VILLAINS
I’m just a man with a dream. – Wilson Fisk
Nell’arco di due stagioni, numerosi e importanti nemici si sono opposti a Daredevil. D’altro canto l’omonima Serie Tv è stata la porta d’ingresso per un nuovo modello di villain rispetto a quanto visto fino a quel momento sul grande schermo, vale a dire la criminalità organizzata.
Wilson Fisk, interpretato da un immenso Vincent D’Onofrio, ha dominato la scena nella prima stagione. Una prestazione sul piano dell’interpretazione encomiabile, che ha conferito a Kingpin una dignità insperata.
Stesso discorso per The Punisher. Definirlo villain tuttavia sarebbe riduttivo e incompleto: non solo infatti ha permesso a Devil di raggiungere la piena maturità come supereroe, ma è innegabile che se la seconda stagione è stata la migliore mai vista, gran parte del merito è da attribuire a questo personaggio, al suo dolore e al nuovo concetto di “giustizia” che ha incarnato.
Jessica! – Kilgrave
Parliamoci chiaro: Kilgrave è Jessica Jones.
La dicotomia tra lui e la supereroina sublima in un inscindibile legame che sostiene l’intero arco narrativo, alimentandolo incessantemente.
Ma prima di ogni altra cosa Kilgrave è Il Villain. Spontaneo nei suoi eccessi, deviato, pericolosa scheggia impazzita, elegante nel suo vestire in viola (d’altro canto si tratta pur sempre di Purple Man).
In quella equazione che tiene conto di ruolo, peso specifico e capacità di colpire lo spettatore, ci sentiamo di dire che quello interpretato da David Tennant è, se non il migliore, uno dei top villain visti finora in tutto l’MCU.
There’s a bullet for everyone. Diamondback taught me that. – Shades
I nemici di Luke Cage si alternano al comando della criminalità di Harlem. Li vediamo affacciarsi, uno dopo l’altro, dalla saletta sopraelevata dell’Harlem’s Paradise.
Cottonmouth, Mariah Dillard, Diamondback. Ognuno di questi ruoli è radicato nel passato e non riesce mai completamente a esprimersi se non in maniera funzionale alla storia. Tutti hanno avuto una crescita complicata, che esplode in un presente violento. Per questo il personaggio che più cattura l’occhio è quello di cui sappiamo meno, Shades. Stile, portamento e idee chiare. Hernan Alvarez scala le gerarchie proprio perché non si lascia contaminare da altri pensieri che non siano il potere.
Tuttavia bisogna ammettere che questo ripetuto cambio nel ruolo del villain di certo non aiuta una produzione che, come già spiegato, appare a tratti in sofferenza.
What would you do if you found out you could live forever? ― Harold Meachum
Iron Fist è il nemico giurato della Mano. E la Mano non va presa alla leggera.
Nonostante ciò, quello che vediamo è un Danny Rand che affronta putties su putties. Madame Gao è sin troppo potente e va in qualche modo nerfata. Bakuto è arrivato sulla scena velocemente e altrettanto velocemente se n’è andato. Quanto ha reso questo dualismo tra il supereroe e il suo arcinemico? Una guerra che si è consumata più negli uffici nascosti della Rand Enterprises che a colpi di arti marziali; chiusa dalla katana di Colleen Wing e non dall’Iron Fist.
Allora è necessario porre l’attenzione su un altro uomo: Harold Meachum. Personaggio che già dalle prime battute ha assunto una dimensione predominante: sarà lui il nemico seriale di Danny. Subdolo, arrivista, cinico. Convincente? Non sapremmo dirlo, di sicuro un volto malvagio che si è dimostrato capace di monopolizzare l’intero prodotto, prima come servo della Mano e poi come villain principale.