9) Black Mirror (2011)
La nona posizione è occupata da uno sci-fi drama antologico. Con soli tre episodi, The National Anthem, Fifteen Million Merits e The Entire History of You, Black Mirror ha ridefinito il concetto di “scioccante” e di science fiction, imponendosi come un punto di riferimento, una nuova frontiera della narrazione fantascientifica seriale. Le trame dei rispettivi episodi della prima stagione sono l’ossatura del serial drama antologico di Charlie Brooker. Una distopia realistica e cruda. Una riflessione sul progresso tecnologico che s’ispira a The Twilight Zone, ma preme ancor di più sul pedale della provocazione. I dilemmi archetipici umani – come la paura della morte, la fedeltà, il sacrificio, l’etica o l’immortalità – sono stati inseriti all’interno di un contesto completamente nuovo, cioè quello contemporaneo. La prima stagione di Black Mirror è arrabbiata, protesta con veemenza e denuncia le bruttezze dell’umanità, stordendo il pubblico. Le stagioni successive, per quanto ben fatte, ripropongono lo stesso formato, variando i temi. Eppure, a confronto con la prima, mancano di quel mordente iniziale che l’ha subito resa un cult. Ad esempio, Rotten Tomatoes indica un progressivo calo di gradimento sia da parte del pubblico che della critica. Si parte da un gradimento complessivo del 98% e si arriva alla quinta stagione che sfiora appena la sufficienza (ma la serie antologica è ancora in produzione).
8) Westworld (2016)
Westworld è Robert Ford. È il labirinto. È una narrazione amletica, riflessiva e frammentaria che acquista un senso solo con l’ultima puntata della prima stagione. Il capitolo d’esordio è Westworld. Le stagioni successive sono ottime, ma non sbalordiscono come quella iniziale. Il materiale originale è stato rivisitato e potenziato dai rispettivi reparti tecnici. Il montaggio della prima stagione è la chiave del successo. Cioè un quid che ci ha scaraventato già dal divano dallo stupore. Un meccanismo seducente che nelle stagioni successive verrà accantonato. Come scrive Rotten Tomatoes (che mostra la stessa discesa di gradimento simile a Black Mirror): “con un impressionante livello qualitativo che onora il suo materiale originale, Westworld bilancia il dramma intelligente e avvincente con la follia totale.” Il debutto di Westworld su HBO ha ottenuto un numero impressionante di spettatori, che non si registrava dalla premiere di True Detective, nel 2014. The Original è stato visto negli USA da 3,3 milioni di spettatori. Dovremmo aspettare il 2022 per assistere a un nuovo record. Cioè la prima puntata di House of the Dragon, The Heirs of the Dragon, che ha radunato 9,9 milioni di spettatori.
7) Mr. Robot (2015)
“Devi vedere Mr. Robot!”. Nel 2015 molti di noi hanno avuto spesso questa conversazione con gli amici. La prima stagione è ossessione pura. Un Inferno contemporaneo, un’esperienza dantesca che fin dalla prima stagione ci ha fatto percepire il gusto amaro del caos. Come fece prima il fumetto, poi il film V per Vendetta con le maschere di Anonymous – che stilizzavano il volto di Guy Fawkes – Mr. Robot rilancia il concept, regalandoci un omaggio che è diventato ben presto altrettanto iconico. Tutte le stagioni del drama techno-psychological thriller di Sam Esmail sono avvincenti e originali e sviluppano con coerenza e naturalezza la storia. Ma è innegabile che l’esordio ci ha colto impreparati, generando quell’effetto “Wow!” collettivo di cui parlavamo all’inizio. Gli elogi del pubblico e della critica sono arrivati a partire della prima, sbalorditiva, puntata. Merrill Barr scriveva su Forbes:” Mr. Robot ha uno dei migliori kick-off di qualsiasi serie da un po’ di tempo a questa parte. Potrebbe essere la serie che finalmente, dopo anni di ignoranza, mette un network meritevole tra i migliori, come HBO, AMC e FX .” Mr. Robot ci ha conquistato per la sua imprevedibilità (una componente che ha mantenuto fino alla fine) e ci ha sedotto con la potenza del racconto, la genialità dello sviluppo e la bravura dei suoi interpreti, primo fra tutti, Rami Malek: una rivelazione.