Le migliori miniserie storiche sono un mondo a parte. Negli anni abbiamo conosciuto alcune delle migliori Serie Tv storiche di tutti i tempi. The Crown (qui la recensione del finale) è di certo una delle produzioni per antonomasia del genere. Ben 6 stagioni per raccontare la storia di una delle istituzioni più potenti al mondo, con sempre un occhio di riguardo alla situazione politica e sociale del paese. E se al piatto vogliamo aggiungere anche un po’ di pepe, Downton Abbey sarà sempre la scelta giusta. Ma se amate questo tipo di produzioni e, al tempo stesso vorreste recuperarne il più possibile in poco tempo, abbiamo per voi qualcosa che di certo vi renderà felici: le migliori miniserie storiche di tutti i tempi.
Come si suol dire, brevi ma intense. Dividendosi tra il genere storico e il genere storico-biografico, queste miniserie hanno frantumato la nostra emotività in mille pezzi, obbligandoci a fare i conti con delle storie che ci mettevano di fronte a qualcosa che non poteva essere in alcun modo mistificata: la realtà. L’abbiamo visto con la difficile ma straordinaria Chernobyl, e lo abbiamo visto anche con la straziante When They See Us. Due delle miniserie che più hanno ottenuto successo negli ultimi anni, consacrandosi a tutti gli effetti come delle produzioni immortali. E questo, è solo l’inizio di una grande lista.
Da Band of Brothers a Mrs. America: ecco le 10 migliori miniserie storiche di tutti i tempi
1) Band of Brothers, tra le migliori miniserie storiche e non solo
Se c’è una produzione che ha completamente segnato il genere storico, quella è certamente Band of Brothers. E per rivoluzionare tutto non ha dovuto neanche metterci troppo. Le sono servite giusto 10 puntate racchiuse in una sola stagione. Interpretazioni straordinarie, portate avanti da un cast che, dopo quella storia, sarebbe diventato in gran parte protagonista assoluto nel mondo del cinema e delle Serie Tv. E poi onore e rispetto nei confronti della verità e di chi, quella storia, l’ha vissuta davvero. Perché Band of Brothers è una miniserie – una delle migliori miniserie storiche – che non si è mai dimenticata di nessuno e di niente. Una produzione che ha affrontato l’argomento delicato della Seconda Guerra Mondiale, affrontandolo in un modo fino a quel momento praticamente inesplorato. Band of Brothers, prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks, non ambienta la narrazione al di fuori del campo di battaglia, raccontando quel che accade attraverso le storie di chi resta in città.
Band of Brothers entra nel merito della questione, sviscerando tutti gli aspetti più umani di una cosa disumana. E per farlo si serve dei soldati, sviluppando il loro animo interiore senza mai trattarli come robot che si muovono in un campo di battaglia. La loro paura, il loro timore di non rivedere mai più la propria famiglia. La profondità psicologica di Band of Brothers non ha mai avuto bisogno delle parole per essere spiegata. Era chiara fin dagli sguardi dei protagonisti, fin dal sussulto prima di un rumore che annunciava l’inizio e la fine contemporaneamente.
E poi il dovere, l’unica cosa a cui potere pensare legittimamente. L’unica cosa che erano chiamati a mettere di fronte a tutto, anche a se stessi. Che siano nemici o che non lo siano, Band of Brothers restituisce una voce a tutti, dando la possibilità a tutti i personaggi di esprimere se stessi nei loro tormenti e nella loro speranza.
La parte più emotiva e umana della serie viene anche supportata da un grandissimo lavoro tecnico, di cui si può riconoscere immediatamente il mastodontico lavoro di regia. L’inquadratura non smette un attimo di andare di pari passo con il caos della Seconda Guerra mondiale, spostandosi all’interno di un campo di battaglia in cui l’unica cosa che vige è il caos. Con un sonoro che fonde la confusione e la disperazione, Band of Brothers è presto diventata una produzione che ti entra nelle ossa.
