7) Alias Grace
Forse basterebbe dire che Alias Grace è frutto della penna della stessa autrice di The Handmaid’s Tale, per attirare immediatamente l’attenzione. D’altronde, stiamo parlando di una delle Serie Tv storiche più importanti degli ultimi anni. Un fenomeno mediatico (di cui abbiamo parlato meglio qui) capace di parlare di un tema estremamente vivo attraverso un espediente distopico. In Alias Grace tutto questo prende una forma diversa, ma la sostanza non cambia troppo. Insomma, un appassionato di The Handamaid’s Tale – che per giunta sta aspettando una stagione che non sembra arrivare mai – di certo non vorrà perdersi una miniserie che, oltre a prendere spunto dalla stessa autrice, mette al centro di tutto anche un vero e proprio viaggio all’interno della psiche della protagonista principale. Uno degli aspetti che più hanno reso la grande opera The Handmaid’s Tale così immensa.
Dalla distopia di The Handmaid’s Tale in questo caso passiamo alla Canada vittoriana del XIX secolo. A farci da guida in questa narrazione troviamo Grace Marks, una cameriera accusata di aver ucciso il suo datore di lavoro. Ambientata all’interno di un carcere femminile di New York, questa miniserie (che è una delle migliori miniserie storiche di tutti i tempi) è un vero e proprio viaggio all’interno della psiche della protagonista, una donna che afferma di aver perso qualsiasi ricordo dell’accaduto e che, per questa ragione, viene affidata alle cure di uno psichiatra che dovrà far luce sulla psiche di Grace, tentando così di capire cosa sia realmente accaduto. Storia e thriller si fondono così in questa narrazione, lasciando il telespettatore perennemente con il fiato sospeso in attesa di capire che cosa sia e che cosa non sia davvero la protagonista.
Sì, perché in Alias Grace niente è sempre come sembra, motivo per il quale le risposte potrebbero non essere quel che ci aspettavamo. La protagonista non sembra la vittima o la carnefice, ma una persona composta da luci e ombre. Potrebbe essere in grado di compiere quel che si racconta, così come potrebbe essere l’esatto opposto. Attraverso questa narrazione, Alias Grace si impone come una produzione che riflette su numerose tematiche, alcune radicate nel tempo in cui è ambientata la serie, e altre invece tangibili ancora oggi.
Attraverso questo espediente thriller-storico, Alias Grace affronta infatti la condizione femminile e l’indifferenza nei confronti delle malattie mentali, considerate a quell’epoca in modo estremamente diverso da oggi, sia per mezzi che per conoscenze. Alias Grace si distingue così per il suo ritratto onesto e nudo del contesto storico in cui si svolgono i fatti. Per la sua analisi socio-culturale e per il modo con cui, attraverso il passato, è riuscita ad affrontare argomenti ancora oggi discussi e delicati.
8) Mrs. America
Lo abbiamo detto più volte: Mrs. America aveva tutte le carte in regola per diventare la nuova Mad Men, e non soltanto perché la sua penna è la stessa autrice e co-produttrice di alcuni stagione dell’acclamata Serie Tv. Poteva diventarlo anche per lo straordinario lavoro storico fatto all’interno della serie, un lavoro che non si è risparmiato in niente e che ha dato a questa produzione un’impronta tanto culturale quanto riflessiva. Mrs. America si pone infatti l’obiettivo di comprendere le ragioni per cui la protagonista, nella realtà , abbia agito come sappiamo. Cosa l’abbia spinta ad attuare una politica anti-femminista, mirata a minare la lotta contro ogni pregiudizio di genere. Il tocco di classe viene infatti restituito dai toni co cui questa miniserie sceglie di portare avanti questa narrazione.
Non facendo mai uso di prese di posizione, Mrs. America avvia una narrazione che spiega e induce alla riflessione, cercando di analizzare i contesti più conservatori. La ragione per cui questa produzione sia passata inosservata restano ancora oggi un mistero. D’altronde, a guidare la baracca, non troviamo le ultime ruote del carro, ma attori dal calibro di Cate Blanchett. L’attrice australiana è qui il volto di Phyllis Schlafly, la stessa donna che si oppose all’Equal Rights Amendment. Attraverso questo personaggio, Mrs. America ci porta con sé all’interno degli anni ’70, mostrandoci una prospettiva diversa dal solito, in cui il nostro sguardo non è più guidato da chi lotta a denti stretti per la parità , ma da chi la ostacola. Al contrario di Mad Men, infatti, Mrs. America si basa su personaggi ed eventi realmente accaduti, mettendo al centro di tutto la verità nascosta dietro ogni storia.
Plauso doveroso anche alle ambientazioni e ai costumi utilizzati in questa che è una delle migliori miniserie storiche di tutti i tempi. Ogni cosa ricostruisce fedelmente gli anni ’70, supportando con autenticità una delle ere più importanti per la rivoluzione femminile. Il femminismo in questo caso non è un contorno o un sottile espediente, ma l’intera essenza della serie. Prende il suo posto in modo immediato e dichiarato, portando il telespettatore a riflettere su un argomento di cui la stessa protagonista faceva parte, ma che respingeva continuamente.
Il personaggio di Phyllis Schlafly è infatti estremamente controverso e, chiaramente, anche ipocrita. Lotta contro qualcosa di cui in realtà fa parte, essendo una donna indipendente, lavoratrice e ambiziosa, ben lontano dagli stereotipi di quel tempo. Un personaggio con il quale sarà difficile trovare uno spiraglio di immedesimazione. Ma questo è anche il bello di questa miniserie che, con attenzione, riesce a creare un dibattito su uno degli argomenti che più legano il presente al passato.
Mrs. America aveva tutte le carte in regola per diventare una miniserie cult, ma purtroppo il suo destino è stato condannato a vivere tutt’altra esperienza. Un’esperienza fatta di un silenzio che l’ha respinta, lasciandola immeritatamente nella lista delle miniserie più snobbate di sempre.