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La lunga e gloriosa storia di Lex Luthor tra fumetti, cinema e Serie Tv

Lex Luthor
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Se pensiamo ai principali villain della lunga tradizione supereroistica, tra i primi nomi che ci vengono in mente c’è sicuramente quello di Lex Luthor, l’arcinemico di Superman, con alle spalle una storia lunga, gloriosa e molto articolata. Creato nel 1940 da due leggende del fumetto come come Jerry Siegel e Joe Shuster, esattamente i due celebri padri anche di Superman, Lex Luthor nel corso degli anni è apparso sempre più di frequente sia nelle storie con protagonista l’uomo d’acciaio che, come vedremo presto, anche in molti altri racconti firmati DC Comics, divenendo una figura di riferimento di tutto l’universo.

Lex Luthor muove i suoi primi passi all’interno della famosa testata Action Comics, la stessa che ha dato i natali a Superman, e il suo personaggio ha vissuto tantissimi cambiamenti, assumendo solo negli anni Ottanta i tratti caratteristici che possiede oggi. A differenza di tanti altri protagonisti del mondo DC, e in generale di quello del fumetto supereroistico, Lex Luthor è un normale individuo, senza alcuna particolare abilità, fatta eccezione per un’intelligenza ben sopra la media, ma comunque rientrante nei parametri umani. Questo tratto anche ha contribuito al suo successo, perché lo ha reso una figura che potremmo appunto definire “normale” all’interno di un contesto eccezionale, creando una profondo dicotomia proprio con l’alieno Superman, quanto mai lontano dall’umano Lex Luthor sotto ogni punto di vista.

Nei tanti anni che sono intercorsi dal 1940, quando Luthor è nato dalla matita di Joe Shuster, Lex ha vissuto tantissime avventure, divenendo un volto simbolo anche al cinema e nelle serie tv e affermandosi come uno dei villain principali dell’intero panorama. Andiamo a ripercorrere, dunque, questa storia lunga e gloriosa del personaggio della DC Comics, passando dalle originali storie a fumetti alle rappresentazioni sul grande e sul piccolo schermo.

Lex Luthor nei fumetti: la svolta degli anni Ottanta

Non è facile condensare ottanta anni di storia di un personaggio così ricco e sfaccettato, ma proveremo a offrire una panoramica della lunga parabola di Lex Luthor nelle opere DC Comics soffermandoci sui punti salienti. L’immagine che abbiamo oggi del personaggio è ben lontana da quella con cui è stato concepito. In origine, Lex Luthor era stato immaginato come una sorta di scienziato pazzo, lontano dal ricco imprenditore e abile uomo d’affari che è diventato nel tempo, e aveva una folta chioma rossa invece della testa calva con cui siamo abituati a vederlo. Nella sua primissima apparizione, in Action Comics 23, Lex Luthor vive su una città volante allestita su un dirigibile e pianifica di scatenare una guerra tra due nazioni europee, ma viene smascherato da Lois Lane e Clark Kent. Luthor fa, dunque, rapire la giornalista, ma viene puntualmente fermato da Superman.

Per molti anni Lex rimane una presenza saltuaria nell’universo DC, senza una sua linea narrativa definita. Si trova spesso a fronteggiare Superman, ma senza dei motivi personali ben delineati, più che altro come conseguenza delle sue ambizioni. Come detto, il personaggio vive un vero e proprio periodo di svolta negli anni Ottanta, con la comparsa di alcune storie che sanciscono la definitiva consacrazione del villain e ne delineano i tratti moderni. I capelli rossi lasciano spazio alla testa calva, curiosamente uscita fuori da un errore di disegno, ma divenuta ben presto iconica. Da folle scienziato Lex diventa un cinico e pragmatico uomo d’affari e soprattutto si sviluppa il suo dualismo con Superman con la comparsa di un odio personale che sarà poi alla base di tutti i successivi racconti.

In tal senso, sono due le storie fondamentali che hanno contribuito a stabilire la mitica intorno a questo personaggio. La prima è The Man of Steel di John Byrne, una riscrittura delle origini di Superman dopo il reboot che ha seguito lo storico evento Crisi sulle terre infinite, in cui Lex Luthor assume definitivamente i connotati del machiavellico uomo d’affari e viene descritto il suo percorso di vita che da un’infanzia difficile lo porta a fondare la potente LexCorp. Quest’opera rappresenta un vero e proprio spartiacque nella storia del personaggio, che viene poi analizzato a fondo nel 2005, quando Brian Azzarello e Lee Bermejo gli dedicano una famosissima miniserie, dal titolo Lex Luthor: Man of Steel, in cui vengono sviscerate le ambizioni e le motivazioni di Lex e viene fatta luce anche sul suo odio per Superman, visto da lui non come un simbolo di speranza, ma come segno del tracollo dell’umanità.

