Parliamo delle prime stagioni delle serie tv drama. Serial drama fantascientifici, thriller, crime, distopici, storici o semplicemente serie tv drammatiche. Quelle, però, che con una prima stagione sbalorditiva ci hanno scaraventato giù dalla sedia. Forse addirittura a partire dalla prima puntata, come ha fatto il Pilot di Lost. Inutile sottolineare che quando si stila una classifica così spigolosa, bisogna compiere una maratona a ostacoli. Un triathlon tra draghi, insidie, spire di fuoco e sassi appuntiti. Una grande prima stagione, ovviamente, non è sempre indice di un’elevata qualità complessiva, o viceversa. Ci sono prodotti, come Breaking Bad, Six Feet Under, Game of Thrones o Sons of Anarchy, che hanno avuto bisogno di una scrittura di più ampio respiro. A volte sono storie che possono essere apprezzate davvero solo nel corso di un lungo cammino, sviluppato su più stagioni. La prima stagione di Breaking Bad – per quanto meravigliosa – non è la più forte delle cinque ed è stata rivalutata dal grande pubblico solo in un secondo momento. Parliamo, quindi, di serie tv drama la cui prima stagione – paragonata alle altre – è superiore per intensità, trama e accoglienza del pubblico e della critica. Va da sé che in classifica non abbiamo potuto inserire le miniserie, come Chernobyl, ad esempio, (ma ci sarà un’eccezione!). Non troverete tantissime serie tv drama strepitose, come The Leftovers, Broadchurch, Sherlock, Dark, The Handmaid’s Tale, Ozark, Downton Abbey, Peaky Blinders, Heroes oppure quelle che hanno alimentato l’euforia di massa, come La Casa de Papel. I criteri che ci hanno guidato sono stati quelli inerenti la portata mediatica della prima stagione; il suo valore storico, l’eccellenza del comparto tecnico, il coraggio e la qualità in senso generale uniti a una trama avvincente, che ci ha stregato a partire dai primissimi fotogrammi.
Vediamo dunque le 15 serie tv drama la cui prima stagione, a nostro avviso, ha ridefinito un genere oppure ci ha sbalordito con degli elementi carichi di innovazione, rispetto ovviamente alle serie tv a essa contemporanee. Sì, parleremo di Lost, Prison Break, True Detective e altri drama che con la prima stagione hanno sconvolto la serialità dalle fondamenta.
15 serie tv drama, come Lost, con una prima stagione “WOW: fermi tutti!”
15) Euphoria (2019)
Euphoria ha modificato la nostra percezione riguardo i teen drama. Sebbene racconti il lato oscuro dell’adolescenza, il drama di Sam Levinson si rivolge a un pubblico trasversale. Pertanto può essere apprezzata, e goduta, anche da coloro i quali sono distanti anni luce da quell’età. Tanto che parlare di “teen drama” sembra quasi riduttivo. Sebbene sia ancora in produzione, a partire dal suo esordio, l’adattamento statunitense della miniserie israeliana omonima, creata da Ron Leshem e Daphna Levin, ha attirato su di sé i riflettori. In una manciata di puntate, anche per coloro che non avevano ancora visto la prima stagione dell’HBO, i colori violacei e i glitter sono diventati sinonimo di “euforia”. Sarà stata, forse, la bravura di Zendaya – l’attrice protagonista, nonché produttrice esecutiva – oppure il modo in cui sono state affrontate certe tematiche, il coraggio, l’onestà della scrittura o l’atmosfera visionaria e cruda? Ad ogni modo, la prima stagione ha stregato un’audience variegata, dimostrando che si può raccontare l’adolescenza con la stessa serietà con cui si affrontano le problematiche dell’età adulta. La prima stagione di Euphoria ha dimostrato che ci trovavamo al cospetto di un’opera cinematografica, seriale e teatrale non sull’adolescenza, ma sul dolore.
14) Dexter (2006)
Un pacato, quasi noioso, esperto forense della polizia scientifica di Miami, specializzato nell’analisi delle tracce di sangue, di notte uccide persone seguendo un fantomatico “codice”? Non è il villain, bensì il protagonista? E noi, in qualche modo, facciamo il tifo per lui? Siete seri? Nel 2006, forse, tutto questo sembrava un’assurdità. Invece, con una prima stagione che richiedeva uno stomaco di ferro e tanto sangue freddo, Dexter ha convinto anche i più scettici. Se CSI, con il suo formato tradizionale, ci appassionava per le soluzioni incredibili con cui riuscivano a trovare il colpevole, il personaggio di Michael C. Hall ci conquistava per le ragioni opposte. Tratto dal romanzo La mano sinistra di Dio, il crime-psychological drama intriso di black humour e mistero, ideato da James Manos Jr., ci ha fatto tifare per il serial killer. Ci ha portato nella sua psiche, oscura e complicata, e ci ha lascito là, a brancolare nel trauma insieme ai suoi fantasmi. La trama della prima stagione di Dexter è la più appassionante, shakespeariana e conturbante. E sfoggia un livello qualitativo che, nel corso delle stagioni, è andato a scemare. In ogni caso, grazie allo show, a partire dal 2006 chiunque in occidente sapeva cosa fosse un ematologo forense.