L’uomo prima del soldato. La verità, prima di ogni cosa. Per tale ragione, ogni episodio di Band of Brothers è anticipato da delle mini interviste fatte ai protagonisti reali della storia. Attraverso questo espediente, Band of Brothers riesce a restituire al suo telespettatore dei tratti documentaristici che anticipano gli eventi che vedremo nella puntata di riferimento. Una scelta generosa nei confronti di chi la storia l’ha scritta, prendendo parte a una delle cose più disumane mai conosciute. Una storia che ti entra dentro, questa, che ha da sempre potuto contare su grandi nomi e uno dei budget più dispendiosi mai utilizzati fino a quel momento.
La serie ha infatti goduto di un cast corale di registi, che variava episodio dopo episodio. Nomi come Phil Alden Robinson, a seguire Richard Loncraine, David Leland, Tony To, Mikael Salomon, David Frankel, David Nutter e Tom Hanks. Insomma, questo è il tipico caso di una Serie Tv di storia che ha fatto la storia.
2) Chernobyl
Esiste un prima e un dopo Chernobyl. Alla fine della visione non pensate di essere più gli stessi. Non pensate di tornare a fare le vostre cose senza pensarci più. Dopo Chernobyl, tutto sarà diverso. Occorrerà un secondo, o forse anche di più, di silenzio. Per riassemblare tutti i pezzi. Riflettere. Per non annegare dentro la rabbia o la profonda tristezza che tutto questo vi ha lasciato addosso. Distribuita nel 2019, Chernobyl è presto diventata una delle produzioni più importanti degli ultimi anni. Una storia tormentata, purtroppo basata su una catastrofe realmente accaduta, di cui ancora si contano le conseguenze. Chernobyl, come suggerisce il titolo, prende il nome dall’omonima centrale nucleare che, nel 1986, è stata vittima di un gravissimo e terribile incidente.
Dopo quel momento, solo il buio. E una lunga lista di conseguenze a cui far fronte, e una lotta per fare in tempo. Ma il tempo, come spiega la serie, correva troppo veloce. Le conseguenze non aspettavano che qualcuno le disinnescasse. Andavano veloci e mettevano fine alla vita di chi, dopo quell’esplosione, è rimasto in piedi. O almeno, ci ha provato. Attraverso le storie delle vittime, degli eroi e degli omertosi, Chernobyl ricostruisce gli eventi del più grave incidente nucleare di sempre, dando al telespettatore la possibilità di riflettere sulle responsabilità e sulle conseguenze di quella notte. Ma, soprattutto, Chernobyl – come abbiamo detto anche di Band of Brothers – dimostra di non dimenticare. Di non aver dimenticato, e di non volerlo fare. Mai. Lo dimostra dando vita a una delle migliori miniserie storiche, certo, ma anche attraverso un finale che ha fatto la storia degli ultimi cinque anni.
Con un discorso che fa luce sul peso che la verità ha sugli eventi, e sul modo con cui questa – ovunque andremo e qualsiasi cosa faremo – ci perseguiterà, Chernobyl lascia la parola a chi tutto questo lo ha vissuto davvero. Lascia che a parlare siano le immagini. Delle immagini che rivelano il vero destino dei protagonisti di questa storia, il modo con cui la loro vita è cambiata. Il modo con cui chiunque ha dovuto fare i conti con quel terribile disastro, anche ad anni di distanza.
Perché quanto è successo è stata una sanguisuga. Si è attaccata, nascondendosi fino a quando possibile. Tra le tante migliori miniserie storiche mai viste, Chernobyl sarà per sempre una delle più complesse da guardare. Una storia che, con solo cinque puntate, ha affrontato un tema che ancora oggi fa discutere e di cui si pagano ancora le conseguenze, sia psicologiche che fisiche. Una Serie Tv estremamente dolorosa che, con grande dignità, ci ha ricordato ancora una volta che cosa significhi essere umani. In un mondo che non sempre lo è.