Le miniserie sono uno dei formati seriali più amati, e forse i più riusciti. Sono brevi dunque non possono permettersi il lusso di sprecare tempo. Non ci sarà una seconda stagione per rimediare. Bisogna lasciare il segno con sceneggiature solide e interpretazioni da brividi. Conquistare lo spettatore e tenerlo incollato allo schermo dal principio alla fine: è questa la specialità delle miniserie. A pensarci bene, sono poche quelle che hanno fatto davvero flop. Veramente, non riusciamo a trovarne nessuna che non meriti di essere inserita in una classifica. La lista però sarebbe troppo lunga. Ne sono uscite una più bella dell’altra, da Unorthodox, When They See Us (When They See Us: il confronto con i personaggi realmente esistiti), Maid, La regina degli scacchi, Patrick Melrose, The Serpent, Chernobyl, Band of Brothers, Sharp Objects, The Pacific e altre decine di titoli (Le 10 migliori miniserie uscite finora nel 2021). Ogni miniserie possiede una solidità e una unicità che la rende interessante e imperdibile. Ma non potevamo certo metterle tutte in classifica. Inoltre qui non valuteremo la complessità dell’opera bensì l‘atto finale. I 10 migliori finali delle miniserie che abbiamo messo in questa classifica però non sono solo degli ottimi epiloghi: rappresentano anche le migliori puntate della serie tv stessa. Il viaggio è stato meraviglioso, ma è l’arrivo memorabile che si è distinto per intensità , originalità , qualità tecnica, recitazione e coinvolgimento emotivo. Ma soprattutto, che ha saputo donare alla storia un significato più profondo. È stato difficile, ma ne siamo usciti vivi.
Iniziamo con la classifica dei 10 migliori finali delle miniserie
**ALLERTA SPOILER: trattandosi di finali, vi consigliamo di saltare il paragrafo se non avete ancora visto la puntata conclusiva della serie tv menzionata nel titolo.**
10) Chernobyl – “Vichnaya Pamyat”
Chernobyl è una miniserie perfetta. Lo sono il cast, la sceneggiatura, la fotografia, la ricostruzione della vicenda (con le dovute libertà del caso) e la colonna sonora. Il suo unico difetto è quello di raccontare in maniera superba una tragedia realmente accaduta. L’ultimo, il quinto (uscito il 3 giugno del 2019), non è solo un gran finale, ma è anche il migliore episodio. La recitazione raggiunge un livello rarefatto d’intensità tale da donare l’ultimo tocco di realismo, quello necessario affinché il pubblico non dimentichi che tutta quella sofferenza è autentica. Ovviamente i titoli di coda che ricordano le vittime non fanno altro che aggravare quella sensazione di torpore, nausea e tensione che ci ha turbato per cinque estenuanti puntate. Alla fine, tutte le bugie e gli intrighi politici dietro il disastro di Chernobyl vengono allo scoperto, ma l’angoscia resta. Quella sensazione di straniamento è un monito che, si spera, porteremo sempre con noi. Diretto da Johan Renck e Craig Mazin, Vichnaya Pamyat è l’esempio perfetto di come si realizza un finale per una miniserie basata su un evento storico.
9) Little Fires Everywhere – “Find a Way”
La giuria raggiunge il verdetto che innesca così quel susseguirsi infuocato di eventi esplosivi. Diretto da Lynn Shelton e scritto da Amy Talkington, l’ottavo e ultimo episodio di Little Fires Everywhere è un’esplosione drammatica in cui la tensione accumulata per otto puntate ci travolge. Una vicenda che ha corso sempre al limite non poteva che concludersi con un climax tanto intenso che, dopo aver sfiancato lo spettatore, lo tramortisce. Il ritmo incalzante della narrazione è stato supportato ovviamente dal cast. E dal casting, poiché la selezione degli attori ci dà l’impressione di trovarci alle prese con delle famiglie vere. Il finale riesce a sbrogliare la matassa – sebbene non ci dia giustizia – ma ciò che conta davvero è la nostra posizione. Con chi ci schieriamo, in chi ci identifichiamo? In fondo il dilemma è sempre stato il protagonista della vicenda e un finale così polarizzante non è altro che la cifra distintiva del drama basato sull’opera omonima di Celeste Ng.
8) Black Bird – “You Promised”
Apple TV+ si è dimostrata un vero osso duro per gli altri servizi di streaming. In poco tempo, la piattaforma è riuscita a mettere insieme una collezione di titoli dalla qualità invidiabile. E la miniserie crime sviluppata da Dennis Lehane con Taron Egerton e Paul Walter Hauser è sicuramente uno degli esemplari più riusciti. Nel finale, il protagonista raggiunge il suo punto di rottura, regalandoci una performance indimenticabile. Black Bird, infatti, non è il miglior drama carcerario in circolazione. Ciò che ne eleva la qualità complessiva, e ciò che rende il sesto episodio uno dei migliori finali delle miniserie, è senza dubbio la recitazione degli attori protagonisti. Come Chernobyl, anche in questo caso l’ultimo episodio rappresenta il coronamento perfetto per una serie tv solida, sviluppata in crescendo, che sa come dare assuefazione e come lasciare lo spettatore attonito. In fondo non si tratta di cosa si racconta, ma di come. La storia, di per sé, non ha nulla di eccezionale: sono il ritmo, il montaggio e le performance fenomenali che fanno funzionare il tutto. E che ci trascinano verso un finale vibrante che ha sbalordito pubblico e critica.
