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5 Serie Tv da vedere se sei un fan di Martin Scorsese

boardwalk empire
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Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di alcune serie tv legate a Martin Scorsese come Vynil, Derry Girls, Peaky Blinders, Boardwalk Empire, Fran Lebowitz: Una vita a New York

Inizieremo tranquillizzando tutti i fan di Martin Scorsese: il grande regista sta per uscire di nuovo nelle sale con la sua ultima fatica, Killers of The Flower Moon. Chiunque abbia nostalgia di Scorsese può quindi placarla a brevissimo andando al cinema per ritrovare quel regista unico che è il maestro americano. Ma se non dovesse bastare il nuovo film, o se non aveste voglia di aspettare, esistono altri modi di sopperire alla mancanza del regista americano. Come le serie tv, che vengono sempre in nostro aiuto, in qualsiasi situazione. In verità Martin Scorsese dichiara di non essere un grande fan delle serie, o almeno di non avere molto tempo a disposizione per esserlo. Eppure, ci sono alcuni prodotti seriali che, inconsapevolmente, traggono ispirazione o successo proprio dalla sua figura. Se è vero che il grande cinema offre sempre, volente o nolente, fonti di ispirazione per la vita o per l’arte, allora Scorsese non può essere da meno. Il regista è infatti sulle scene dal 1967, anno del suo debutto con Who’s That Knocking at My Door. La fan base che si è creato negli anni è molto variegata e allo stesso tempo molto compatta e salda. Martin Scorsese ha una storia cinematografica che è perfino difficile da descrivere, tanto è grande e originale. Questo articolo è infatti, ovviamente rivolto ai suoi più grandi fan e di conseguenza non siamo di certo qui per consigliarvi i migliori film di Scorsese; l’intento è quello di andare oltre i suoi film e allargare gli orizzonti su una linea che preveda una narrazione simile a quella di Scorsese, o per lo meno ispirata a quella del grande regista. Insomma, non sapete come colmare la mancanza del grande Martin Scorsese? Eccovi cinque serie tv che, per un motivo o per un altro, sono associabili al maestro e che, ognuna col suo potenziale, possono richiamare la sua scuola e la sua firma.

1. Vynil

Vynil

La serie è prodotta proprio da Martin Scorsese e la prima puntata porta la sua firma registica. Lo notiamo subito, è immediatamente palese quanto il regista, assieme alla star Mick Jagger, abbia voluto mettere in luce non solo il suo stile ma anche lo stile degli anni Settanta, che lo hanno formato come regista. Vynil è figlia di Martin Scorsese e racconta, con richiami alla tradizione italiana cui il regista è sempre molto affezionato, di una scena musicale che cresce negli anni Settanta e che si rifà alla cultura di cui è partecipe. Il rock è il vero protagonista, insieme a Bobby Cannavale che interpreta un rinato Richie Finestra, proprietario di una casa discografica sull’orlo della chiusura. I personaggi sono facilmente riconducibili ad uno stile prettamente legato a Scorsese e sono perfettamente allineati con la storia che portano avanti. La musica la fa ovviamente da padrone e tutto quello che le gira intorno viene immediatamente ricollegato alla narrazione musicale. Lo stile, in questo, è esattamente quello del grande regista e chiunque ne è fan dovrebbe vederla: paesaggi newyorchesi molto suggestivi ma allo stesso tempo sporchi, una fotografia impeccabile e una scrittura che richiama il cinema classico. È una sorta di film spalmato in puntate e la firma di Martin Scorsese è assolutamente riconoscibile.

2. Derry Girls

Derry Girls Scorsese

Pare che, nonostante Martin Scorsese non sia il più grande fan della serialità televisiva, la serie Derry Girls sia stata caldamente consigliata proprio dal maestro, che ha fatto un appello tramite un’intervista chiedendo a tutti di guardarla e di non lasciarla nel catalogo infinito di Netflix. Chiunque abbia visto Derry Girls si sarà già reso conto della sua unicità e della sua bellezza disarmante, che la rende una serie fresca e originale ma soprattutto unica nel suo genere.  Ovviamente l’appello di Martin Scorsese è stato ascoltato e proprio grazie a questo, Derry Girls, che già aveva convinto molti di noi, ha avuto un picco di visualizzazioni in pochissimo tempo. Ci verrebbe da dire, finalmente. La serie, infatti, ha una narrazione davvero molto bene delineata, diretta e dolce allo stesso tempo, e condisce con l’ironia anglosassone una serie di emozioni e di sentimenti complessi che vengono resi in maniera unica. Non stupisce, perciò, che Martin Scorsese ne abbia fatto un grande elogio, dato forse anche un certo stile realistico ed emancipatorio che il maestro ha da sempre fatto suo. Sappiamo, inoltre, che Scorsese è molto avvezzo alle tematiche sociali, seppur rivisitate con la sua chiave. In un universo parallelo, non ci saremmo stupiti se a firmare le tre stagioni di Derry Girls fosse stato proprio Martin Scorsese.

