette al centro della trama la lotta tra il bene e il male e smonta ciò che in questi anni abbiamo creduto e visto: non sempre i supereroi sono buoni e lavorano con il solo scopo di salvarci. Ed è così che la serie riesce a diventare in pochissimo tempo una delle più seguite e delle più amate: e in tutto questo, Hughie dov’è?

Non lo sa neanche lui, probabilmente. La sua storia d’amore con Starlight è la sua trama preponderante, tutto il resto è affidato agli altri personaggi e per tutto il resto intendiamo saper reggere la storia e farla andare avanti. Chiunque all’interno di The Boys ha una propria identità e non cade nel banale, chiunque ma non lui. La scena gli è stata soffiata totalmente da Billy non appena è arrivato. Questa conseguenza non è dovuta ai caratteri differenti dei due, ma alla costruzione superficiale di Hughie. Questo è il tipico caso in cui gli autori avrebbero potuto fare di più, il tipico caso in cui tutto ciò che, invece, hanno fatto diventa quello di cui avremmo potuto fare a meno perché non fa la differenza.

3) Harvey – Chilling Adventures Of Sabrina, il metodo per rivalutare Arturo de La Casa Di Carta

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Prendi un personaggio e togligli tutta la vitalità. Poi obbligalo a non prendere mai una decisione, a essere sempre nel mezzo. Dopo di che chiedigli di non crescere mai e rilegarsi a un ruolo che non conosce evoluzione. Fatto tutto questo il risultato sarà Harvey di Chilling Adventures Of Sabrina. Nonostante inizialmente sia il fidanzato della protagonista, tutto si interrompe e cade in una profonda crisi quando lei svela la sua identità da strega. A quel punto Harvey – e stiamo parlando solo della prima stagione – smette di essere ciò che avrebbe potuto essere: la battuta d’arresto per il suo personaggio arriva forte e potente. Non c’è nessuno spazio per momento che definisca ciò che realmente lui è: durante le quattro stagioni non ha mai dato prova di identità ma solo di imprevedibilità. Se a un certo punto si fosse schierato dalla parte dei cattivi noi non ci saremmo potuti stranire perché – in realtà – di base noi non lo conosciamo.

Tutto quello che sappiamo su Harvey lo sappiamo quasi sulla fiducia: è un buono, assolutamente, ma lo è perché non ha carattere o è davvero questa la sua essenza? Purtroppo mettere nero su bianco le sue peculiarità risulta davvero difficile e quando capita tutto questo purtroppo significa che c’è un quasi totale assenza di storia. Anche La Casa Di Carta contiene dei personaggi di cui avremmo potuto fare a meno, ma sono definiti, sappiamo cosa potranno fare o perché li odiamo. Qui no. Qui Harvey è un’essenza dimenticata che cerca di farsi spazio in mezzo ai protagonisti che – inevitabilmente – lo sovrastano semplicemente perché costruiti.

4) Piper – Orange Is The New Black

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Aggiungere un personaggio come Piper a questa lista non è stato semplice, ma si è rivelato doveroso. Basta pensare un po’ più approfonditamente per capire la sua presenza in una lista del genere può rivelarsi inevitabile. Ciò che manda in bancarotta il suo personaggio è riconducibile alla sua volubilità che altro non è che la sua peggior nemica. Piper è chiunque voglia essere, ma per quanto questo sembri qualcosa di bello in realtà è ciò che la uccide: non le crediamo, non le diamo alcun tipo di credibilità nelle cose che fa, nelle scelte che compie e tutto questo perché è – inarrestabilmente – inaffidabile.

Inizia il suo percorso fidanzata con un ragazzo, ma basta rivedere la sua ex per capire chi realmente sia l’amore della sua vita. Eppure, nonostante questa consapevolezza, rovina tutto anche con lei per una cotta passeggera che porta il nome di Stella. Questi cambiamenti così repentini ci hanno fatto in mettere in dubbio l’essenza del suo personaggio e questo ha portato a chiederci se fosse poi così fondamentale, anche se era la protagonista. Chiederci questa cosa di fronte a ruolo così dominante è davvero grave: Harry Potter sarebbe mai potuto esistere senza il suo maghetto con gli occhiali da cui prende il titolo? Assolutamente no, sarebbe stato altro. Sarebbe stata un’altra storia. E noi un’altra storia con qualcun altro al posto di Piper saremmo stati curiosi di vederla.

