Sons of Anarchy, Six Feet Under, Breaking Bad, Better Call Saul: ognuna di queste serie è conosciuta per il suo magistrale percorso, e per il suo perfetto finale. Hanno chiuso la storia nel più sacro dei modi, restituendoci tutto quello che una storia come quella raccontata meritava. Di finali da brividi ne abbiamo visti parecchio, abbiamo pianto come delle fontane di fronte a Six Feet Under. Quella macchina con cui Claire è andata via non stava portando lontano soltanto lei, ma anche noi. Quelle quattro ruote ci hanno trasportato via dalla storia di Six Feet Under, annunciandone la fine definitiva. Ma Six Feet Under non è l’unica Serie Tv (insieme alle altre menzionate e non) ad averci provocato un brivido. Ne esistono delle altre che hanno svolto la stessa funzione, anche se in modo diverso. La nostra unica colpa è di non averne idea, di disconoscerle totalmente. Molti di noi ignorano molte Serie Tv che in realtà sono di livello assoluto, e che con ragione hanno conquistato il pubblico di altri paesi. Questi prodotti non si caratterizzano infatti soltanto per una gran storia, ma anche un per un gran finale che qualcosa dentro ce lo ha smosso eccome. Forse è il caso dunque di parlarne, di scoprire il volto dei migliori finali da brivido delle Serie Tv che abbiamo ingiustamente ignorato e che, invece, meritano tutto il nostro ascolto.
Quicksand, Rectify e Catch-22 e altro ancora: queste sono solo alcune dei migliori finali delle Serie Tv che vengono purtroppo ignorati
1) Conversations with Friends
Conversations with Friends arriva dalla stessa penna di Normal People, ma gode di un successo decisamente inferiore. Il paragone quasi obbligatorio tra i due prodotti non ha infatti giovato alla serie che subito si è imposta come nettamente più debole della prima, assolutamente priva di quei tratti che hanno reso Normal People un piccolo capolavoro. Paragonare i due prodotti serve però a ben poco, soprattutto perché nasconde quelle che sono le grandi qualità di Conversations with Friends. In modo diverso, com’è giusto che sia, la serie narra la perdita dell’individualità, lo smarrimento, la crisi di una società che non riesce più a ritrovarsi da nessuna parte. I quattro protagonisti della serie innescano tra loro un legame che li porterà ad andare oltre i loro limiti, togliendogli più di quel che gli ha dato. La stessa intensità la ritroviamo così nella puntata finale, elemento che permette a Conversations with Friends di poter essere considerata come uno dei migliori finali delle Serie Tv poco conosciute. I personaggi della serie troveranno, alla fine della storia, le risposte che cercavano. Non saranno quelle risolutive, non saranno neanche quelle che gli permetteranno di tornare a star bene. Saranno delle risposte che però ci restituiranno la magia del realismo. Come loro, noi non possiamo schioccare le dita e far tornare tutto immediatamente a posto. Non possiamo pensare che un miracolo sistemi tutto quello che non va bene. Nello stesso modo, Conversations with Friends conclude la sua storia preannunciando che ciò che i personaggi hanno vissuto gli restituirà una nuova via che noi non vedremo mai, ma che comunque potrebbe realizzarsi. I brividi che sentiamo durante quel finale sapranno così di novità, di un nuovo inizio che non potremo mai vivere insieme a loro, ma che comunque sussisterà. Conversations with Friends non ci saluta con un finale chiaro e risolutivo, ma con uno che promette che le cose a un certo punto prenderanno una piega naturale, reale. Il brivido del realismo, unito all’intensità che soltanto Sally Rooney sa tirar fuori, salirà lungo la nostra schiena, ricordandoci che non ci importano più i paragoni con Normal People. Ogni storia è a sé, e Conversations with Friends merita tutta la nostra attenzione.
