Prima o poi arriva per tutti. A chi prima, a chi un po’ dopo, ma certo è che nessuno si salva. Ah, quella dannata crisi di mezz’età. Perché ci stravolge la vita? Cosa la scatena? Ognuno la affronta in maniera diversa. Eppure, spesso, gli elementi scatenanti possono essere molto simili.
Come sempre, le serie tv sono uno specchio che riflette le esperienze umane, tra cui, appunto, il tema della crisi di mezz’età. Questo periodo di transizione, spesso caratterizzato da un senso di insoddisfazione e una ricerca di significato, è stato rappresentato in modo incisivo e variegato sul piccolo schermo. Per questo, nelle migliori serie tv che affrontano questa dimensione dell’umano, possono essere individuati elementi di continuità narrativa tra i personaggi che si affacciano a questa fase di cambiamento e mutamento nelle loro vite. Riuscire a raccogliere tutte le sfumature di questa fase critica della vita non è un compito semplice. Attraverso personaggi complessi e trame avvincenti, queste serie esplorano le sfide interiori ed esteriori che accompagnano la crisi di mezz’età: l’identità, le relazioni, la carriera e la ricerca di un nuovo equilibrio.
Una delle singolarità nell’affrontare questo tema è che, oltre a offrire al pubblico intrattenimento, si offre un’occasione per riflettere e trovare conforto nelle storie condivise.
Questo fenomeno e la sua rappresentazione offre uno spazio per comprendere meglio se stessi e gli altri, attraverso un viaggio emozionale e narrativo che rispecchia le complessità della vita reale. Vediamo ora le 7 migliori Serie Tv che affrontano la crisi di mezz’età.
1) I Soprano
I Soprano è la serie che ha fatto della crisi di mezz’età in senso ampio una delle dimensione attorno alle quali ruota la narrazione. La profondità e la complessità di questo momento della vita viene affrontata attraverso il personaggio principale della serie, Tony Soprano. Quest’ultimo, nonostante la posizione invidiata dai facenti parte il suo contesto criminale, si scontra anche lui con un senso di insoddisfazione e vuoto. Tony decide, quindi, di intraprendere un percorso di psicoanalisi, seguito dalla dott.ssa Jennifer Melfi. Il tentativo di esplorare e comprendere le proprie emozioni, paure e ambizioni, da un lato, e di affrontare le proprie debolezze e insoddisfazioni, dall’altro, si può ricondurre anche alla crisi di mezz’età.
Mantenere l’equilibrio, poi, tra la gestione della sua attività criminale e le esigenze della sua famiglia diventa ulteriore elemento scatenante di quella sensazione di disarmonia interiore, che implica anche una auto-rivalutazione del proprio ruolo all’interno di queste dinamiche sociali. I frequenti attacchi di panico e ansia costringono Tony a confrontarsi con la propria finitezza e impotenza. Non tutto può essere controllato tramite il denaro e il potere. Tony si scontra con la propria fragilità interiore, contro cui non può nulla, se non affrontarle di petto e accettarle. Lo stato di vulnerabilità in cui si sente il protagonista della serie duella con il suo ruolo, creando una tensione interiore che porta lo stesso Tony a mettere in dubbio sia il proprio sé interiore, sia l’identità su cui fino a ora aveva fatto cieco affidamento. Un vortice che porta a una spirale depressiva tra le migliori mai rappresentate nella storia della televisione.
2) The Kominsky Method
Decisamente dal taglio più leggero rispetto alla precedente, The Kominsky Method (disponibile su Netflix) si affaccia alla crisi di mezz’età in maniera sensibile e umoristica. La serie ruota attorno a Sandy Kominsky (Micheal Douglas), un attore di mezza età che ora lavora come insegnante di recitazione. Sandy e il suo migliore amico, Norman (Alan Arkin), si confrontano quotidianamente con le realtà dell’invecchiamento, dalle malattie alle perdite personali. La vita non è più come quella di una volta e questa realtà va affrontata. Sandy e Norman cercano, così, di mantenere un senso di vitalità e scopo.
In qualità di ex attore che ha visto i suoi sogni di una grande carriera cinematografica svanire, Sandy decide di reinventarsi come insegnante di recitazione. Il confronto tra identità professionale e quella personale diventa motivo di interrogazione sulle proprie realizzazioni (avvenute o meno). Le perdite e i conseguenti cambiamenti nelle relazioni diventano una costante nelle vite di Sandy e Norman, a cui non resta altro che il confronto reciproco seduti nel locale dove ogni giorno i due si recano. Data l’età dei protagonisti, il tema della salute viene affrontato in maniera costante e accogliente dalla serie. Norman, tra i due, è quello che deve fare i conti maggiormente con questa realtà. Ma accetta la propria condizione di salute ed è in pace con essa.
L’umorismo è l’arma principale di quella che si configura come una delle migliori serie tv che affronta temi seri e talvolta difficili legati all’età. L’autoironia e l’atteggiamento positivo con cui i personaggi affrontano le sfide quotidiane date dall’età portano all’accettazione e a una gestione consapevole della loro situazione, in modo dignitoso e resiliente.