8) Black Bird – “You Promised”
Apple TV+ si è dimostrata un vero osso duro per gli altri servizi di streaming. In poco tempo, la piattaforma è riuscita a mettere insieme una collezione di titoli dalla qualità invidiabile. E la miniserie crime sviluppata da Dennis Lehane con Taron Egerton e Paul Walter Hauser è sicuramente uno degli esemplari più riusciti. Nel finale, il protagonista raggiunge il suo punto di rottura, regalandoci una performance indimenticabile. Black Bird, infatti, non è il miglior drama carcerario in circolazione. Ciò che ne eleva la qualità complessiva, e ciò che rende il sesto episodio uno dei migliori finali delle miniserie, è senza dubbio la recitazione degli attori protagonisti. Come Chernobyl, anche in questo caso l’ultimo episodio rappresenta il coronamento perfetto per una serie tv solida, sviluppata in crescendo, che sa come dare assuefazione e come lasciare lo spettatore attonito. In fondo non si tratta di cosa si racconta, ma di come. La storia, di per sé, non ha nulla di eccezionale: sono il ritmo, il montaggio e le performance fenomenali che fanno funzionare il tutto. E che ci trascinano verso un finale vibrante che ha sbalordito pubblico e critica.
7) Unbelievable – “Episode 8”
Unbelievable è un gioiello ancora troppo nascosto nel catalogo di Netflix, come lo è ancora Unorthodox. La storia è un pugno allo stomaco. Per otto episodi abbiamo vestito i panni di Marie Adler (Kaitlyn Dever) e abbiamo provato come ci si sente a non essere creduti. A volte abbiamo dubitato, ci siamo infuriati e addolorati, ma alla fine tutti i nostri sforzi sono stati ricompensati. Perché il finale di Unbelievable è una ricompensa, per noi, per Marie e per le vittime di violenza là fuori. È raro che un dramma così crudo si concluda con tanta luce e speranza. La maggioranza dei migliori finali delle miniserie di questa classifica, infatti, ci lascia con l’amaro in bocca. Invece, il true crime di Susannah Grant, Ayelet Waldmane e Michael Chabon, basato su An Unbelievable Story of Rape di T. Christian Miller & Ken Armstrong e Anatomy of Doubt di This American Life ci dona il lieto fine. Nell’era seriale in cui domina l’antieroe, questa miniserie ci saluta con una soddisfacente vittoria giudiziaria e personale. Una storia incredibile, se la si ascolta senza pregiudizi, può diventare credibile. Da ricordare la prossima volta che a qualcuno verrà in mente di screditare una vittima senza prima averla ascoltata davvero.