11. L’anarchia poetica: John Teller e il prezzo del quieto vivere (Sons of Anarchy)
“La prima cosa che lessi di Emma Goldman non fu un libro. Avevo sedici anni, facevo l’autostop al confine col Nevada. La citazione era scritta su un muro con la vernice rossa. Quando vidi quelle parole fu come se qualcuno me le avesse strappate da dentro la testa: “anarchia significa liberazione della mente umana dal dominio della religione, liberazione del corpo umano dal dominio della proprietà, liberazione dalle catene e dalle restrizioni del governo. Significa un ordine sociale basato sulla libera associazione degli individui.” Il concetto era puro, semplice, vero. Fu un’ispirazione, accese un fuoco dentro di me. Ma alla fine imparai la lezione che avevano imparato la Goldman, Proudhon e gli altri, e cioè che la vera libertà richiede sacrificio e dolore. Le persone pensano solo di volere la libertà, in realtà agognano la schiavitù dell’ordine sociale, leggi rigide, materialismo. L’unica libertà che l’uomo desidera è la libertà di stare bene”
Sono le parole di un uomo che ha vissuto nel nostro mondo abbastanza a lungo da conoscerlo; di un uomo che ha lottato instancabilmente per i suoi ideali, e che purtroppo alla fine ha visto in faccia la delusione, quando tali speranze sono risultate almeno in parte vane.
Il veterano del Vietnam John Teller dice il vero quando afferma che tutti aspirano alla libertà, ma che solo i più coraggiosi osano cercarla sul serio: perchè per la maggioranza delle persone essa è una condizione immaginaria, un ipotetico avvenire roseo in cui non esistono problemi e ognuno fa ciò che vuole; al contrario, Teller sa che libertà significa prendersi la responsabilità di ogni singola scelta, senza poter incolpare qualcun altro degli errori commessi. Significa accettare ogni conseguenza, per quanto grave rischi di essere.
La gente ha paura di tutto questo, e alla libertà, quella vera, preferisce un languido e piatto quieto vivere, nel quale c’è sempre la possibilità di nascondersi dietro alle leggi, al governo, ai “potenti”, per mascherare le proprie debolezze.
Il pensiero di John arriva più in profondità di qualsiasi espressione anarchica o rivoluzionaria: perchè mina alla base il concetto stesso di anarchia, sdoganando le contraddizioni di chi inneggia all’autogestione, ma desidera soltanto stare comodo.
E i primi a rendersi conto di tale amara verità sono, guarda caso, proprio coloro che hanno combattuto tutta la vita per trovare lei… La libertà.