5) House of the Dragon straccia il traguardo delle Serie Tv più viste negli ultimi mesi
Qualsiasi dubbio o relativismo di pensiero non possono essere contemplati quando si parla di Game of Thrones e del suo attesissimo prequel, di recente avvalorato dal lancio dei primi episodi della seconda stagione. House of the Dragon è stata celebrata dai miscredenti fedelissimi soltanto alla serie madre, mediante il meritato e intramontabile hype che ha generato. Ci troviamo 200 anni prima delle origini di Game of Thrones e tutte le vicende ruotano intorno a quella che è chiamata appunto la “casata del drago”. In altri termini seguiranno le vicende della potente e agguerrita famiglia dei Targaryen, sovrani per generazioni dei Sette Regni. A fare da cornice non possono mancare i superbi draghi, il troppo ambito trono di cuspidi affilate e un albero genealogico che pretende una laurea nel settore per interpretarlo.
Veniamo quindi trascinati in dinamiche di successione e legami familiari corrotti da pretese, vendette, astio e immancabili incesti. Ci troviamo immersi in un mondo che può ricordare House of Cards più che gli Anelli del Potere. Qui il fantasy, seppur a tratti più stereotipato rispetto alla serie madre, risulta così ammaliante da non far staccare gli occhi dello spettatore. Si parte dunque dalla morte di Jaehaerys I che, pur essendo un placido ed equo re, risulta un po’ smidollato di fronte alle scelte più rilevanti del suo regno.
Pertanto non mostrerà una consona autorità nell’imporre l’ascesa di Rhaenyra come sua erede
È pur vero però che questa sarebbe apparsa come una scelta troppo distante dal background storico-culturale dello show. E diciamo che se la giovane donna avesse conquistato il trono non si sarebbero innescati tutti quegli scontri fatti di sangue e fuoco che hanno definito l’inestimabile spettacolarità di House of the Dragon.
Seguirà dunque la lotta verso il potere tra Rhaenyra e lo zio Daemon (qui un nostro articolo sulle migliori interpretazioni della serie), anch’egli abilissimo cavalca-draghi. Così come, una miriade di incesti dopo, quella perpetrata dopo la fine di Viserys I tra la nostra sempreverde protagonista e uno dei tanti Aegon figlio della perfida Alicent. La morte di Viserys, inoltre, rappresenta tuttavia una metafora. Questa ci narra come il tetano del ferro antico di quel trono possa infliggere delle invisibili ferite che portano poi immancabilmente alla morte.
Il lancio dirompente della seconda stagione è quello che l’ha resa la prima tra le Serie Tv più viste nell’universale panorama OTT
Veniamo infatti introdotti nella nuova narrazione con una carica drammatica dai toni vibranti e indescrivibili a parole. Pertanto, non ha fatto in tempo a seppellire il buon re Viserys I che un altro lutto si è catapultato nella vita dell’audace e tormentata Rhaenyra. Il tutto cristallizzato all’interno di un arco temporale in cui i Neri di Aegon III si stanno dirigendo da lei. Sono infatti decisi a intimarle di rinunciare una volta per tutte a questo potere che per tradizione non le sarebbe mai dovuto spettare. Combatterà la sua guerra Rhaenyra. Abbatterà i suoi demoni mascherati dalle paure più intrinseche e cercherà di rendere sopportabile un duello con Alicent, colei che dovrebbe essere una parente a lei vicina e una consorella nella sofferenza.
Non può esserci traccia di un istinto dai connotati femministi in un medioevo distopico, è chiaro. Tuttavia, la propensione di entrambe a indossare i panni delle matriarche trasuda già un desiderio innato di voler occupare con energia estrema il proprio posto nel mondo. Inoltre, a supporto di un’intricatissima ma strutturata impalcatura narrativa, non poteva che brillare una sceneggiatura che sembra non poter avere troppi rivali.
Con questo notevolissimo prequel, R.R. Martin è potuto tornare ad attingere al suo eccelso materiale letterario
Dopo che la fine di Game of Thrones non ha tratto più ispirazione dai suoi romanzi. Mai pedestri alle pagine ma pur sempre teatrali, le scene dei dialoghi negli spazi interni risultano essere le più magistrali nonostante restino le meno complesse. A questo proposito infatti sono i momenti action in cui viene sprigionata la forza degli effetti speciali, le tecniche di montaggio artificiose e le scelte di regia sui generis, a rendere il prodotto più omologabile ad altri simili.
Sono dunque i dettagli a scatenare quell’interesse ardito di chi guarda. Come la performance dei personaggi e la colonna sonora che come da tradizione, Martin fa diventare mappa narrativa, spaziale, albero genealogica e anticipatrice di eventi. Riguardo ai primi invece, non possono che mostrarsi similari perché legati dallo stesso sangue, ma per questo problematici e paranoidi come pochi altri.
Questo diventa motivo di dinamismo per ognuno di loro, espediente per un’eredità morbosa da cui non sembra possibile sfuggire. Si parla pertanto di visioni a cui si dà poco conto e valore. Così come di profezie che svelate alla persona sbagliata possono provocare uno scompiglio non indifferente. Detto ciò, se ci fermiamo un attimo a pensare, le macro storie che ruotano intorno a complesse e spregiudicate famiglie hanno da sempre suscitato grande interesse nel pubblico. Mi riferisco a I Soprano, a Dallas e ai loro discendenti, diversi di gran lunga da prodotti come House of the Dragon, ma ugualmente frizzanti argomento da tabloid. Siamo tutti un po’ ficcanaso, in fondo! E il fatto di poterlo essere su ampia scala e in una dimensione spazio temporale altra, affascinante e glaciale non poteva far altro che rendere questa tra le serie tv più viste di sempre.
In conclusione la scelta della distribuzione di concedere ai fan un rilascio settimanale è stata molto strategica
Tuttavia, resta cattivella per chi con l’acquolina in bocca vorrebbe irrimediabilmente scoprire cosa succederà in questa tra le serie tv più viste in assoluto. Le aspettative sono immancabilmente alte, quasi irraggiungibili, le speranze però restano comunque positive in quanto peccare sul finale sarebbe un dissacrante errore difficile da dimenticare. Cosa ne sarà della guerra tra i Verdi e i Neri? Quale destino verrà riservato a Rhaenyra? Che sorte avrà la nuova progenie che sta avendo i natali da un episodio all’altro? Queste e molte altre risposte ci regalerà il seguito della seconda stagione, che i fan del libro conoscono già (qui vi spieghiamo che fine farà Daemon Targaryen).
Ed è necessario inoltre considerare che quest’ultima debba anche reggere la responsabilità di gettare le basi per un ulteriore stagione. Per adesso cerchiamo di non correre troppo veloce, godendo di ogni singola tappa di questo avvincente tour in una sterminata e tormentata terra. Mentre i suoi abitanti, seppur tanto subdoli ed efferati, sappiamo già che ci mancheranno quando questo sogno ad occhi aperti, ahimè, sarà finito.