2) Catch-22
Distribuita nel 2019, Catch-22 gode di un successo decisamente limitato e molto più ricercato. Da sempre la Serie Tv per eccellenza inerente alla guerra è Band of Brothers, e non Catch-22. Questa vive soltanto nei ricordi di pochi telespettatori, di un pubblico talmente ristretto da non poter parlare di questo prodotto praticamente con nessuno. Però questo non potrà mai toglierle la qualità che ha, il gran finale emotivamente distruttivo che possiede. Al centro della narrazione troviamo Yoyo, un soldato in missione durante gli anni della Seconda guerra mondiale. Il suo è un personaggio che scopriamo subito essere arrabbiato, ma non solo a causa degli orrori della guerra. E’ arrabbiato perché l’esercito continua ad aumentare le missioni necessarie prima del congedo. Non sa come fare a evitare tutto questo, forse soltanto fingendosi pazzo. Questo è d’altronde quello che cerca davvero di fare. Farsi credere pazzo per arrivare al congedo definitivo, ma il mezzo per riuscirci sarà estremamente difficile. Esiste infatti una bizzarra legge (da cui prende il nome la serie) che afferma che un uomo può essere considerato pazzo soltanto se decide di affrontare tutte le missioni, in quanto questo significa mettere davvero a rischio la propria vita. Per questa ragione, il protagonista comincerà a prendere parte a diversi obiettivi che, uno dopo l’altro, lo porteranno a uno struggente finale in cui Yoyo non è più quello di un tempo. Le diverse missioni a cui ha preso parte lo hanno cambiato nel profondo. Su di un aereo in cui fatica a stare, il protagonista continua a ripetere l’ordine di sganciare. La morte di un suo compagno, l’ennesimo, lo ha portato a comprendere davvero gli orrori della guerra, delle mille missioni a cui ha preso parte con il solo obiettivo di venire congedato. Alla fine il suo obiettivo viene raggiunto ma, come spesso accade, succede proprio quando oramai non importa più. Gli orrori di quel che ha vissuto lo hanno trasformato in un soldato che non vuole più fuggire ma solo aiutare a combattere. Ma adesso è troppo tardi, e il finale di Catch-22 non fa altro che dimostrarlo, risvegliando totalmente la nostra emotività.
3) Rectify
Rectify non parla soltanto di un uomo che, una volta andato via dalla prigione, ricomincia la propria vita. Al contrario, racconta come questa fosse – paradossalmente – il luogo più sicuro per il protagonista. Anche se è arrivato lì attraverso una condanna ingiusta, quello è il posto in cui ha avuto modo di riflettere e pensare e ripensare a quanto accaduto, a quello che ha perso, alle spalle che la società gli ha voltato. Una volta andato via da quel posto Daniel deve ricominciare da capo, imparando a ritrovare la normalità anche nelle cose più naturali come fare una passeggiata. Rectify per questo motivo diventa a tutti gli effetti una Serie Tv estremamente realista, ma anche esistenzialista. Lo stesso, d’altronde, possiamo dire della sua ultima e definitiva puntata. Il suo è a tutti gli effetti uno dei migliori finali delle Serie Tv, un finale che – come nel caso di Six Feet Under, ma in modo ovviamente diverso – offre uno sguardo reale nei confronti della vita. Durante l’ultima puntata non ci sarà infatti alcun tipo di lieto fine, ma solo l’inizio di un qualcosa a cui non assisteremo. Rectify preannuncia l’inizio del reinserimento nella società, la risoluzione di alcuni eventi, ma non la felicità. Questa è un concetto oramai soltanto astratto per Daniel, probabilmente irraggiungibile. I suoi diciannove anni passati in una cella non gli consentiranno mai di ritrovarla, non gli consentiranno neanche di poter mai recuperare ciò che ha perso, tantomeno la sua Hannah. Non vi sarà mai nulla di tutto questo e Rectify – che è un prodotto realista, mai patinato e concreto – lo sa bene. Per questo motivo lascia che il finale non dica altro se non che forse, un giorno, Daniel potrebbe ambire alla serenità, un concetto lontano dalla felicità ma comunque un gran traguardo per chi come lui ha vissuto l’inferno in terra. Una conclusione non banale per uno dei migliori racconti intimistici nell’universo serie tv.
