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9 finali delle Serie Tv che sono stati concepiti per farci piangere fiumi di lacrime (e ci sono riusciti benissimo)

Scrubs - Migliori finali delle sit-com

5) Better Call Saul

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Better Call Saul (640×360)

Sembrava impossibile replicare la qualità e l’importanza che Breaking Bad ha avuto nella storia della televisione, eppure il suo creatore Vince Gilligan ci è riuscito una seconda volta con lo spin-off Better Call Saul, che si attesta tra le migliori produzioni dell’era recente anche grazie al suo epilogo, considerato tra i migliori finali delle serie tv di sempre.

Better Call Saul rappresenta l’unica redenzione (e l’unico lieto fine) nell’universo di Breaking Bad. Il protagonista Jimmy McGill alias Saul Goodman rivive nel finale Saul Gone tutto l’universo di storie, scelte e riflessioni che lo hanno portato a quel momento e, soprattutto, al vero centro gravitazionale della sua vita: il suo porto sicuro Kim Wexler (Rhea Seehorn), la sola in grado di modificare la natura dell’avvocato dei criminali più famoso del piccolo schermo. Il parallelismo tra Jimmy McGill e Walter White sembrava scritto; eppure Jimmy, pur facendosi trascinare dal suo lato oscuro quanto il protagonista di Breaking Bad, possiede una qualità essenziale che manca a Walt, ovvero uno scopo di vita, negato al secondo dalla sua malattia terminale. Per Saul quello scopo è Kim e il suo perdono, in grado di farlo persino confessare e pagare per i suoi crimini. La redenzione spirituale del protagonista non coincide però con la libertà o con la totale cancellazione del male, ed è questo elemento a rendere il finale di Better Call Saul il più toccante, commovente e giusto possibile.

6) Lost

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Lost (640×360)

Andata in onda dal 2004 al 2010, Lost è considerata una delle migliori serie drammatiche di tutti i tempi per la sua capacità di fondere alla perfezione elementi sovrannaturali con elementi di fantascienza, portati sapientemente in scena attraverso le vicissitudini di un gruppo di sopravvissuti a un disastro aereo, segnando con queste “semplici” premesse la storia della televisione e influenzando tutte le produzioni successive al pari degli altri grandi cult del piccolo schermo. Lost ha incollato allo schermo i telespettatori di tutto il mondo, tenuti col fiato sospeso per sei stagioni da una tortuosa narrazione ricca di esaltanti colpi di scena. La non-linearità degli eventi si è rivelata perfino un’arma a doppio taglio nel corso delle stagioni, salvo ritornare sui propri passi in tempo per il suo formidabile finale, sapientemente concepito per farci piangere fiumi di lacrime.

Il finale di Lost si colloca infatti in una dimensione fuori dal tempo, in un mondo ultra-terreno in cui è lo scorrere del tempo stesso a non essere lineare, in cui perché tutto accada, tutto deve morire. Quello che potremmo definire uno dei migliori finali delle serie tv è un fantastico racconto dell’Eternità intensa come assenza di tempo, sospensione dal male, sopravvivenza dell’amore: “Nessuno muore da solo, Jack. Tu avevi bisogno di loro e loro di te“. È in questa realtà eterea che il finale di Lost ci ha lasciati sospesi da oltre dieci anni, lasciandoci un incolmabile vuoto che difficilmente verrà sostituito da un’altra serie tv.

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