5) Ani – Tredici

Ani è un personaggio di cui avremmo fatto volentieri a meno e questa volta intendiamo letteralmente. Su di lei grava l’inizio di una seconda parte di Tredici che non abbiamo mai chiesto, mai voluto: è opinione comune che la sua fine si dovesse palesare dopo la prima stagione, ma la seconda – in un certo modo – gli era stata perdonata. La terza non ha mai goduto di questa carezza ed è qui che subentra Ani, un personaggio che viene presentato come preponderante ma che nella realtà dei fatti non porta alcuna ventata fresca alla serie. La sua relazione con Clay non ha alcuna importanza: l’inizio della loro storia non fa rumore e finisce nello stesso modo non lasciando a nessuno dei due qualcosa.

L’identità della ragazza è l’ennesima nota dolente: inconsistente, fastidiosa, sempre pronta a fare la morale. Il suo sembra un personaggio costruito sulla base di una circostanza, di una forzatura che deve necessariamente mandare avanti una storia che in realtà è morta.

6) Samuel – Élite

Élite mette al centro di tutto Samuel ma – come avrete capito – lo fa male. Il suo ruolo è quello di un eroe che salva tutto e tutti, ma questo non ci basta perché questa responsabilità, se non è unita a una buona costruzione d’identità, non fa altro che renderlo un poliziotto che si vede alla fine di ogni film quando è il momento di catturare il cattivo: fa del bene, lo arresta, ma poi non sappiamo chi sia.

Chi è davvero Samuel? Qual è la sua caratteristica predominante? Non lo sappiamo ed Élite non fa nulla per spiegarcelo. La missione della serie è fargli salvare tutti e creargli delle storie impossibili lasciando totalmente andare la consistenza della sua personalità. Sa scindere il bene e il male, ma poi decide di fermarsi a questo scegliendo di non prendere posizioni quando invece deve affrontare tutto quello che va oltre un caso di omicidio. Ecco – nello specifico – questa è l’unica parte che conosciamo davvero di lui: il suo lato da detective. Quando si va oltre, Samuel si annulla, e la sceneggiatura aiuta perfettamente il suo annientamento compromettendo le potenzialità di un protagonista che poteva rivelarsi piacevole, pieno di sfumature e forti spunti per una quarta stagione che sta per arrivare sui nostri schermi.

7) Tokyo – La Casa Di Carta

La Casa Di Carta ritorna in questa lista con il personaggio che ci mette sempre d’accordo tutti: Tokyo. Quando parliamo di anime inarrestabili, imprevedibili e forti lo facciamo con fascino, interesse. Bene: questo non è il suo caso. Scombina i piani del professore, inizia guerre interne e rovina i legami concedendosi quasi esclusivamente solo alle sensazioni distruttive.

La Casa Di Carta ha numerosi difetti, e Tokyo inevitabilmente è uno di questi. Il suo istinto la porta sempre dalla parte sbagliata della storia, quella parte che dalla serie non ci piace mai e che si rivela perennemente come una forzatura di cui avremmo fatto volentieri a meno. Ciò che fa sorridere del suo personaggio è che sembra studiato appositamente per dar vita a un cult, una nuova Mia Wallace che in realtà non abbiamo mai chiesto ed è proprio questo obiettivo a snaturare il personaggio predominante de La Casa Di Carta. Le forzature non piacciono a nessuno e più cerchi di rivestire un personaggio di elementi forti più il risultato sarà negativo, pieno, insopportabile. Tokyo è riuscita a ferire tutti i componenti della banda con il suo egoismo e non è un caso che faccia parte di questa lista insieme ad Arturo: entrambi ragionano nello stesso modo, solo per loro e con l’unica destinazione comune del profitto.