Dagli anni Ottanta, dunque, nasce il Lex Luthor che conosciamo oggi, legato a filo stretto a Smallville e a Superman, ma col tempo le sue storie si ampliano e per circa vent’anni il leader della LexCorp resta uno dei grandi protagonisti dell’universo DC. Come anticipato, Luthor travalica presto i confini delle storie di Superman e a tal proposito uno dei momenti più celebri che lo vedono protagonista è quella che lo porta a essere eletto presidente degli Stati Uniti. Ciò avviene nel famoso arco narrativo Batman: Terra di nessuno, dove un violento terremoto devasta Gotham e Lex Luthor ne approfitta, aiutando la ricostruzione della città, per riscuotere grande popolarità, tanto da arrivare alla Casa Bianca.cri

I venti anni che vanno da The Man of Steel di Byrne alla run su Luthor di Azzarello e Bermejo sono quelli che hanno consacrato Lex, che poi chiaramente resta al centro delle varie operazioni di reboot che hanno segnato gli ultimi anni della DC Comics, dalla New 52 Era a Rebirth, ma sicuramente quel ventennio rimane cruciale per il successo di un personaggio che, come vedremo subito, ha travalicato abbondantemente gli albi a fumetti, diventando un grande protagonista anche al cinema e in televisione.

Lex Luthor interpretato da Kevin Spacey (640×340)

Le rappresentazioni al cinema

Gli anni Ottanta segnano non solo la consacrazione del personaggio di Lex Luthor sui fumetti, ma anche la sua comparsa in carne ed ossa al cinema. In realtà una primissima rappresentazione del personaggio risale al 1950, nel dimenticabile serial cinematografico Atom Man vs Superman dove Lex aveva il volto di Lyle Talbot. La prima versione celebre del personaggio è quella interpretata da Gene Hackman nei celebri film di Superman con Cristopher Reeve. L’esordio vero è proprio è nel Superman del 1978, dove vediamo una visione un po’ ibrida del personaggio, più orientata verso la sua versione originaria, visto che Lex è una sorta di tuttofare intento a elaborare articolari piani per arricchirsi. Anche la rappresentazione fisica del Lex Luthor di Gene Hackman è ibrida, dal momento che il personaggio è calvo, ma ricorre a un set di parrucche.

Gene Hackman torna a interpretare Lex Luthor in Superman II e Superman IV, dopo di che il testimone passa a Kevin Spacey, che nel 2006 presta il volto al villain nel film Superman Returns. Qui vediamo una versione ancora legata a quella dei primi film, visto che questa pellicola si pone come sequel dei primi due capitoli della saga di Superman con Cristopher Reeve, ma c’è anche una maturazione del personaggio, dovuta anche all’interpretazione magistrale di Spacey, che tende verso un cinismo e un odio personale inediti sul grande schermo e ormai dominanti sulla controparte cartacea.

L’ultima versione che abbiamo visto di Lex Luthor al cinema è quella interpretata da Jesse Eisenberg in Batman v Superman del 2016, dove c’è una raffigurazione ancora più conservativa di Lex, visto che vengono esaltati i suoi tratti più folli e il personaggio viene presentato con gli originari capelli rossi. Come possiamo vedere, tutte le rappresentazioni cinematografiche di Lex Luthor sono rimaste un po’ a metà, ibridandosi con tratti più moderni, ma facendo prevalere nel complesso quelli più tradizionali. Al cinema è forse mancata la definitiva consacrazione al personaggio, che invece ha trovato terreno fertile nelle serie tv.

Lex Luthor nelle serie tv

Qui arriviamo a quella che è senza ombra di dubbio la rappresentazione più celebre e iconica di Lex Luthor: quella in Smallville col volto di Michael Rosenbaum. La celebre serie imperniata sulle origini di Clark Kent ha contribuito tantissimo a perpetuare il mito del villain, grazie a un racconto ampio, pure se spesso ben distaccato dai fumetti, un po’ come tutta la serie, e a una grandissima interpretazione da parte di Rosenbaum. In Smallville vediamo un Lex inedito, ben calato nel contesto da teen drama e racconto di formazione che caratterizza la serie in generale. Assistiamo alla lenta evoluzione di Lex, che viene presentato con tratti moderni, calvo e come un potente uomo d’affari, e soprattutto, grazie alla longevità di Smallville viene descritta in maniera molto accurata la sua parabola. Si tratta senza dubbio del migliore adattamento mai messo in scena del personaggio di Lex Luthor, capace con l’interpretazione di Michael Rosenbaum di assumere un’aura indipendente anche dai fumetti stessi.

