Come non iniziare dalla serie che lo ha reso celebre: Lost. Qui lo conosciamo nei panni di Benjamin Linus, lo stratega e il calcolatore disposto a tutto pur di non perdere il suo ruolo centrale sull’isola (o, almeno, l’illusione che sia tale). Nell’episodio 4 della terza stagione, Ben ci offre subito due perle di saggezza. Innanzitutto sul valore della compagnia umana, fondamentale nella psicologia di Lost e adattabile alla vita di tutti i giorni:
Se non ha qualcuno, un uomo impazzisce, non fa alcuna differenza di che si tratta, conta solo che sia lì con te. Ti dico che un uomo che soffre troppo la solitudine si ammala.
Sempre nello stesso episodio, all’interno di uno degli innumerevoli discorsi dettati dallo stato di perenne emergenza sull’isola, Ben ci insegna che:
Per guadagnarsi il rispetto di un truffatore, bisogna truffarlo.
Facendo un salto alla stagione successiva troviamo l’ennesimo dialogo tra Ben e John Locke, ricco di spunti di riflessione. In particolare, nell’episodio 11 Linus afferma:
Anche a me hanno detto tante cose: che ero il prescelto, che ero speciale. Sono finito con un tumore alla colonna vertebrale e le mani grondanti del sangue di mia figlia. Tutto questo doveva succedermi, questo era il mio destino. Ma ben presto capirai che essere scelti comporta delle conseguenze perché il destino, John, è un bastardo capriccioso.
La morte di Alex Rousseau ha segnato sicuramente un momento cruciale nella storia del personaggio. Da lì in avanti abbiamo visto un Ben diverso, che ha continuato a offrire perle di saggezza e momenti toccanti. La sua ammissione di colpa per la morte della figlia rimane uno dei momenti più emozionanti (6×07):
Ho visto morire mia figlia Alex davanti ai miei occhi, ed è morta per colpa mia. Sarei riuscito a salvarla se solo avessi voluto, ma ho scelto l’isola al posto suo. Tutto nel nome di Jacob; ho sacrificato per lui tutto ciò che avevo e a lui non importava niente. Sì, sono stato io a pugnalarlo, ero infuriato, confuso, ero terrorizzato, avevo paura di perdere l’unica cosa di cui mi fosse veramente importato: il potere. Ma la cosa che contava di più l’avevo già persa. Mi dispiace di aver ucciso Jacob, è la verità. Non mi aspetto che mi perdoni perché io stesso non potrò mai perdonarmi.
Un’ulteriore citazione riguarda lo strano concetto di amicizia proposto da Ben. Nell’episodio 12 della quinta stagione impariamo che
qualche volta gli amici possono essere significativamente più pericolosi dei nemici.