Ci sono episodi che si consacrano nella nostra mente e nel cuore, capaci di colpirci come non credavamo possibile. Lost ce ne ha regalati diversi ma questi sono i cinque più emotivi, adrenalinici e devastanti in assoluto. Non può mancare naturalmente la meravigliosa 4×05 e alcuni finali di stagione davvero esaltanti con protagonisti Juliet, Jack e John Locke. Qual è il più sconvolgente per voi?
1) Casa dolce casa – 4×14
Senza alcun dubbio uno dei finali di episodio (e di stagione) più esaltanti di sempre. Rinfreschiamoci per un momento il contesto: Widmore ha inviato sull’isola un commando per catturare Ben e, se necessario, far fuori tutti gli abitanti. Il gruppo di militari, capitanato da Keamy, viene eliminato non prima però che Ben debba patire la perdita della sua adorata figlia. Jack, Sawyer, Hurley, Sayid, Kate e Aaron partono con il pilota Lapidus in elicottero facendo rotta verso la nave in cui si trovano Michael, Jin, Sun e Desmond. Ma Saywer è costretto a gettarsi in mare per alleggerire l’elicottero che perde quota.
Nella concitata mezz’ora finale di questo straordinario episodio, l’adrenalina e i colpi di scena si moltiplicano: Ben su indicazione di Christian Shepherd (o meglio di chi ne ha preso le sembianze) sposta letteralmente l’isola che sparisce ai nostri occhi in una luce bianca. Rimane solo mare aperto mentre la nave esplode, innescata dalla bomba che scatta alla morte di Keamy. Michael perde così la vita e nell’esplosione anche Jin parrebbe morto.
A salvarsi sono “i sei” dell’Oceanic: Jack, Kate, Sayid, Sun, Hugo e Aaron oltre a Lapidus e Desmond che si ricongiunge con la sua Penny, venuta in missione di soccorso. Ma le sorprese non finiscono qui: con un flashforward vediamo Jack recarsi al funerale (deserto) di tale Jeremy Bentham. Con un clamoroso colpo di scena l’episodio si conclude con la rivelazione dell’identità del defunto: si tratta di John Locke.
Episodio giudicato da molti come uno dei più adrenalinici di Lost, la 4×13 ha la straordinaria capacità di mantenere un livello di tensione incredibile dall’inizio alla fine con continui avvicendamenti e una trama che si ricompone nella conclusione lasciando, però, il dubbio devastante su come sia morto John e su quale sarà il destino dei Sei dell’Oceanic. Perla narrativa.
2) L’incidente – 5×17
Le diverse linee temporali hanno caratterizzato la quinta stagione e sono venute a confluire nel grandioso finale, The Incident. Dopo una serie di salti temporali Saywer, Juliet e Jin si sono ricongiunti con Jack, Hurley e Kate nell’anno in cui sono bloccati, il 1977. Molto presto la felicità per l’incontro lascia spazio alla diversa prospettiva dei due leader: Sawyer, ormai piuttosto convinto dall’attuale stato di fatto, e Jack, voglioso di tornare al suo tempo e annullare ogni cosa accaduta.
Jack è convinto, su indicazione di Daniel Faraday, che facendo esplodere un ordigno nel luogo dove sarebbe stata costruita la botola si sarebbero impediti gli eventi che li hanno portati sull’isola: l’accumulo di energia, l’incidente provocato da Desmond e il conseguente schianto del volo Oceanic 815.
Juliet, vedendo negli occhi del suo Saywer l’amore per Kate, decide che il dolore non vale la candela e convince tutti dell’utilità del piano di Jack. I minuti finali, carichi di tensione, vedono lo scontro con la Dharma. La bomba è gettata nel cratere ma non esplode. Juliet viene trascinata nel buco e data per morta. Ma non lo è: con le ultime forze tenta disperatamente di innescare la bomba. Ci riesce e una luce bianca avvolge tutto mentre a caratteri neri si staglia la scritta LOST.
Finale epico che crea un hype incredibile in vista dell’ultima stagione e veicola anche una forte emotività per la morte di Juliet. Non solo: scopriamo che il redivivo John è in realtà un impostore. Si concretizza in queste scene tutta la frustrazione di Ben davanti al silenzio del suo Dio, di Jacob. Ignorato dal leader che ha sempre voluto incontrare e per il quale ha sacrificato ogni cosa, Ben decide di ucciderlo. Con l’ultimo respiro lo stesso Jacob dirà: “They’re coming“, “Stanno arrivando“, una frase che ci ha tormentato per mesi interi.
Questo finale di stagione ha tutto: emozione, tensione, profondità e un approfondimento psicologico per ogni personaggio sempre più incredibile. La 5×17 è per molti uno degli apici più alti di Lost, capace di tenere incollati allo schermo e intenerire anche il cuore più duro.
3) La costante – 4×05
L’episodio per eccellenza. Basta il numero della puntata per ravvivare in ogni fan di Lost il ricordo di qualcosa di straordinario.
La costante non è solo l’episodio più carico di pathos insieme al finale ma anche quello meglio costruito in assoluto. In un viaggio straordinario tra le diverse linee temporali, Desmond senza un appiglio e incapace di riconnettere i diversi momenti che vive sta per perdersi per sempre.
