3) Sons of Anarchy
Che Sons of Anarchy abbia regalato uno dei migliori finali delle serie tv di sempre è assolutamente innegabile; ci basta guardare quest’immagine per piangere fiumi di lacrime ricordando quello che è stato l’epilogo più poetico della storia, che ha dato vita a un fenomeno globale con pochi precedenti.
Ispirata all’Amleto di Shakespeare, la serie FX Sons of Anarchy abbraccia al meglio tutte le caratteristiche tipiche del genere drammatico, tra cui il finale tragico e la regressione spirituale dell’anti-eroe protagonista della vicenda Jax Teller. Magistralmente interpretato dall’attore Charlie Hunnam, Jax è un personaggio tormentato, diviso tra l’impegno che sente nei confronti del suo club motociclistico dedito a varie attività illegali, prima fra tutte il traffico di armi, e la sua volontà di cambiare vita diventando un rispettabile padre di famiglia. Destreggiarsi tra le due cose può però risultare decisamente complesso, a meno che non decida di abbracciare quel destino dal quale è scappato per tutta la vita; nell’immortale sequenza finale, Jax spalanca le braccia accogliendo e abbracciando quel destino, come un Cristo umano e peccatore che si offre in sacrificio per la liberazione degli altri. Accettare la propria natura consente a Jax di trovare finalmente la libertà, liberando a sua volta il figlio dal male (e dall’anarchia), mettendo fine al ciclico ripetersi della storia. Il dramma, la tragedia, la morte, la vita, l’accettazione, la salvezza, il sacrificio rendono Sons of Anarchy (e il suo splendido finale) semplicemente inimitabile.
4) Breaking Bad
La serie drammatica Breaking Bad detiene ancora oggi, a distanza di oltre dieci anni dal suo epilogo, numerosi primati, tra cui quello di essere la serie televisiva meglio scritta della storia, nonché la più premiata. Breaking Bad è riuscita a diventare un cult del piccolo schermo soprattutto grazie alla ineccepibile caratterizzazione di ogni suo personaggio e alla sua scrittura perfetta, tanto quanto lo sono i maniacali dettagli che si susseguono dal primo all’ultimissimo episodio della quinta stagione, considerato uno dei migliori finali delle serie tv di sempre. Felina rappresenta infatti tutto ciò che un finale di una serie tv dovrebbe essere, poiché chiude perfettamente il cerchio della narrazione non facendo sconti a nessuno: senza mai piegarsi al fan service e rimanendo perfettamente coerente al destino che i protagonisti si sono costruiti con le loro stesse mani, episodio dopo episodio. Il finale di Breaking Bad è riuscito a farci piangere fiumi di lacrime non solo per quello che è stato, ma soprattutto per la consapevolezza maturata nell’arco di quei 55 minuti di ciò che non sarebbe stato più.
“Tutto questo l’ho fatto per me. Mi piaceva farlo. Ero molto bravo. Mi sono sentito vivo”.
Nel suo atto finale, Walter White completa il processo di accettazione della propria natura distruggendo totalmente la sua persona, facendo spazio unicamente al suo alter ego nonché alla sola e reale versione di sé, l’unica – quella di Heisenberg – in grado di restituirgli la vita nella morte di Walter White. L’anonimo professore di chimica riesce infatti a ottenere, nel corso del perverso viaggio verso il male durato cinque stagioni, tutto ciò che la mediocrità dell’ordinario gli avrebbe per sempre negato: l’immortalità, nonostante il suo harakiri morale.