7) Unbelievable – “Episode 8”
Unbelievable è un gioiello ancora troppo nascosto nel catalogo di Netflix, come lo è ancora Unorthodox. La storia è un pugno allo stomaco. Per otto episodi abbiamo vestito i panni di Marie Adler (Kaitlyn Dever) e abbiamo provato come ci si sente a non essere creduti. A volte abbiamo dubitato, ci siamo infuriati e addolorati, ma alla fine tutti i nostri sforzi sono stati ricompensati. Perché il finale di Unbelievable è una ricompensa, per noi, per Marie e per le vittime di violenza sessuale là fuori. È raro che un dramma così crudo si concluda con tanta luce e speranza. La maggioranza dei migliori finali delle miniserie di questa classifica, infatti, ci lascia con l’amaro in bocca. Invece, il true crime di Susannah Grant, Ayelet Waldmane e Michael Chabon, basato su An Unbelievable Story of Rape di T. Christian Miller & Ken Armstrong e Anatomy of Doubt di This American Life ci dona il lieto fine. Nell’era seriale in cui domina l’antieroe, questa miniserie ci saluta con una soddisfacente vittoria giudiziaria e personale. Una storia incredibile, se la si ascolta senza pregiudizi, può diventare credibile. Ricordiamocelo la prossima volta che ci verrà voglia di screditare una vittima senza prima averla ascoltata davvero.
6) I Know This Much Is True – “Episode 6”
HBO è sempre una garanzia, e il drama del 2020 scritto da Derek Cianfrance e Anya Epstein e diretto da Derek Cianfrance è un gioiello di cui si parla sempre troppo poco. I Know This Much Is True è una miniserie struggente, dolorosa, ma meravigliosa che purtroppo è passata in sordina. Mark Ruffalo fa il bis regalandoci una doppia interpretazione da brividi. La scrittura brilla e l’esecuzione rapisce. L’ultima puntata, però, è il diamante di una corona che, come fa Unbelievable, ci grazia con uno spiraglio di sollievo. Un finale toccante, che lascia una finestra aperta sul futuro pur avendo una trama solida capace di rispondere alle domande sorte nella mente dello spettatore. L’Episodio 6 è la chiusura ideale per una storia intrisa di pessimismo, che ci lascia sprofondare in un pantano di sentimenti negativi e deprimenti. Un finale straordinario che è riuscito a toccarci in profondità . E ancora una volta, il merito va senz’altro al protagonista nel suo doppio ruolo, il quale si è portato a casa un Primetime Emmy Awards e uno Screen Actors Guild Awards.
Entriamo nella Top 5 della classifica dei migliori finali delle miniserie
5) Godless – “Homecoming”
Il western creato, scritto e diretto da Scott Frank e prodotto anche da Steven Soderbergh e Casey Silver per Netflix è stato inserito da Vanity Fair e The Washington Post nella loro lista delle migliori serie del 2017. La miniserie vincitrice di tre Primetime Emmy Awards ha saputo conciliare dei temi sorprendentemente attuali con i tropi del genere western per un risultato originale, imperdibile e dettagliatissimo. Dopo sei episodi trascorsi a delineare a fondo i personaggi e le loro interazioni, l’ultimo ci ricompensa con il rush finale: il tanto atteso regolamento dei conti. Un crescendo che per alcuni è stato troppo lento, ma che invece conferisce epicità alla storia. Homecoming esplode nella trama, nella fotografia e nella regia e ci ripaga del duro viaggio. L’episodio ha tutto il necessario: uno scontro a fuoco violento e un’ultima corsa placida e inesorabile del protagonista. Godless è una serie tv che ha saputo fermarsi al momento giusto, senza rimpianti, salutandoci con un finale emozionante, ricco di addii, che ci lascia affacciare sull’Oceano Pacifico.
4) Mare of Easttown – “Sacrament”
Mare of Easttown è una sorpresa. Non certo per il talento di Kate Winslet, quello lo conoscevamo già . Ma per le dinamiche crime che diventano via via sempre più imprevedibili, raffinate e accurate. All’inizio, Mare of Easttown ha l’aria di essere il solito crime drama con una detective tormentata. Ma quando di mezzo c’è lo zampino dell’HBO sappiamo bene che la parola “solito” non è contemplata. Diretto da Craig Zobel e scritto da Brad Ingelsby, Sacrament è devastante, ma perfetto. L’episodio assicura dei grandiosi colpi di scena senza compromettere lo sviluppo del personaggio né scadere nel buonismo o nel banale effetto sorpresa. Fino all’ultima puntata le cose non quadravano. Non capivamo se eravamo davanti a un gigantesco buco di trama o se quelle di Mare fossero delle dimenticanze da pivella. Invece il twist finale colma quella voragine, lasciandoci senza parole. Una puntata conclusiva sublime e straziate. Sicuramente uno dei migliori finali delle miniserie, e non solo. Sebbene si tratti di una serie limitata, Kate Winslet ha dichiarato che le piacerebbe tornare a vestire i panni di Mare e che Ingelsby è aperto per una potenziale seconda stagione. Vedremo.
