24) Six Feet Under – 8.7
Era il 2001, e HBO colpiva ancora. Lo faceva con una storia nuova nel panorama seriale. Una storia che faceva a meno di adrenalina, complotti, o giornate al bar di fiducia come nelle migliori comedy. Era una storia diversa, portata avanti da una famiglia che nella vita si guadagnava da vivere attraverso la propria azienda di pompe funebri. Una famiglia perfino normale, a volte. Talmente tanto da sembrare simile alla realtà . Talmente tanto da pensare alla morte, e trattarla nel suo modo più naturale. Come qualcosa che puoi solo accettare e contro cui non puoi fare assolutamente niente, se non conviverci. Ventiquattresimo posto per Six Feet Under, una delle migliori Serie Tv da vedere di sempre. Una delle opere più sontuose, esistenzialiste e delicate di sempre.
Attraverso espedienti come dialoghi con fantasmi immaginari, Six Feet Under analizza e racconta alcune delle tematiche più comuni dell’esistenza umana. Passando dal fallimento allo smarrimento, racconta la vita in tutte le sue sfaccettature, affrontando la morte nella sua essenza più naturale. Come la chiusura del sipario che ci aspetta alla fine del nostro ultimo passo. La morte e l’esistenza, così, si fondono all’interno di un unico passo a due diventando co-dipendenti. Six Feet Under racconta di come le cose restino, nonostante tutto. Ciò che abbiamo fatto, il nostro aver vissuto, ciò che abbiamo costruito, il male che abbiamo causato – ma anche la felicità che abbiamo recato – ogni cosa di queste rimarrà , rendendo noi stessi e gli altri eterni.
23) Black Mirror – 8.7
Diciamola così: questo ventitreesimo posto lo consideriamo più legato ai tempi d’oro di Black Mirror, e non effettivamente alle sue ultime stagioni. Perché vederlo così tanto avanti rispetto a Serie Tv come Sons of Anarchy, nonostante il declino che ha afflitto Black Mirror, un po’ di domande ce le fa sorgere. Insomma, come dice Nonno Libero, una parola è troppa e due sono poche. Ci siamo capiti. E quindi faremo effettivamente finta che questo ventitreesimo posto sia legato alle prime grandi stagioni. Quei capitoli in cui in ogni episodio veniva raccontata una storia distopica dai tratti angoscianti. Una storia in cui sì, certo, era tutto finto, paradossale, ma che rappresentava anche un avvertimento.
In Black Mirror infatti la protagonista assoluta è la tecnologia e il modo totalizzante con cui i protagonisti la utilizzano. Pensano di dominarla, di essere loro a controllarla. Ma, senza saperlo, vengono trattati come marionette da quest’ultima che, premendo sui loro punti deboli, fa di loro quel che vuole. Tutti i protagonisti non smettono mai di sperare che la tecnologia possa salvarli, aiutarli a tirarsi fuori dalla tristezza della vita reale. Dal lutto, dalla perdita di un rapporto, dalla difficoltà di essere genitori. Lasciano a degli strumenti tecnologici il compito di risolvergli i problemi, per poi scoprire che in realtà – così facendo – hanno solo perso tutto. Antagonisti, vittime, colpevoli. Ogni personaggio corrisponde quasi esattamente a queste tre definizioni nell’arco di una sola puntata, raccontando gli esseri umani nel più oggettivo dei modi. Di certo, una delle produzioni più lungimiranti di sempre. Nonostante non sia più quella di una volta.
Guarda su Netflix22) Peaky Blinders – 8.8
Con un 8.8, al ventiduesimo posto troviamo Peaky Blinders, la Serie Tv cult di cui aspettiamo il gran finale, che verrà distribuito tramite un film (anche se, secondo noi, il finale perfetto Peaky Blinders l’ha mancato qui). Nata nel 2013, Peaky Blinders è un altro grande gioiello televisivo. Un ibrido che passa dal drama alla storia, dal fittizio a eventi realmente accaduti. E, in mezzo a tutto questo, anche un gruppo di protagonisti straordinari che, anche se soli in una stanza per l’intera stagione, riuscirebbero a mandare avanti la trama. In questo senso, ovviamente, spicca il mastodontico Tommy Shelby, uno degli antieroi più rinomati della storia degli ultimi dieci anni. Un criminale, un imprenditore, un genio tormentato dal carisma smisurato. E un uomo infelice, da sempre vittima di cose che non può avere. O che perde non appena ottenute.