8) Courtney – Tredici

Null ci fa arrabbiare più di un personaggio vigliacco, ed è questo che Courtney è. Lo dimostra da subito mentre mente spudoratamente ad Hannah lasciandola totalmente da sola in preda a un destino che forse- chissà – avrebbe potuto evitare con l’aiuto di un’amica. Ma l’amica che ha scelto è l’immagine concreta dell’irresponsabilità, della fretta di scappare lontana da non solo le persone che la circondano ma anche da se stessa. Ed è questo ciò che succede a Courtney: fugge e non la ritroviamo più durante le stagioni di Tredici. Le sue scene sono ridotte al nulla e la sua essenza – macchiata dal passato – non fa niente per aggiustare il tiro sbagliato.

Avremmo potuto davvero fare a meno di questo personaggio e di questa cassetta che Hannah ha registrato per lei perché nessuna conseguenza si abbatterà davvero per la giovane. Tutto prenderà la piega dell’indifferenza e del distacco, e il risultato sarà che quando qualcuno ci chiederà di lei noi – presumibilmente – risponderemo con: Ma Courtney chi?

Tutti i personaggi di Tredici a cui Hannah ha dedicato le cassette hanno visto la loro vita cambiare, e tutti hanno fatto qualcosa per impedire il cambiamento oppure agevolarlo. Lei no, lei è rimasta nel mezzo a guardare i gesti degli altri con l’unica pretesa che tutto si aggiustasse da solo mentre lei – di soppiatto – si apprestava a sparire. E no, così non ci piace. Così avremmo potuto anche farne a meno.

9) Rosalind – Chilling Adventures Of Sabrina

Torniamo ancora una volta nel mondo di Chilling Adventures Of Sabrina con un personaggio che nelle quattro stagioni della serie non ha conquistato nulla, se non il fidanzato della sua migliore amica. Rosalind – nonostante sia una strega e avesse delle buone potenzialità per imporsi nella trama – non lascia nulla al telespettatore, e neanche alla serie. La sua identità viene macchiata dall’inconsistenza e dalla mancata evoluzione: è una ragazza che si innamora di Harvey e con cui costruisce una storia senza percorso. Niente di più. Chilling Adventures Of Sabrina meritava decisamente un personaggio più forte a cui dare il compito di essere una strega e al tempo stesso l’amica più stretta della protagonista con cui cerca di combattere il male.

Purtroppo, durante le quattro stagioni, tutto si è concentrato sulla sua storia d’amore annullando tutto il suo percorso di vita da strega (scusateci l’ovvio gioco di parole nostalgico) e questo è un difetto che i fan raramente riescono a perdonare in un personaggio. Quello che fa arrabbiare è che lei, a differenza di altri presenti nella lista, poteva davvero diventare un bel personaggio: la storia c’era e anche il suo lato umano poteva essere più che promettente. Ma nulla: gli sceneggiatori ci hanno privato di tutto questo, lasciandoci solo con una strega che frega il ragazzo a Sabrina.

10) Reagan – New Girl

Qui le spiegazioni forse non servirebbero neanche, è già tutto scritto nel nome ed è concretizzato nella foto. Reagan non doveva esistere, non doveva entrare nella sceneggiatura, non doveva neanche essere un’idea. Nella realtà dei fatti il suo personaggio aveva l’unica funzione di mettere ancora una volta i bastoni tra le ruote a Nick e Jess allontanandoli con un fidanzamento che mai, neanche una volta, è riuscito a farci battere il cuore. Perché ciò che è importante sottolineare è che gli autori hanno provato a farceli piacere: la loro storia non è iniziata immediatamente, abbiamo visto Nick far fatica e poi – pian piano – avvicinarsi a lei, ma è stato tutto inutile per noi, perché ogni passo che facevano verso la loro storia allontanava noi da loro.

Nick e Jess hanno sempre avuto diverse relazioni, ma quella con Reagan ha rivestito un ruolo fondamentale nella serie che è andato oltre ogni limite. Non si trattava di una storiella, ma di un sentimento reale che ha spostato via Nick da Jess. Inevitabilmente alla fine i pianeti si sono allineati dandoci la storia d’amore che tutti volevamo, ma non era forse più sensato evitare totalmente questo personaggio che – tra le altre cose – non era neanche costruito individualmente?

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