3. Peaky Blinders

Peaky Blinders

Chiunque abbia visto e amato Gangs of New York, capolavoro di Martin Scorsese del 2002 che vede nel cast attori del calibro di Leonardo Di Caprio e Daniel Day-Lewis, non può perdersi Peaky Blinders che sembra essere, senza volerlo, un grande omaggio al film di Scorsese. Peaky Blinders, per quei due che non lo sapessero, è ambientato nella Birmingham di inizio Novecento e Tommy Shelby, il protagonista, è a capo di una delle famiglie criminali più pericolose della storia. Le differenze sono davvero poche, tra il grande film di Scorsese e la meravigliosa serie di Steven Knight. Certo, nel primo siamo a New York e nel secondo siamo a Birmingham e le due grandi guerre cui si fa riferimento sono una la Guerra Civile Americana e l’altra la Prima Guerra Mondiale. Eppure, Peaky Blinders non ha mai rivendicato una sorta di omaggio al grande regista americano e probabilmente la somiglianza sta solo nell’involontaria citazione di una narrazione più che altro western. Lo stesso Martin Scorsese, infatti, da grande maestro e da grande studioso di cinema riprende, in Gangs of New York, molte delle caratteristiche tipiche del western classico. E Peaky Blinders, che ha tutta l’aria di approcciarsi a quel mondo, non può che essere un prodotto facilmente associabile a quel concetto e di conseguenza utile per chiunque abbia voglia di sopperire alla mancanza di Martin Scorsese.

4. Boardwalk Empire

Boardwalk Empire Scorsese

Anche in questo caso, la serie porta lo zampino del grande maestro. Di nuovo, il primo episodio porta la firma di Martin Scorsese. E il motivo è semplice. L’intera serie Boardwalk Empire ha tutte le caratteristiche che avrebbe un film del grande regista: era del proibizionismo, una fotografia impeccabile, intrighi politici e personaggi perfettamente delineati. Immaginate The Wolf of Wall Street, ma a puntate. E poi c’è un giovane Al Capone, ci sono giochi di potere e una fortissima critica alla politica americana dei primi anni Venti del Novecento. Il protagonista, Nucky Thompson, è un ibrido: da una parte attaccato alla sua tradizione criminale e dall’altra l’ambizione e la scalata politica. Corruzione, passione e crimine. Insomma, se non vi soddisfa questo come omaggio a Martin Scorsese, è difficile che lo faccia qualcos’altro. Inoltre, Boardwalk Empire unisce la narrazione di alcuni fatti realmente accaduti con una narrazione completamente di finzione e questo connubio rende la serie perfettamente calzante e completamente coerente con la sua stessa trama. Esattamente come avrebbe fatto Scorsese, che in The Wolf of Wall Street si ispira alla vita di Jordan Belfort rileggendola in chiave cinematografica, Boardwalk Empire riesce a trovare un equilibrio perfetto tra realtà e finzione e riesce perfettamente a trasmetterlo ai suoi spettatori.

5. Fran Lebowitz: Una vita a New York

Fran Lebowitz Scorsese

Dovreste tutti scoprire chi è Fran Lebowitz, se ancora non la conosceste. A maggior ragione del suo rapporto con Martin Scorsese. La miniserie di Netflix in cui compare anche Scorsese, in veste di amico della Lebowitz, andrebbe guardata a prescindere per conoscere la figura iconica della giornalista e scrittrice più tagliente della scena newyorkese e non solo. Inoltre, chiunque sia fan di Martin Scorsese dovrebbe vederla per scoprire quanto il regista abbia a che fare col suo successo e quanto i due si siano influenzati a vicenda negli anni delle loro carriere. I due, insieme, realizzarono anche un film documentario prima ancora della serie, La parola a Fran Lebowitz, del 2010. Il sodalizio dei due artisti è quindi consolidato da molto tempo e nella docuserie Fran Lebowitz: una vita a New York è palese quanto il regista adori la sua protagonista, non solo come autrice ma soprattutto come persona. Fran Lebowitz si distingue, in effetti, per la sua ironia tagliente che fa di lei una delle scrittrici più originali in assoluto. Nella miniserie Martin Scorsese la intervista, le fa delle domande più canoniche e anche delle domande più scomode; ma, più che altro, chiacchiera con quella che è ovviamente un’amica, geniale e travolgente, unica e interessante. Il dialogo tra i due è assolutamente divertente e mai banale e, in generale, la serie è perfettamente in linea con la vita dell’autrice e ci fa scoprire tutti i retroscena di una carriera fenomenale. Assolutamente da vedere, soprattutto se si ama Martin Scorsese.