8) Say Nothing (Non dire niente)
Say Nothing, nota in Italia come Non dire niente, è uno dei prodotti più interessanti dell’anno in casa Disney+. Si basa sul libro di Patrick Radden Keefe, la cui storia è ambientata durante i Troubles in Irlanda del Nord. Say Nothing esplora la scomparsa di Jean McConville, madre di dieci figli rapita nel 1972 dall’IRA, e il contesto politico e umano di uno dei conflitti più complessi del XX secolo. La serie intreccia eventi storici con la vita di individui coinvolti nel conflitto, mostrando come ideali, lealtà e tragedie personali si sovrappongano. Say Nothing si distingue per la sua narrazione multilivello. Si alternano il racconto della scomparsa di McConville e delle sue ripercussioni e un focus più ampio della lotta per l’indipendenza irlandese e delle tensioni interne all’IRA. Questa struttura consente di approfondire sia le dimensioni personali che quelle politiche del dramma, offrendo una visione sfumata e priva di semplicismi.
Il successo della serie è radicato in due elementi di spicco: scrittura e regia. Queste due bilanciano il realismo storico con una narrazione coinvolgente. Un altro punto di forza di Say Nothing è la sua capacità di educare senza risultare didascalica. Attraverso dialoghi taglienti e scene visceralmente potenti, la serie porta il pubblico a riflettere sulle conseguenze della violenza politica e sull’impatto duraturo del conflitto sulle famiglie e sulle comunità . Con una colonna sonora evocativa e una fotografia che cattura la cupa bellezza di Belfast e delle campagne circostanti, Say Nothing è un’opera d’arte che riesce a commuovere, provocare e affascinare. La sua combinazione di qualità tecnica e tematiche complesse la rende una delle migliori miniserie del 2024, capace di lasciare un segno profondo negli spettatori.
7) Anche Eric con Benedict Cumberbatch è tra le migliori miniserie del 2024
Eric è una delle serie più intense e acclamate del 2024: un thriller psicologico da vedere tutto d’un fiato, tra dramma umano e mistero. La storia segue Vincent Anderson (Benedict Cumberbatch), un talentuoso creatore di marionette. La sua vita è sconvolta dalla scomparsa del figlio Edgar, un bambino di nove anni svanito nel nulla in circostanze misteriose. Mentre Vincent cerca disperatamente di trovare suo figlio, la sua vita prende una piega sempre più oscura. La sua relazione con la moglie si sgretola, il lavoro diventa secondario e, come unica compagnia, trova conforto in Eric, una marionetta che sembra rappresentare la figura di Edgar. La trama si infittisce con l’introduzione dell’ispettore Ledroit, incaricato di indagare su una serie di omicidi collegati alla scomparsa di Edgar. I due protagonisti, Vincent e Ledroit, si trovano a percorrere strade parallele ma spesso convergenti, in un’indagine che sfuma i confini tra realtà e follia.
La serie gioca abilmente con il tema del trauma e della percezione, esplorando la mente di un padre consumato dal dolore e il peso di un’indagine che porta alla luce segreti inaspettati. Eric si distingue per la sua scrittura profonda e stratificata che mette in primo piano la psicologia dei personaggi. Le performance degli attori sono convincenti: Benedict Cumberbatch porta sullo schermo il devastante dolore di un padre. Anche l’ispettore Ledroit è interpretato con grande intensità e riesce a trasmettere la complessità di un uomo diviso tra dovere e empatia. Dal punto di vista tecnico, la regia e la fotografia sono notevoli: l’atmosfera è cupa e inquietante e immerge lo spettatore in un viaggio emotivo. Grazie alla sua capacità di fondere mistero e dramma psicologico e far riflettere sull’amore e sulla perdita, Eric si colloca tra le migliori serie dell’anno.