7) Star Trek: Picard
Star Trek: Picard è la settima live action dell’omonimo franchise ambientata nel 2399 con protagonista Jean-Luc Picard, vent’anni dopo gli avvenimenti narrati in Star Trek – La nemesi. L’uomo che ha guidato la Flotta Stellare per decenni ha deciso di dimettersi e sembra aver iniziato un nuovo capitolo della sua vita, minata dal decorso della sindrome di Irumodic.
Trascorsi molti anni, incontriamo Picard impegnato a indagare sulla creazione da parte di Bruce Maddox dell’Istituto Daystrom di due androidi organici femmine, le gemelle Dahj e Soji e che per farlo è costretto a intraprendere un viaggio nello spazio con gli ex membri della Flotta, tornando così a fare i conti col suo passato. Lo spirito trekkie è senz’altro evidente in quanto satura le atmosfere e, soprattutto, strizza l’occhio agli appassionati che possono anche soprassedere ad alcune debolezze che il racconto presenta.
Lo showrunner Michael Chabon è riuscito nel suo intento di realizzare un buon prodotto che non cedesse (almeno non troppo) alle lusinghe dell’effetto nostalgia e potesse offrire non solo una riflessione sulla figura dello storico comandante ma si aprisse a più ampie e numerose tematiche.
6) The Great
Abbiamo già avuto modo di apprezzarlo nella sceneggiatura del film La Favorita: Tony McNamara rinnova il proprio interesse per le Serie Tv in costume in quanto creatore di The Great. Siamo nella Russia del Settecento, durante l’ascesa dell’imperatrice Caterina la grande interpretata dalla talentuosa Elle Fanning.
La narrazione si focalizza sulla giovinezza della protagonista che, sprezzante dei suoi “doveri” regali, crede di poter sfuggire al declino della sua famiglia sposando l’imperatore Pietro III di Russia, il quale infrangerà il suo sogno d’amore rivelandosi non solo egoista e immaturo per governare il Paese ma anche brutale e irrispettoso nei suoi confronti.
La ricostruzione fedele delle sontuose ambientazioni e costumi costituisce gran parte del motivo di fascino della serie a cui si affianca la scelta originale e inusuale di un registro sagace e parodico che non ha nulla della pomposità con la quale i drammi storici, di solito, vengono trattati.