Che cosa si prova a essere la moglie di un famoso e facoltoso pubblicitario negli anni ’60? Nessuno potrebbe rispondere meglio di Betty Draper, la splendida e biondissima compagna del protagonista indiscusso di Mad Men. Betty è all’apparenza una moglie perfetta: è bellissima, non parla mai a sproposito e fa ciò che ci si aspetta da ogni donna borghese di quel periodo. Si occupa della casa e dei figli, e aspetta ogni sera il marito (che spesso rincasa a orari improbabili) con un sorriso e con la tavola imbandita. Ma Betty è solo questo? È solo la bella statuina che tutti si aspettano? La risposta è no.
La ragazza della Coca Cola
Vivere negli anni ’60 a New York, in particolare a Manhattan, deve essere stata un’esperienza irripetibile. La Grande Mela in quel periodo era il tempio dell’innovazione, delle idee e della creatività, e Mad Men ce ne mostra ogni dettaglio. La vita sembrava patinata, splendente dello stesso luccichio dei capelli brillantinati di Don Draper. Anche la società era ricoperta da questa patina, e i ruoli uomo-donna, nelle classi sociali borghesi, erano ben precisi: Don e Betty ne sono il perfetto esempio. Mad Men mostra come Betty aspetti ogni sera Don (quando lui a volte nemmeno torna a casa), si occupi dei figli ma sopratutto come sia perfetta da mostrare come trofeo alle cene con i colleghi della Sterling Cooper. Sorride quando è necessario, non fa troppe domande e rispetta il bon ton. Il fatto che sia anche bellissima è la ciliegina sulla torta. Insomma, dall’esterno vedere Betty e Don insieme è come vedere la miniatura degli sposini sulla torta nuziale: sono perfetti, non c’è altro da aggiungere. Sono così perfetti che a un certo punto, pur di convincere Don a lavorare per una compagnia pubblicitaria concorrente alla Sterling Cooper, un ricco dirigente pensa astutamente di poter prendere due piccioni con una fava: offre a Don una posizione molto ben retribuita, e per convincerlo propone anche a Betty un lavoro.
Betty era stata una modella prima di diventare moglie e madre, e vedersi offerto il posto di sponsor per una pubblicità della Coca Cola la lusinga e le fa brillare gli occhi. È il suo modo per riscattarsi, forse per dimostrare in primis a se stessa di poter essere di nuovo una modella (cosa che sua madre odiava, dicendole che essere belle serve solo a trovarsi un uomo) e non solamente madre e casalinga. Ma Betty è solo una pedina in tutto ciò: l’agenzia pubblicitaria concorrente vuole Don. E quando con una scusa viene rimandata a casa trattiene una lacrima e dice a Don di essere stata lei ad aver rifiutato l’ingaggio. Un gesto estremamente orgoglioso e che nasconde la sua vergogna nell’ammettere di essere stata scartata.
Quest’esperienza, per Betty, sarà una delle tante che la porteranno a essere tutto il contrario di una donna anni ’60.
Le vicissitudini del suo personaggio le faranno raggiungere un’obiettivo tanto ambito quanto sconosciuto: l’indipendenza. Non pensate che Betty diventi un’attivista delle rivoluzioni culturali e sessuali degli anni ’60: la sua indipendenza sta piuttosto nel decidere di e per se stessa. Betty sarà in grado di dire no e di prendere decisioni autonome, cosa per niente scontata visto il contesto socio-culturale degli Stati Uniti all’epoca. Illusa della promessa di una vita matrimoniale perfetta, scopre che in più occasioni Don l’aveva tradita e che questi tradimenti non erano singoli episodi, ma relazioni durature. In Mad Men vediamo inizialmente la sua rabbia, per cui caccia di casa Don, ma in seguito a varie vicende sconvolgenti si riavvicina a lui. Il loro matrimonio, tuttavia, è sul filo di un rasoio a causa delle innumerevoli bugie di Don. Tutto si spezzerà irreversibilmente quando Betty scoprirà la menzogna delle menzogne, ovvero che il nome di suo marito non è Don Draper e che il suo passato è oscuro e doloroso.
Dopo rivelazioni come queste, per una donna della nostra epoca il pensiero del divorzio sarebbe automatico: come si può continuare una vita con qualcuno che ha mentito dal primo all’ultimo giorno?
Eppure, non dimentichiamoci che le vicende di Mad Men si svolgono negli U.S.A perbenisti degli anni ’60. Nonostante nel 1969 la California sia il primo stato americano a rendere legale il divorzio “senza colpa” (cioè senza un valido motivo che lo giustifichi) nella società veniva ancora visto come un tabù. Inoltre, per una donna che non aveva mai svolto un lavoro tranne quello della casalinga non era per niente facile prendere una decisione così drastica. Eppure, Betty rompe gli schemi e fa il contrario di ciò che tutti si sarebbero aspettati da lei: chiede il divorzio a suo marito, il facoltoso e affascinante Don Draper. Ferita dai suoi comportamenti, decide di ritagliarsi uno spazio tutto suo. Decide di dire no all’infedeltà, che ai tempi non aveva la stessa accezione puramente negativa che ha oggi.
Betty decide di decidere per se stessa, nonostante tutto.
Nonostante il grande sentimento che ancora la lega al protagonista di Mad Men, Betty rinuncia ad essere la bella statuina. Nonostante abbia già tre figli, nonostante uno di loro sia piccolissimo e nonostante una scelta come il divorzio, a quei tempi, fosse molto più impegnativa e segnante di quello che si pensa. Betty, da modella e moglie trofeo, diventa un modello.
Un modello di donna decisa, in grado di vedere se stessa non come un’appendice dipendente dal marito, ma come donna che si autodetermina: una donna in grado di dire no a ciò che non le va bene. Il suo percorso, nella storia di Mad Men, è l’ennesima dimostrazione che, al contrario di quello che i pubblicitari della Sterling Cooper vogliono far credere, le donne non si dividono nel modello Jackie Kennedy o nel modello Marylin Monroe.
Betty è un modello perché, in un periodo come gli anni ’60, ha preso una decisione coraggiosa e controcorrente: si è liberata delle aspettative standardizzate della società e anche di un’uomo che non la rispettava. Questo personaggio è un modello perché nonostante il progresso e la modernità della nostra epoca ha avuto un tipo di coraggio che a volte, a noi donne contemporanee, manca. Invece di rincorrere modelli come le Marylin o le Jackie odierne, dovremmo avere anche solo pizzico della sua intraprendenza: dovremmo essere un po’ più Betty Draper.