La prima rappresentazione seriale di Lex Luthor risale al passaggio tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, in particolare alle serie Superboy e Lois & Clark: le nuove avventure di Superman. Anche in quest’ultima versione c’è una sua rappresentazione moderna come ricco uomo d’affari, senza il calco che viene approfondito in Smallville, ma comunque più in linea coi tempi. Infine, abbiamo ritrovato ultimamente Lex Luthor nell’Arrowverse, come nemico di Supergirl, e le ultimissime versioni del personaggio sono quelle nella quarta stagione di Titans e nella terza di Superman & Lois. Ormai la rappresentazione moderna del villain domina la scena, con l’accentuazione sempre più forte dei tratti malvagi e diabolici di Lex Luthor e soprattutto con la presenza, fissa di un odio personale molto evidente nei confronti di Superman.

Qui, dunque, arriviamo con la lunga e gloriosa storia di Lex Luthor tra fumetti e rappresentazioni live action. Abbiamo visto come il mondo delle serie tv abbia accolto con maggiore entusiasmo rispetto al cinema tutti gli aggiornamenti occorsi al personaggio, contribuendone a scrivere la mitica con Smallville, ma in generale ponendolo sempre al centro di racconti relativi a Superman o, come nel caso dell’Arrowverse, a qualche familiare. Sul grande schermo ha prevalso una caratterizzazione più tradizionale, e oggi un po’ anacronistica, del personaggio, ma ciò che conta è notare come questo villain spunti fuori spesso all’interno della produzione supereroistica e come con gli anni sia stato al centro di un processo di analisi e riscrittura profondo, andando incontro a una vera e propria esigenza dei lettori e del racconto stesso, per cui Lex Luthor è divenuto una figura sempre più cruciale.

Lex Luthor
Lex Luthor interpretato da Michael Rosenbaum (640×340)

Le ragioni del successo

Dopo le prime apparizioni saltuarie e slegate, Lex Luthor non è solo divenuto una presenza fissa nel mondo di Superman e in generale in quello DC, ma è stato oggetto di un lavoro molto importante, che ha sfruttato tutte le enormi potenzialità del personaggio. In apertura abbiamo parlato della dicotomia che si è creata tra Lex e Superman e il lavoro su Luthor è andato proprio in questa direzione. Con gli anni questa rivalità è stata motivata, le ragioni di Lex sono divenute più fini e sottili, legate proprio a una sua visione del mondo e della vita. Nel passaggio da folle scienziato a meticoloso e spietato uomo d’affari, Lex Luthor ha anche sviluppato una sua tesi sulla vita, in particolare sull’evoluzione umana, che cozza anche con la sola esistenza di Superman.

Per Lex, l’uomo d’acciaio è un’aberrazione perché segna un limite all’espansione umana. Per un genio come Luthor, la mente non ha confini e l’umanità può tendere all’infinito, ma se esiste un alieno che ha i poteri di un dio, allora significa che il confine c’è. L’esistenza di Superman pone Lex Luthor dinanzi alla sua finitezza e ciò è per lui inconcepibile. L’odio che prova per Clark Kent è ideologico, non è legato a un qualche fine particolare, e proprio per questo è inesauribile e inesorabile. Negli anni, poi, le varie rappresentazioni di Lex Luthor hanno aggiunto sempre qualcosa in più al personaggio, legandolo a filo sempre più stretto proprio a Clark, come vediamo benissimo in Smallville, e da questa dicotomia ormai è impossibile uscire, perché l’uno è condizione d’esistenza dell’altro.

Tutti questi sviluppi e le rappresentazioni che abbiamo visto dimostrano l’importanza di Lex Luthor, un personaggio fondamentale del panorama superoistico, con ancora tantissimo potenziale da sviscerare, nonostante sia stato al centro di tantissimi adattamenti, e con una sua portata ormai indipendente e un’identità fortissima. La sua storia finora è stata lunga e gloriosa, eppure siamo sicuri che ha ancora molti capitoli da scrivere.