4) I Know This Much is True
Distribuita nel 2020 e ancora praticamente sconosciuta al pubblico italiano, I Know This Much is True è di certo una delle miniserie più intense e intelligenti mai prodotte da HBO. Al centro della storia troviamo Mark Ruffalo, e intendiamo letteralmente. L’attore interpreta infatti ben due personaggi, raccontandoci la storia di due fratelli gemelli che si faranno spazio in un’America tossica e drammatica in cui il gesto che più conta sembra essere sempre quello più estremo. Uno dei due ha passato la sua vita andando e venendo da ospedali psichiatrici, mentre il secondo ha vissuto una vita più agiata. Alla morte della madre quest’ultimo comincerà a prendersi cura del fratello affetto da schizofrenia, conoscendo così la vita reale di un uomo che non viene in alcun modo accettato dalla società perché reputato pericoloso. I due faranno insieme un percorso che li porterà non solo ad avvicinarsi, ma anche a conoscere gli eventi del passato che hanno reso loro, e la famiglia da cui provengono, quel che sono. Il finale non fa eccezione, restituendoci la medesima carica emotiva già vista durante lo sviluppo dell storia. Le risposte alle domande che ci siamo fatti durante l’intera serie troveranno luogo, ma in modo realistico. Il pessimismo con cui la serie si è infatti contraddistinta sarà ancora presente, restituendoci un epilogo che aprirà soltanto una finestra sul futuro, e non un’intera porta. Non è molto, ma è il necessario. Dramma, realismo e sospiri di sollievo si fondono così insieme, regalandoci uno dei migliori finali delle Serie Tv di cui purtroppo non si parla mai.
5) Quicksand
Quicksand è una delle Serie Tv più sottovalutate e meno conosciute dell’intero catalogo Netflix. Divisa tra crime e dramma, la serie narra le vicende di un facoltoso e benestante quartiere svedese che, in modo ostinato, cerca di proteggere la propria condizione nobile. Non pretendono che le cose funzionino davvero, pretendono soltanto che le cose funzionino all’apparenza. Maja è una ragazza normale, non cerca la fama o il successo. Vuole raggiungere i suoi traguardi nel modo più naturale possibile, ma il suo equilibrio viene presto fatto a pezzi quando incontra Sebastian, un ricco ragazzo che non conosce il senso del limite. Nessuno lo aiuta, non lo fa neanche quando è evidente che egli sia una minaccia per se stesso e per gli altri. Una sparatoria a scuola spezza totalmente l’equilibrio fittizio che quel quartiere ha sempre raccontato di possedere. Sebastian in quel caso perde la vita, e tutto fa pensare che sia proprio Maja la colpevole. Durante la narrazione ci facciamo spazio verso la verità di quel che accaduto, giungendo così a un’ultima puntata che ci restituisce una risposta che in cuor nostro abbiamo sempre saputo, ma non è questo il punto. Il punto, durante l’ultimo episodio di Quicksand, è sapere che non importa chi sia il colpevole, ma che la disfunzionalità della società non si fermerà neanche di fronte a un caso come questo. Quicksand dimostra, attraverso uno dei migliori finali delle Serie Tv, che non importa cosa accada: alcune crepe rimarranno tali anche di fronte alla morte, al dramma, alla tragedia. Non è il nome del colpevole a cambiare le cose, a insegnare qualcosa a qualcuno. Quicksand – con la sua storia e il suo finale – ci mostra i demoni di una società vuota e devota soltanto all’apparenza, l’anima buia di un’ipocrisia senza precedenti.
Quicksand, Rectify e Catch-22 e tutto il resto delle Serie Tv menzionate sono alcune delle Serie Tv poco conosciute che hanno vinto la difficile sfida di scrivere un finale all’altezza della propria storia. Insieme a queste ve ne sono molte altre, alcune conosciute e altre decisamente meno. Non possiamo vivere sempre delle solite Serie Tv, delle solite storie. E’ tempo di esplorare, e questi titoli possono essere un importante punto di partenza da cui partire. Siete pronti?