2) How I Met Your Mother
C’è un proverbio che dice: “La gatta frettolosa fece i gattini ciechi”. How I Met Your Mother è una serie il cui titolo stesso è incentrato sul finale.
Le stagioni in questo caso sono nove, durante le quali ci lasciamo guidare dalla voce di Ted Mosby e, con lui, rimaniamo impigliati nell’eterna trappola dell’amore e della sua ricerca. Cupido non è sempre meticoloso nel lanciare le sue frecce, talvolta centra il bersaglio al primo colpo (come con Marshall e Lily), talvolta necessita di svariati tentativi e Ted ne è l’esempio. Nel corso delle puntate abbiamo assistito al continuo attirarsi e respingersi di Ted e Robin, finché quest’ultima non converte Barney, l’eterno Don Giovanni, in un tenero e romantico amante (addirittura monogamo). A questo punto, l’intermittente attrazione tra Robin e Ted diventa quasi stucchevole e ci abituiamo all’idea che la coppia Barney-Robin sia più funzionale e bilanciata.
La nona stagione, infatti, ruota proprio intorno al loro matrimonio, mentre Ted è sconsolato e consapevole di non essere più in grado di gestire il suo rapporto con Robin e decide di trasferirsi a Chicago voltando pagina definitivamente. È proprio durante il fatidico matrimonio che il destino del nostro Ted incrocia il fantomatico ombrello giallo che ricercava da anni. Sotto quell’ombrello si nasconde Tracy, la mamma e moglie perfetta di cui eravamo in attesa.
Arriviamo, così, al finale tanto agognato. I nostri compagni di viaggio ci hanno rallegrati con le loro storie ma ci hanno anche offerto svariati momenti di riflessione. Ma, quando tutto sembra essere giunto al termine, ci ritorna in mente il proverbio della gatta frettolosa. Senza avere il tempo di rendercene conto, con una celere carrellata di scene, viene sconvolto tutto: Tracy muore dopo essere stata descritta come la donna ideale, Robin e Barney annunciano il divorzio e Ted ritorna sotto la solita finestra con il solito corno blu tra le mani e gli occhi rivolti verso la sua Robin.
Il risultato non poteva che essere uno spettatore dall’espressione confusa a cui vengono a mancare le parole.