10) Unforgotten pensa ai vivi che non hanno avuto giustizia in una delle migliori Serie Tv britanniche
Del tutto inusuale e poco conosciuta è questa serie poliziesca crime e drama, che proietta i suoi casi al passato, a quei crimini che non sono mai venuti fuori nel momento in cui sono accaduti. Possiamo immaginare l’enorme sofferenza e il senso d’impotenza di chi è però rimasto e ha dovuto sopportare la mancanza dei propri cari senza che nessuno si muovesse a fare chiarezza. A sopperire a questa ingiustizia è l’ispettrice capo Cassie Stuart con l’obiettivo di risolvere i crimini irrisolti di Londra e dintorni.
Lei è una donna molto empatica, meticolosa, ansiosa per certi versi, fuori luogo per altri, ma soprattutto schiva e spartana con le persone a cui vuole bene. Per non ferire gli altri rischia anche di apparire ipocrita, pur di non alzare la voce o rivelare verità dolorose. E’ in perenne conflitto con se stessa per le sue situazioni familiari e ovviamente per i casi a cui lavora, a dimostrazione della sua fragilità e scarsa autostima.
C’è anche il detective Sunil Khan insieme a Cassie
Il quale cerca insieme a lei di ridare redenzione alle famiglie delle vittime affinchè i colpevoli non restino impuniti condividendo i suoi stessi modi e obiettivi. Entrambi portano avanti una ricerca che si discosta dalla stereotipata caccia al colpevole fino all’ultimo sangue senza dare importanza a tutte le reazioni collaterali che ne possono divenire. Con grande delicatezza infatti affrontano il dolore di coloro a cui arriva la notizia che il corpo del proprio parente, è stato ritrovato senza vita e in condizioni stucchevoli il più delle volte.
Questa tra le migliori Serie Tv britanniche sembra un insolito melodramma poliziesco
In cui però non si cede a sensazionalismo o ancora peggio al dol-orrore scenico. Si punta piuttosto ad un livello di compassione umano e mai greve, unito ad un senso di decenza e decoro nel momento del ritrovamento di qualche vittima, che fa onore a Cassie e Sunil. Non dobbiamo infatti dimenticare che non è una vittoria riesumare tristi e inquietanti eventi. Si tratta infatti di circostanze spesso efferate e prive di scrupoli per chi le ha compiute. Parliamo del corpo di un ragazzino che si riteneva scomparso da anni. Resti saponificati di un uomo trovati dentro una valigia e un altro cadavere rinvenuto senza testa né mani. Alcuni familiari magari saranno infatti voluti andare avanti in tutto il periodo trascorso fino alla riapertura del caso.
Potrebbero reagire anche male e vedere l’operato di Cassie come un rigirare il dito nella piaga. Tuttavia usando una celata dote quasi da psicologa la nostra detective riesce a modulare il proprio approccio. Come dirà lei stessa infatti il suo obiettivo è scoprire la verità per riuscire a dormire la notte, affinché i volti delle vittime la smettano di tormentarla senza darle tregua. In ogni caso inoltre è curioso come saltino fuori insoliti collegamenti tra diversi sospettati e possibili colpevoli per lo stesso cold case.
Da qui deriva la lentezza nel risolvere i misteri
Unita all’esiguità degli indizi e ai continui intoppi come la morte di testimoni o case distrutte, che ostacolano di gran lunga il lavoro dei detective. E come se non bastasse, le frustrazioni e la disperazione delle persone vicine alle vittime del passato, si riversano innegabilmente nelle loro vite, determinando spesso il loro umore. Nonostante ciò è molto forte lo spirito di squadra e la stima che emerge tra i vari poliziotti in azione. Ne diviene che questo risulta essere l’approccio più funzionale al raggiungimento degli obiettivi comuni più velocemente. All’inizio della quarta stagione però Cassie, reduce di anni di cupezza e inquietudine per le numerose vittime ritrovate va in licenza per più di un anno. Si convincerà a tornare per finire in bellezza con l’ultimo caso prima di andare in pensione e lasciare il testimone a Jessica “Jessie” James.
Questa si concentrerà più alla risoluzione tecnica dei casi che all’etica dell’azione come i suoi predecessori. Una nota di merito va infine a Chris Lang che con la sua scrittura ha creato una struttura per lo più lenta e fredda per poi inserire il forte elemento drammatico. Mediante anche l’uso di dialoghi limpidi ma d’effetto e sinossi costruite ad hoc per Nicola Walker e Sanjeen Bhaskar, che portano avanti delle performance in grado di avvalorare alla massima potenza la reputazione di questa tra le migliori serie tv britanniche del panorama poliziesco. Non ci resta dunque che vivere insieme a loro questo religioso commiato che è Unforgotten. Un luogo dove nulla viene più dimenticato e il bene trionfa sempre… nonostante sia ormai troppo tardi.