7) Dark
Alla serie tv tedesca Dark sono bastate tre straordinarie stagioni per attestarsi nell’olimpo della serialità televisiva, diventando un istant cult della piattaforma Netflix. I veri protagonisti della vicenda sono i viaggi temporali con tutti i loro paradossi, che hanno riscritto le regole della serialità come poche altre produzioni di genere affine. L’intreccio della prima stagione si svolge su ben tre piani temporali principali: 1953, 1986 e 2019. Nella seconda stagione le vicende si estendono anche nel 1921 e nel 2053, mentre nella terza le vicende giungono fino al 1888. Tuttavia Dark si basa sul principio di autoconsistenza: sebbene i protagonisti siano in grado di spostarsi nel tempo, non possono modificare il loro destino né quello degli altri; il passato, in quanto tale, è immutabile, e la volontà dei singoli è dunque piegata al procedere del tempo. Anche nei loro spostamenti, i protagonisti sono quindi costretti ad assecondare gli eventi per come si sono svolti secondo il paradosso della predestinazione.
È questo paradosso a condurci al geniale finale di Dark, in cui a sopravvivere sospeso tra gli universi paralleli generati dal Nodo e dai viaggi nel tempo è l’amore che lega Jonas e Martha e che spinge gli stessi a sacrificarsi per un bene superiore. L’amore, infatti, non conosce limiti, neanche quelli del tempo: nel subconscio dei sopravvissuti potrebbe essere rimasto un segno di coloro che sono vissuti nei mondi paralleli, lasciando aperta l’ipotesi che non tutto sia davvero completamente cancellato.
“Credi che qualcosa di noi rimarrà o siamo solo questo, un sogno? Non siamo mai esistiti?”.
In tutta la sua filosofia, quello di Dark è tra i migliori finali delle serie tv.
8) The Good Place
Definire The Good Place una delle migliori serie tv comedy degli ultimi anni è persino riduttivo: l’innovativa produzione televisiva porta infatti sul piccolo schermo componenti prettamente comiche contemporaneamente a profonde riflessioni filosofiche, attraverso una trama ambiziosa e numerose sotto-trame. Ambientata nell’utopia del “The Good Place”, un posto molto simile a quello che potremmo definire il Paradiso, la serie tv offre numerose riflessioni sulla moralità come strumento per diventare persone eticamente migliori. Questo è ciò a cui aspira la protagonista Eleanor Shellstrop (Kristen Bell), che si ritrova dopo la sua morte nella parte buona per sbaglio, e tenta quindi in tutti i modi di nascondere i suoi comportamenti cattivi diventando una persona migliore, degna di quel posto che non le spetta. Non sono mancati, nel corso delle sue quattro stagioni, esaltanti colpi di scena decisamente atipici per una serie comedy, culminati nel suo perfetto finale che ci ha fatto piangere fiumi di lacrime.
Nell’iconica e commovente scena finale, Eleanor si riduce in molti sfavilli di luce, uno dei quali scende e si posa su un uomo sulla Terra, il quale decide improvvisamente di compiere una buona azione: riconsegna una lettera mal spedita al legittimo proprietario, Michael, compiendo quindi una buona azione. La sequenza finale di The Good Place rimarrà impressa per sempre tra i migliori finali delle serie tv, nonché tra i più commoventi di sempre.