PLOT
Nelson and Murdock attorneys at law
Daredevil è lo spartiacque. La prima Serie Tv a portarci sul livello urban dell’universo Marvel. Un nuovo taglio, toni più cupi, lontani da quelli a cui il cinema ci aveva abituato.
Le premiata ditta Nelson and Murdock convince sin dalle prime battute. Riesce ad appassionarci anche quando il Diavolo di Hell’s Kitchen è ancora in potenza.
Una sceneggiatura equilibrata, che vive dell’alternarsi giorno-notte, tra l’avvocato e il suo alter ego, il quale immancabile, al calar del sole, si erge a paladino dei più deboli. A sostenere il protagonista un manipolo di soggetti di spessore: Foggy rappresenta l’altra faccia di un duo che lotta per preservare una serenità quotidiana corrotta dall’agire di Devil; Karen acquista credibilità puntata dopo puntata, sbocciando nella seconda stagione, dove l’ingresso di Elektra aggiungerà ulteriore pathos.
Il tutto esaltato da una magistrale regia, capace di far rendere al meglio il lato action dello show, basti pensare alla sequenza in presa diretta nella 2X01.
Anche quelli che potevano presentarsi come punti deboli vengono aggiustati nell’ultima stagione, se possibile ancora più dark e consapevole.
Alias Investigations
Jessica Jones rappresenta l’unicum in questo gruppo di analisi.
Alla base della narrazione il pregresso con Kilgrave e una sceneggiatura che respira temi impegnativi quali la violenza e il disturbo post-traumatico da stress.
Questa Serie Tv, avvolta nei suoi filtri viola, trasuda di noir, con la voce narrante della protagonista a renderci partecipi dei suoi pensieri. Kristen Ritter ci lascia in dote una dimensione personale disturbata e sconvolta, celata dietro una finta sicurezza. L’incontro con Luke Cage, l’amicizia con Trish, la continua lotta alla paura condiscono una trama su alti livelli.
Jessica Jones è un prodotto che porta in primo piano la rilevanza dei rapporti umani, dove i singoli eventi possono prendere una piega inaspettata da un momento all’altro.
Pop’s Barber Shop
Luke Cage palesa difetti funzionali. Una storia black, ricca di camei e citazioni, volutamente su misura di Harlem con tutto ciò che ne consegue. Nonostante questo non è una Serie fine a se stessa. Si è cercato di costruire un prodotto ad hoc capace di rispecchiare un preciso spaccato di realtà.
Meno dinamica di Daredevil, meno cerebrale di Jessica Jones. Parte essenziale di Luke Cage è il quartiere con le sue mille sfaccettature. Dai sobborghi ai locali, passando per personaggi che immedesimano lo spirito di Harlem come Pop e Misty. Proprio per questo si ha l’impressione, non così distante dalla realtà, che questa Serie Tv sia lontana dagli altri prodotti che abbiamo visto.
Gli episodi ci raccontano, a ritmo di musica e abiti su misura, di uno state of mind, della cultura di una comunità che talvolta resta complicata da comprendere a pieno. La velocità di esecuzione risente di formalismi insistentemente ricercati, i quali terminano con il dilungare la narrazione di una trama a tratti sin troppo contorta.
Rand Enterprises
Iron Fist paga l’essere arrivato per ultimo. Si è tentato di presentare un plot stratificato, ricco di personaggi e situazioni in divenire. Forse anche troppo.
La famiglia Meachum, con tutti i suoi difetti, ha avuto sì un ruolo determinante, ma confuso nell’arco degli eventi. Una trama che ha faticato a decollare, con una K’un-Lun onnipresente, ma mai pienamente introdotta.
Anche dal punto di vista stilistico, la regia ha mostrato momenti di qualità, ma mai sui livelli delle altre produzioni. In particolare, punto fin troppo debole è la mediocre qualità e il montaggio delle scene d’azione con Danny protagonista. La volontà di concedere largo spazio ai Meachum, Colleen e Claire, da un lato ci ha spiazzato, ma dall’altro ha permesso di colmare alcune evidenti lacune.
Il risultato è una Serie Tv traballante sotto molti aspetti.