3) La Caduta della Casa degli Usher
Avete presente quella sensazione di detestare qualsiasi personaggio? Bene, se l’avete presente (e come non potreste, considerando queste Serie Tv) aggiungete alla lista anche La Caduta della Casa degli Usher. Amarne anche solo uno sarà estremamente complesso, considerando quanto siano narcisisti. Certo, affascinanti, ma insopportabili. Gente a cui non potremmo affidare neanche un gelato in mano. D’altronde, nella miniserie di Mike Flanagan ogni cosa riporta al sentimento di rancore, indirizzato sempre e solo nei confronti della propria stessa famiglia. In una storia drammatica ed esasperante in cui ogni personaggio perde la vita, i componenti della famiglia protagonista non trovano mai il tempo per piangere un proprio caro. Per sentire la mancanza di un fratello che ha perso la vita.
Per loro esiste sempre e solo il proprio tornaconto, il distacco totale da qualsiasi tipo di empatia. Un patto con il diavolo: è questo il motore che ha azionato le tragedie in casa Usher. Ma, seppur inconsapevoli di tale evento, nessuno ha pensato di mettersi una mano sul cuore, e pensare a che cosa avesse perso. Se avete amato The Haunting Of per la sua delicatezza, scordatevi di provare qui la stessa sensazione. A differenza delle altre opere del regista, La Caduta della Casa degli Usher non si concentra sul bene e sul capitale emotivo dei suoi protagonisti, bensì sul loro niente, sulla loro dilaniante e avvolgente apatia.
Quel che conta in questa miniserie è soltanto il potere. A dimostrazione di ciò, i protagonisti continuano a mandare avanti la propria casa farmaceutica che, negli anni, ha ucciso più di 50.000 persone. Nonostante l’assenza di alcun tipo di codice morale, La Caduta della Casa degli Usher è una produzione estremamente raffinata ed elegante, che può inoltre contare sulle straordinarie prove di recitazione di Kate Siegel, Carla Cugino, Bruce Greenwood ed Henry Thomas, quattro attori che oramai sono una certezza nelle opere firmate Mike Flanagan.
4) We Own this City
Quando si tratta di paragoni con The Wire, ogni produzione viene scoraggiata. Eguagliare un capolavoro come questo è estremamente complesso, una sfida forse già persa in partenza. Ma con We Own this City non dovrete preoccuparvi: confrontarsi con The Wire non è il suo obiettivo. Seppur ambientate entrambe e Baltimora e concentrate nell’analisi della corruzione che si respira nel posto, We Own this City è tutto un altro film rispetto all’opera del 2002. Dunque stiate sereni: We Own this City non solo non è la nuova The Wire, ma non intende neanche esserlo.
A farci da guida in questa narrazione, tra le migliori miniserie dell’ultimo periodo, troviamo uno spaccato sociale di Baltimora che attinge a eventi realmente accaduti. Al centro della narrazione troviamo infatti la corruzione del dipartimento di polizia e l’operato del sergente Wayne Jenkins. We Own this City fa luce sui fallimenti dell’America odierna mettendo sotto al riflettore il degrado del sistema e di tutti coloro che gli remano contro per favorire i loro interessi. Il punto non è infatti “solo” la corruzione della polizia, ma anche il sistema disfunzionale che le ha permesso di esserlo. Quel che viene denunciato non è dunque solo il mezzo, ma anche il mandante, coloro che permettono che altri si sporchino le mani sotto il loro comando.
We Own this City mette dunque in discussione l’integrità e l’etica dei piani alti, denunciando l’ipocrisia di chi cerca sempre di salvarsi attraverso l’apparenza. Con un ritmo adrenalinico e frenetico, We Own this City racconta dunque la città di Baltimora, facendo luce ancora una volta su quella periferia dimenticata, e su come il controllo dei piani alti influisca su quelli che, secondo loro, sono cittadini di Serie B, persone dimenticate senza alcuna voce in capitolo.
5) Bodies, una delle migliori miniserie di Netflix
Amanti di Dark, venite qua: grandi notizie per voi. Certo, non aspettatevi la nuova Dark, intendiamoci, ma di certo – almeno fino ad adesso – Bodies è la cosa che le si avvicina di più. Fantascienza, drammi e thriller sono infatti i protagonisti principali di questa miniserie Netflix. Inizialmente partita in sordina, Bodies ha ottenuto il plauso del pubblico dominando le classifiche per settimane. L’effetto Dark ha colpito ancora, regalando interesse a un genere complesso che prima di questo momento è stato troppe volte ignorato. Eppure, eccoci qua con una produzione fatta di domande e misteri, casi da risolvere e una trama tanto ingarbugliata quanto affascinante.
Bodies narra infatti la storia di un omicidio che si ripete ogni 150 anni. Passando dall’800 fino ad arrivare al futuro post-apocalittico del 2050, Bodies vede morire per tutto il tempo lo stesso uomo. Come nel caso di Dark, ciò che succede a chi subisce ha conseguenze sull’intero mondo, mettendolo in pericolo giorno dopo giorno fino a quando non si trova il nodo da sciogliere. I diversi archi temporali verranno qui raccontati attraverso una struttura complessa ed elegante, capace di ricostruire i vari periodi storici con estrema accuratezza. E di fondo, ovviamente, ci sarà il thriller, elemento che renderà Bodies una produzione estremamente attenta ai particolari.
Londra sarà dunque divisa in ben 4 archi temporali. Da una parte ci ritroveremo nel 1941, anno in cui i protagonisti saranno concentrati sulla guerra in Europa. Dall’altra ci ritroveremo nell’immorale Londra del 1890, e poi di nuovo nella Londra del 2023, anno di confusione seguito dal 2053, che vedrà una Londra post-apocalittica. Insomma, il tempo in Bodies è tutto, così come i personaggi che lo abitano. E il mistero che ci attende non farà sconti a nessuno, neanche allo scorrere delle lancette.