13) The Following (2013)
Parliamo del brutto caso di The Following. Una prima stagione che avrebbe dovuto sottotitolarsi: “rimpianto”. Più volte ne abbiamo parlato perché “The Following è una sontuosa idea sprecata in nome delle americanate”. La prima stagione ci ha sedotti, illusi e abbandonati. Avevamo un eroe (Kevin Bacon/Ryan Hardy) e un villain (James Purefoy/Joe Carroll) la cui alchimia, sviluppo e interazione ci ha fatto pregustare qualcosa di epico. La trama della prima stagione è attraente. Tutto (davvero tutto!), dalla recitazione al montaggio, dalla fotografia alla scrittura, suggeriva un capolavoro seriale in dirittura d’arrivo. E invece, tutta quella potenza di fuoco è svanita a partire dalla seconda stagione. La trama sapeva di classico pur vivendo nel presente. Come la prima stagione di Lie to Me (un altro primo capitolo memorabile con un decorso ridondante), Kevin Williamson ha stuzzicato la nostra ossessione per la psicologia, mescolando la curiosità perversa che proviamo per i serial killer con i tropi dei classici crime e con la modernità dei mezzi di comunicazione di massa. Il pilot monumentale ci ha conquistato. Lo sviluppo ci ha tenuto sulle spine mentre e i due personaggi ci hanno fatto innamorare perdutamente. La prima stagione di The Following è una promessa, purtroppo, infranta.
12) House of Cards US (2013)
Anche in questo caso, il dodicesimo posto della classifica delle 15 migliori prime stagioni delle Serie Tv Drama è un colossale rimpianto. Kevin Spacey ci parla attraverso il suo Francis Underwood. Una maschera diabolica e sublime, luminosa e oscura, raccapricciante e seducente, spaventosa e rassicurante. Anche il resto del cast è regale. Il materiale di partenza, del resto, era già formidabile (come saprete, il political drama di Netflix è l’adattamento della serie omonima della BBC del 1990, tratta dal romanzo di Michael Dobbs), ma la potenza di fuoco del remake è sbalorditiva. A partire dall’opening: monumentale. Il primo capitolo è arrogante, come il suo protagonista/villain. Brilla di luce propria e possiede una scrittura così disinvolta da stordire piacevolmente lo spettatore. La prima stagione, per innovazione, costruzione dei personaggi e trama, ha alzato l’asticella talmente in alto che, a confronto, le altre cinque (soprattutto quella dopo l’assenza del protagonista) appaiono deboli; pur essendo comunque dei capitoli di rara qualità. Tuttavia, come avevamo dedotto dalla prima stagione, Kevin Spacey è House of Cards: tolto l’attore, il castello di carte è crollato.
11) House of The Dragon (2022), l’eccezione!
Arriviamo all’eccezione. Sappiamo che l’avventura del prequel di Game of Thrones è appena iniziata e che sono previste altre stagioni. Eppure, con il primo capitolo, Ryan Condal ha resuscitato Lazzaro. La prima stagione di Game of Thrones, seppur impeccabile, non è diventata subito un “must see”. Mentre l’esordio di House of the Dragon ha battuto subito diversi record in termini di ascolti (e ha causato a HBO perfino numerosi crash per la mole del traffico!). In una nostra precedente classifica delle “8 stagioni di Game of Thrones, dalla peggiore alla migliore”, la prima occupava il sesto posto mentre sul podio brillava la quarta stagione, lo stato di grazia (vi lasciamo immaginare chi occupava l’ultimo posto…). Dopo sette stagioni che hanno acceso un’ossessione di massa e un ultimo capitolo disastroso, ritornare a Westeros sembrava una follia. Chi amava la serie madre non voleva separarsi dai propri beniamini mentre chi odiava l’epilogo non voleva riaprire vecchie ferite. Con la prima stagione di House of The Dragon, invece, Ryan Condal (con il supporto di George R. R. Martin) ha messo in campo un esercito agguerrito di interpreti, screenwriter e registi capaci di riesumare la salma di Game of Thrones. Un incipit sbalorditivo durato 10 episodi con regole narrative proprie e scelte coraggiosissime. Con pochi personaggi a disposizione, tutti oscuri e per niente amabili, Condal ci ha diviso in fazioni, pompandoci per la guerra che verrà. Un miracolo! Questo è un incoraggiamento: che il naufragio della serie madre possa servire da monito.
10) Fargo (2014)
Inaspettata e geniale. La prima stagione di Fargo è riuscita a riportarci nell’atmosfera dell’omonimo film di Joel ed Ethan Coen (qui, produttori esecutivi) senza far leva sull’effetto nostalgia né sul banale omaggio. Fargo, la serie, vive di vita propria. I personaggi sono ancor più stravaganti ed è stata tessuta una nuova trama che si avvale di interpreti formidabili, dark humor e colpi di scena inaspettati e grotteschi. L’uso sapiente dello split screen e delle altre tecniche, la colonna sonora di Jeff Russo e la narrazione così accattivante rendono l’esordio un vero e proprio gioiello. Nel corso dei decenni, i tentativi di trasformare i film (riusciti) in serie tv sono stati tanti, ma spesso sono stati disastrosi. Perché guardare una rievocazione di qualcosa che è già stato grandioso? Per rispondere alla domanda basta guardare il lavoro svolto da Noah Hawley. Billy Bob Thornton, Martin Freeman e Allison Tolman erano una garanzia, ma l’adattamento aveva troppe sfide da superare. Invece, reinventando uno stile, quello dei Coen, Fargo è tornata in vita con una veste rinnovata, ancora più cattiva e surreale. La serie è ancora in produzione ma, finora, l’esordio è senz’altro il capitolo più riuscito.