Come era solito ricordare in più di un’occasione a John Locke, Ben rimarrà nelle nostre menti, soprattutto per questa frase:
Io ho sempre un piano.
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Tra il 2011 e il 2016 Emerson si è cimentato in un altro personaggio di una serie che, pur non avendo avuto il successo di Lost, ha comunque avuto un buon riscontro di pubblico e ci ha regalato un personaggio molto particolare (ne abbiamo parlato qui). L’ingegnere miliardario Harold Finch è il protagonista di Person of Interest. Uomo dall’intelletto elevato, è caratterizzato da spiccate doti strategiche e informatiche. Emerson lo interpreta magistralmente e ci regala diverse citazioni memorabili. Sin dalle prime battute della prima puntata, Harold mette in chiaro quella che sarà la sua attività insieme a John Reese:
Le ho offerto un lavoro, signor Reese, non ho detto che sarebbe stato facile.
Le difficoltà incontrate da Harold, John e gli altri membri del team non sono solo di natura tecnica, ma spesso hanno a che fare con la propria vita, il proprio passato. Harold lo sa bene, in quanto non è un freddo ingegnere, ma un uomo dai sentimenti profondi.
Da questa citazione – tratta dall’episodio 11 della seconda stagione – vediamo tutta la sua empatia verso le difficoltà altrui (di John, per l’esattezza):
I tuoi errori, come i miei, sono parte di ciò che sei adesso. Non puoi andare oltre ad essi. Ma spesso i nostri errori possono sorprenderci. Il mio più grande errore, ad esempio, mi ha portato qui, al momento esatto in cui tu avevi bisogno di aiuto.
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Un’altra citazione di Harold Finch che rimarrà nei cuori e nelle menti dei fan, in quanto è quasi come una massima applicabile alla nostra vita, la troviamo nell’episodio 13 della terza stagione:
Noi possediamo il libero arbitrio e, con esso, derivano grandi responsabilità e, a volte, grandi perdite.
Allo stesso modo, nella stagione successiva, una citazione straordinaria su come intendere la vita in generale ci viene data nell’episodio 11:
Sì, sì, è scacco matto. In poche ore sei diventata una maestra, ma sappi che incontrerai giocatori molto più abili di me e più furbi. Mi hai chiesto di insegnarti a giocare e l’ho fatto. È un esercizio mentale utile, nel corso degli anni molti studiosi ne sono stati affascinati, ma a me non piace giocare e sai perché? Perché è un gioco nato durante un periodo molto violento, quando la vita non contava niente e si pensava che alcune persone valessero più di altre, come re e pedoni. Io non credo che qualcuno valga più di qualcun altro. Non ti invidio per le decisioni che dovrai prendere. Un giorno morirò e non saprai con chi parlare, ma c’è una cosa che dovrai ricordare sempre: gli scacchi sono solo un gioco e le persone non sono pezzi. Non puoi attribuire più valore a qualcuno piuttosto che a qualcun altro, non a me, né a nessuno. Le persone non sono pezzi che si possono sacrificare. Sai, io credo che tutti quelli che guardano il mondo come fosse un gioco meritino di perdere.
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