È un viaggio esistenziale il suo, l’espressione dello smarrimento rispetto al nostro immodificabile passato e l’incerto futuro che ci attende. Desmond rappresenta i nostri dubbi, incertezze e paure. Ma una via viene tracciata: in questo mondo di variabili e di tremenda precarietà possiamo aggrapparci a qualcosa, possiamo trovare una costante.
Questa costante per Desmond è Penny, il suo unico, grande amore. In lei troverà l’ancora tra i diversi mondi, il punto di riferimento, la stella polare. E così, nel meraviglioso finale di episodio, il dialogo tra i due sancirà la vittoria dell’amore sul tempo, il ricongiungimento tra gli amati che sconfigge le incertezze della vita. Una devastante anticipazione del finale di Lost.
Penny: “Ti troverò Desmond”
Desmond: “Ti prometto che…”
Penny: “Non importa quando!”
Desmond: “…ma tornerò da te…non smetterò mai”
Penny: “…te lo prometto!”
Desmond: “…te lo prometto!”
Penny: “Ti amo”
Desmond: “Ti amo!”
4) Attraverso lo specchio – 3×23
Attraverso lo specchio, titolo che non è altro che una delle numerose citazioni dalle opere di Lewis Carroll, è uno degli episodi pià apprezzati da pubblico e critica, candidato anche a tre Emmy e visto in diretta da oltre 14 milioni di persone. Chiunque abbia visto Lost non può dimenticarlo: un episodio che sintetizza l’impossibilità di sottrarsi al proprio destino ma anche la necessità di un’accettazione attiva, propositiva. Si sintetizzano così le due dialettiche della serie: il libero arbitrio si concretizza nella consapevolezza del proprio destino, di ciò che è necessario compiere per un bene superiore.
È la condizione che si trova a vivere Charlie, continuamente in balia dei suoi errori e debolezze e proteso verso una volontà di riscatto. Il destino vuole la sua morte e Desmond in più occasioni tenta di impedirla. Charlie continua così una disperante e ostinata ricerca per la sopravvivenza, aggrappandosi a tutto pur di salvarsi.
Ma alla fine sceglie di abbracciare la sorte, ben sapendo che la missione che sta per intraprendere lo porterà alla morte. Lo fa perché nel suo sacrificio sa che potrà salvare la vita agli altri. Parte così in segreto con Desmond verso Lo Specchio, una base sottomarina della Dharma. I concitati minuti finali si sono consacrati al nostro immaginifico nella figura di Charlie che, dopo essere riuscito a comunicare con Penny, scopre che la nave che fa rotta verso l’isola non è quella della donna.
Con un atto disperato scrive sulla mano per comunicare a Desmond: “Not Penny’s Boat“, “Non è la nave di Penny“, avvisando così del pericolo. Quindi, si lascia andare al suo destino trovando riscatto nella morte, nel sacrificio supremo. Non sono da meno anche gli ultimissimi minuti dell’episodio con la rivelazione di un Jack dimesso e alcolizzato che pronuncia l’iconica frase: “We have to go back, Kate! We have to go back!” rivelando così che si tratta di un flashforward su un imprecisato futuro che vedrà Kate e Jack fare ritorno a casa. Tensione a mille.
5) La fine – 6×18
Che lo si ami o meno, il finale di Lost è inevitabilmente destinato a rimanerci dentro per tutta la vita.
Una conclusione emotiva ma anche incredibilmente coerente con lo spiritualismo che investe tutta la serie. Se è vero che alcuni misteri rimangono insoluti il senso generale si dipana sotto i nostri occhi in maniera devastante. Quella che per un anno intero avevamo ritenuta essere una alt-reality innescata dall’esplosione che si verifica nella 5×17 si rivela in realtà una sorta di limbo, un’anticamera in cui i Losties si ricongiungono per superare insieme il trauma della morte.
Il ricordo della loro vita passa attraverso l’amore, reale, che li ha legati. È l’amore che li salva, che permette loro di fuggire da quella realtà fittizia in cui si sono rifugiati per sottrarsi al dolore della morte e della perdita dei cari. Tutto ciò che hanno vissuto è reale: storie di riscatto veicolate da Jacob che toccandoli ha donato loro la possibilità di redimersi. E così avviene per ognuno dei Losties. In momenti diversi, come per tutti, vanno incontro alla morte: chi a fine episodio, come Jack, chi molti anni dopo come Hurley e Ben che diventeranno rispettivamente leader e braccio destro per la gestione dell’isola.
Ma tutti, alla fine, confluiscono nell’alt-reality trovando salvezza nel ricongiungimento, pronti per andare avanti. Gli istanti finali di Lost sono qualcosa di incredibilmente emotivo, un lirismo veicolato dalla magnifica musica di Michael Giacchino, Life and Death. Tutto si riconnette straordinariamente: l’occhio di Jack che si chiude richiama simmetricamente il suo occhio che si apre nel primo frame di Lost. E tutto trova senso e pace finale in una delle storie umane più grandiose del mondo seriale.