Interpretato dallo straordinario Cillian Murphy, Tomas Shelby è vittima e carnefice di un’esistenza fatta di rinunce, sconfitte, solitudine, rabbia, silenzi e urla. Come si deve parlare di storia? Come si deve parlare di evoluzione e di solitudine? Esattamente come in Peaky Blinders. Attraverso l’evoluzione della società e dei suoi protagonisti, con la Birmingham degli anni’20-30 che diventa non solo un contesto, ma anche un protagonista onnisciente. Perché ogni cosa in Peaky Blinders ha un’anima, un tormento, una bomba dentro pronta a esplodere. Composta da sei stagioni, quest’opera così sontuosa è esplosa in modo lento e graduale, trovando il successo definitivo anche grazie alla sua distribuzione su Netflix. Da quel momento niente si è più fermato, dando voce a uno dei migliori antieroi nella storia delle Serie Tv e un racconto che si destreggia tra storia, tormenti e disgrazie. Perdite, lutti e legami.
Guarda su Prime Video21) Narcos – 8.8
Ventunesimo posto per Narcos, la Serie Tv protagonista del biennio 2015-2017. Composta da tre stagioni, Narcos è presto diventata uno dei volti della piattaforma streaming Netflix, grazie anche al grande plauso da parte della critica che l’ha nominata ai Golden Globe nella categoria Miglior Serie Tv Drammatica e Miglior Attore in una Serie TV Drammatica. Stiamo d’altronde parlando di una produzione si destreggia su più strade differenti, abbracciando sia il genere gangster che biopic, e raccontando – per le prime due stagioni – la figura di Pablo Escobar. Concentrandosi sul narcotrafficante più famoso della storia, Narcos ha descritto accuratamente la sua imponenza, mostrando il modo con cui quest’ultimo abbia sfidato il governo per portare avanti le proprie ambizioni personali.
Realtà e finzione si mescolano dunque in questa narrazione, passando da espedienti fittizi ad altri legati a eventi realmente accaduti. Raccontando i suoi protagonisti anche nella propria quotidianità , Narcos riesce a consolidarsi anche come la patria di alcuni validissimi antieroi della storia delle Serie Tv, mettendo al centro della narrazione non soltanto il loro lato criminale, ma anche le proprie peculiarità emotive, i rapporti con la famiglia e con tutte le loro debolezze. La rappresentazione della parte più umana dei protagonisti ricopre insomma una buona percentuale della trama, riuscendo così a equilibrare la natura violenta e adrenalinica di una Serie Tv che non ha mai smesso di rendersi protagonista del panorama seriale, anche dopo così tanti anni dalla sua fine.
Guarda su Netflix20) Twin Peaks – 8.8
Davvero un ventesimo posto, per quella che fu forse la prima Serie Tv della storia a cambiare tutto? A rivoluzionare da sola l’intero panorama seriale? Davvero, soltanto un ventesimo posto per questo capolavoro di Twin Peaks diretto da quel mostro sacro di David Lynch? Ok. Soltanto un ventesimo posto. Accettiamo, ma non capiamo. Assurdo pensarci. Stiamo parlando di una produzione che ha cambiato il panorama seriale modificando del tutto l’approccio del telespettatore che, fino a quel momento, guardava le Serie Tv con leggerezza e superficialità e poi, a un certo punto, si è ritrovato di fronte un thriller incomprensibile dai tratti mistici in cui il possibile e l’impossibile viaggiavano nella stessa direzione.
Twin Peaks non era il poliziesco dalla trama verticale che vedeva la risoluzione del caso in uno stesso episodio. Era un prodotto spaventoso e inquietante composto da personaggi complessi, affascinanti e mai visti prima in prodotto televisivo. E’ stata la Serie Tv che ha cambiato il futuro, generando alcuni degli ingredienti thriller più iconici della serialità , come la cittadina protagonista in cui non accade mai niente e in cui poi alla fine succede tutto. Twin Peaks ha reso la generazione di oggi ciò che conosciamo, costringendola a seguire episodio dopo episodio una storia che non poteva essere interrotta e che aveva la necessità di avere tutta l’attenzione. Stiamo davvero parlando di una Serie Tv che ha cambiato tutto e che, partendo dall’omicidio di Laura Palmer, ha creato un universo in cui niente è mai come sembra. Dai, avanti, non scherziamo.