2) Prison Break (2005)
Prison Break è condensata nella prima stagione. La stagione d’esordio ha creato un format, che poi si è limitata ad eseguire, seppur in maniera appagante. La prima però è magnetica e ci intrappola, come se dovessimo evadere da Fox River. Scommettiamo che anche voi, come noi, l’avete divorata in due mezze nottate! Al suo esordio, il New York Times dichiarò che “Prison Break era più intrigante della maggior parte delle nuove serie di rete nonché una delle più originali”. Era il 2005 e sul fronte drama iniziavano ad affacciarsi le novità che, rispetto ad oggi, erano ancora delle rarità. Prison Break si presentava come un thriller pieno di suspense, con una veste autentica e originale, come sottolineava Entertainment Weekly, definendo “l’azione al limite della poltrona”. Fuori dal coro, invece, trovavamo il Washington Post che criticava lo show per la sua “cupa pretenziosità” ed “esagerazione”. Ma è proprio questo, a nostro avviso, la forza del serial drama creato da Paul Scheuring per Fox. Cioè la capacità di sembrare verosimile, e creare dipendenza, nonostante le esagerazioni. Richiede sì una dose massiccia di sospensione dell’incredulità. Ma, a dispetto di quelle che il Post considera esagerazioni, Prison Break funziona. Ci spinge al limite, fa aumentare i nostri livelli di adrenalina e ci sfianca pontata dopo puntata. Se parliamo di primati seriali, però, la prima stagione che merita di brillare sul podio non può che essere lei: Lost.
Lost conquista il podio della classifica delle 15 migliori prime stagioni delle Serie Tv Drama.
1) Lost (2004)
La prima stagione di Lost è droga e sudore, overdose e panico. Certo, prima di Lost abbiamo avuto degli esempi illustri, come X-Files, I Soprano e Twin Peaks. Delle rarità che confermavano la regola, ossia che la serialità fosse ancora un genere di serie B, un campo dove a eccellere potevano essere solo pochi eletti o folli visionari, come Mr. Lynch. “Imprevedibile e avvincente, Lost è un nuovo tipo di mistero televisivo che cattura tanto quanto sghignazza”, così scriveva Rotten Tomatoes. L’episodio pilota ha tenuto incollati alla sedia ben 18,6 milioni di spettatori, vincendo la fascia oraria delle 21:00. Ma il successo del pilot non era dovuto solo all’originalità e alla qualità del prodotto. L’AMC ha compiuto un vero e proprio blitz di marketing, bombardandoci con spot radiofonici, proiezioni speciali e campagne pubblicitarie epocali. Probabilmente Lost è stato il primo evento televisivo a imporsi come un fenomeno culturale pop, generando un culto mediatico vero e proprio e radunano una nutrita comunità di fan; i cui “adepti” vennero soprannominati Lostaways o Losties. Un fenomeno paragonabile solo a quello generato da Star Wars o Star Trek. A causa dell’elaborata mitologia, su cui la creatura di Jeffrey Lieber, J. J. Abrams e Damon Lindelof si sviluppa, è iniziato un tam-tam di teorie, speculazioni e congetture (che ancora continua!). L’unico rimpianto di Lost, purtroppo, è l’andamento discendente che ha intrapreso a partire dalla metà del suo cammino. Per fortuna, però, ci siamo potuti consolare con Fringe, ideata dallo stesso creatore di Lost, J. J. Abrams, e Alex Kurtzman e Roberto Orci. Una serie tv sci-fi ancora ingiustamente sottovalutata.
Lost è stata classificata dalla critica come una delle più grandi serie tv di tutti i tempi.
Ci sono storie in crescendo che partono con la testa china e crescono fino a stregarci con un finale indimenticabile. E poi ci sono quelle serie tv, come Lost o The Following, che ci hanno regalato un esordio pazzesco ma che, con il tempo, hanno perso mordente. Questo, però, non le rende meno spettacolari.