E ora è il momento della Top 3 dei migliori finali delle miniserie
3) The Night Of – “The Call of the Wild”
The Night Of è un salasso. Un calcio alle gengive. Un caso inspiegabile che non concede nessuna certezza. Nemmeno alla fine. Quel finale aperto così frustrante è però la ragione per cui The Night Of conquista il terzo posto di questa classifica dei 10 migliori finali delle miniserie. L’ottava puntata raggiunge il suo climax narrativo, sfiancandoci per l’ultima volta. La giuria è in stallo, come noi, e non raggiunge un verdetto unanime: la metà lo dichiara colpevole mentre l’altra metà lo ritiene innocente. Naz è libero, è vero, ma non è innocente. Un esito che rende la miniserie dell’HBO unica nel suo genere, che sin da subito ha preso una sua direzione, distaccandosi così dalle dinamiche del legal drama. In quel mancato verdetto c’è l’essenza di The Night Of. Sotto accusa, infatti, non c’era solo il protagonista, ma il sistema penale e giudiziario americano. La prigione è colpevole del degrado modale di Naz. Il mancato finale apre dunque uno scenario sconfinato, pieno di dubbi, riflessioni e considerazioni morali. Nessun sollievo. Nessuna tregua. L’incertezza è la protagonista del drama con Riz Ahmed e John Turturro, che ci porta a riflettere sul significato del ragionevole dubbio. E sulla falsariga, ci colleghiamo alla seconda classificata: Sharp Objects.
2) Sharp Objects – “Milk”
Poche serie tv sono capaci di ribaltare l’intera vicenda con un’ultima, piccola, battuta come fa Sharp Objects. Il colpo di scena può essere un escamotage per uscire da una situazione di stallo oppure un vero colpo di genio. Quel “Don’t Tell Mama” del finale di Sharp Objects sussurrato dalla sorellina alla protagonista ci tormenterà a vita. Basata sul romanzo omonimo di Gillian Flynn, il drama psicologico dell’HBO ci ha torturato, confuso e tratto in inganno giocando con la nostra percezione, alterata dal pregiudizio. Abbiamo incolpato chiunque, tranne l’unica persona colpevole. La vittima di Sharp Objects diventa quindi il carnefice. Agli sgoccioli della puntata capiamo tutto. La Donna in bianco è Amma: c’erano tutti i segnali, ma pochi di noi li hanno colti, offuscati com’eravamo dai preconcetti. L’assassina è sempre stata la sorella minore, proprio colei che Camille proteggeva. Come poi confermeranno i post-credits. Fino alla settima puntata, il drama con le bravissime Amy Adams e Patricia Clarkson sembrava solo un ottimo thriller, come ce ne sono tanti. È con l’ottava, con quell’ultima scena agghiacciante, che Sharp Objects raggiunge la perfezione, trasaliamo scioccati e restiamo attoniti con la bocca spalancata. Un episodio, e un finale, da 10 e lode.
1) Band of Brothers – “Points”
Se il finale di Sharp Objects è da 10 e lode, quello di Band of Brothers è da 11 e lode. In fondo, lo è l’intera miniserie creata da Tom Hanks e Steven Spielberg. Ispirata al libro omonimo del 1992 dello storico Stephen Ambrose (nonché consulente del celebre drama storico firmato – ancora una volta – HBO), le nove puntate di Band of Brothers ci hanno riportato indietro nel tempo. Ci hanno fatto sentire il sapore del piombo e del sangue, e la disperazione di quei soldati. Nella decima puntata l’inferno sembra essere finito, poi arriva lo scontro con la realtà . L’impianto emotivo, la cura dei dettagli e la costruzione storica maniacale rendono Band of Brothers – Fratelli al fronte un grande viaggio che va vissuto. E un grande viaggio non poteva che concludersi con una puntata grandiosa che ci invita a riflettere su come sia possibile andare avanti con la propria vita dopo aver conosciuto l’orrore. L’ultimo episodio è un crescendo di emozioni e considerazioni profonde. Quella partita a baseball, i racconti e le testimonianze dei reduci ancora in vita, infine, ci lasciano sopraffatti e senza parole.
Da Chernobyl a Band of Brothers, questa era la Top 10 dei migliori finali delle miniserie.
Una classifica impossibile da stilare, da cui abbiamo dovuto lasciare fuori centinaia di titoli ineccepibili. La qualità della maggioranza delle miniserie uscite finora è altissima eppure, per quanto riguarda i finali di Band of Brothers e delle altre nove miniserie, in fondo non c’erano poi così tanti dubbi.