2) Conversazioni con un killer – Il caso Bundy
Il primo capitolo della docuserie antologica Conversazioni con un killer sviluppa, nell’arco di quattro episodi per un totale di quattro ore di durata, l’orrore della parabola omicida di Ted Bundy, rievocata direttamente attraverso la voce di quest’ultimo. Come per il caso di John Wayne Gacy analizzato precedentemente, anche il noto omicida statunitense, autore di almeno trenta omicidi di giovani donne tra il 1974 e il 1978, si fa voce narrante della propria vicenda, accrescendo la tensione nel telespettatore che assiste al raccapricciante spettacolo dell’orrore della mente umana. Potete leggere qui un nostro approfondimento dedicato alla docuserie Netflix.
Come nei suoi precedenti lavori, Joe Berlinger evita di calcare i toni o di indugiare sugli aspetti più efferati e sensazionalistici della vicenda. Il racconto è saggiamente condotto nel segno di un rigore geometrico, in una successione di fatti e informazioni volti ad offrire uno sguardo oggettivo e distaccato su Ted Bundy: un uomo istruito, acuto, carismatico, protetto da una patina di rispettabilità che contrasta ancor di più alla luce del suo mostruoso alter ego. Un perfetto dottor Jekyll e Mr. Hyde della nostra epoca, a cui implicitamente la docuserie riconduce l’indecifrabile dicotomia del male che si nasconde nell’apparenza della normalità.