Spesso non riusciamo a essere imparziali con le serie tv a cui siamo più legati e diventa difficile dare un giudizio impersonale, o almeno convincere qualcuno che quel consiglio derivi da un’attenta valutazione e non dai nostri opinabili gusti. Per fortuna, però, esistono classifiche più oggettive su cui far leva per giustificare il nostro entusiasmo. Questa volta abbiamo scelto di affidarci a Metacritic e ai suoi punteggi per stilare una classifica delle migliori serie tv decennio 2010. Vi lasciamo a questo salto indietro nel tempo, che vi permetterà di scoprire quanto alcune di queste serie siano invecchiate davvero bene e continuano ad assoldare un sacco di appassionati!
Ecco la classifica delle migliori Serie Tv del decennio, secondo Metacritic:
10) Louie
Louie, trasmessa dal 2010 al 2015, è una serie scritta, diretta, interpretata, montata e prodotta dal suo stesso ideatore, ossia il comico stand-up Louis C.K il quale recita una versione fittizia di se stesso: un comico e padre divorziato con due figlie che vive a New York. C.K. non descrive nient’altro che la sua vita e, in questo modo, riesce a colorare lo show con temi e argomenti differenti che creano un quadro composito e non sempre logicamente interconnesso. Pezzi di cabaret si alternano a finzione, a cui si uniscono poi aneddoti e riflessioni sulla vita, su di sè e sulle difficili relazioni umane. Trattando eventi della vita a lui particolarmente cari – divorzio, paternità, vita solitaria in grande città, difficoltà vissute attraverso la propria esperienza di artista e come single di mezza età – il protagonista è riuscito a ricreare un mondo estremamente intimo in cui però, allo stesso tempo, è naturale potersi riconoscere. Ci troviamo davanti ad un uomo controverso e a tratti spigoloso, ma ordinario al tempo stesso. Louie vive le dirette conseguenze dell’essere un uomo bianco, membro integrato nella società occidentale da cui è stato inevitabilmente plasmato e influenzato.
Ogni episodio ha il proprio scopo, e semplicemente non importa se va a scombinare lo scopo di un altro episodio
Le parole del suo creatore fanno luce anche sull’assenza di continuità che connota gli episodi che, nella maggior parte del casi, diventano dei piccoli mondi a sè stanti, fatti di ironia e drammi umani.
9) Game of Thrones
Dai libri di di George R. R. Martin, Game of Thrones è una delle migliori serie tv del decennio targata HBO, andata in onda dal 2011 fino al 2019. Al centro delle sue otto stagioni, troviamo la lotta tra casate che ambiscono a sedere sul prestigioso Trono di Spade. Con la morte di Eddark Stark per mano dei Lannister, tutti sono sconvolti e travolti da una successione di eventi inaspettati. Intanto il figlio illegittimo di Ed, Jon Snow, approda alla Barriera dove si arruola con i Guardiani della notte per sconfiggere una misteriosa presenza: gli Estranei che potrebbero porre fine all’esistenza dell’umanità. Daenerys, intanto, ambisce a riconquistare il prestigio di cui la sua famiglia in passato godeva. Il racconto di questa serie è riuscito a tenere sempre molto alta l’attenzione degli spettatori più appassionati che hanno avanzato ogni genere di teoria e ipotesi sull’attesissimo finale.
Game of Thrones resta una delle serie fantasy più apprezzate di questo ultimo decennio, capace di portare a livelli altissimi tutti i comparti produttivi, tra cui fotografia, scenografia e costumi. Sono rimaste scolpite nella memoria anche la sua sigla iniziale e l’intera colonna sonora, le quali hanno saputo ben caratterizzare tutti gli avvenimenti della storia. E doopo averla guardata almeno una volta, siamo certi che vi ritroverete a pronunciare senza un reale motivo la frase “l’inverno sta arrivando!”. Scommettiamo?
8) Enlightened
Enlightened è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 2011 sul canale HBO, co-ideata ed interpretata da Laura Dern. Racconta la storia della quarantenne Amy Jellicoe, responsabile acquisti di successo per una grossa multinazionale. A un certo punto della sua vita, dopo un divorzio sofferto e una serie di altri difficili vicissitudini, prende molto male la scelta del suo superiore, Damon, di demansionarla. Per questo motivo, decide di partire per le Hawaii dove poter vivere un periodo di rigenerazione. Tutto sembra scorrere liscio fino al momento in cui non rientra in California dove tutto, nel frattempo, è irrimediabilmente cambiato. Ad accoglierla ci sarà la convivenza forzata con sua madre, un lavoro noiosissimo e il compromesso rapporto con il suo ex marito, Levi.
Quanto potranno essere utili i tentativi di affrontare la vita con un continuo mantra di serenità? La serie nasce da una reale esperienza del suo creatore Mike White, ricoverato nel 2004 a causa di un esaurimento nervoso. Enlightened riesce a mettere in evidenza i lati più oscuri e difficili che ciascuno di noi è costretto ad abbracciare ogni giorno, confrontandosi con le difficoltà quotidiane, ma ci ricorda che niente è perduto per sempre e che anche una piccola luce in fondo al tunnel può farci sperare di diventare persone migliori, nonostante tutto sembri tramare contro di noi e la nostra serenità interiore.
7) Homeland
Homeland, fra le migliori serie tv del decennio, è una serie andata in onda dal 2011 al 2020 creata da Howard Gordon e Alex Gansa. Nicholas Brody è un sergente dei Marine dato per scomparso durante guerra d’Iraq, che viene liberato dopo otto anni di prigionia. Tornato a casa, l’intera nazione lo acclama come un eroe di guerra ma Carrie Mathison, un’analista della CIA, è l’unica a non credere alle sue buone intenzioni e a sospettare che in realtà egli rappresenti una seria minaccia per il Paese. Anche i suoi superiori stentano a crederle e, per questo motivo, la donna sceglie di iniziare a investigare privatamente per sventare un presunto attacco terroristico da parte di Al Qaeda, nella cui fila sospetta si sia arruolato Brody.
Homeland nasce dall’adattamento americano della serie israeliana Hatufim e sviluppa in ogni stagione un tema differente o una nuova minaccia da sventare. Il lavoro scientifico e investigativo viene mostrato sotto ogni aspetto ed è costantemente al centro del racconto, senza che venga mai tralasciato. Inoltre, i temi di attualità trattati permettono di contestualizzare costantemente ogni vicenda, sviluppando una riflessione intorno a questioni di stato e sicurezza nazionale che coinvolgono ogni Paese del mondo. Tuttavia, non si tratta di una storia dalle tinte unicamente crime o spy in quanto gli intrecci tra i personaggi riescono a coinvolgere anche emotivamente lo spettatore.
6) Fargo
Andata in onda per la prima volta negli Stati Uniti nel 2014, Fargo è tratta dall’omonimo film del 1996 scritto e diretto dai fratelli Coen. Cavalcando l’onda del successo mondiale, la serie resta fedele alla traccia cinematografica. È una serie antologica che in ogni stagione porta con sé personaggi nuovi, anche se il sottofondo costantemente cupo e permane un senso di inquietudine. Nel primo capitolo della storia, al centro dei fatti troviamo Lester Nygaard (Martin Freeman), un insicuro assicuratore maltrattato da moglie e conoscenti. L’incontro casuale con lo spietato e pericoloso Lorne Malvo lo coinvolge in un piano criminale di violenza inaudita che travolgerà completamente la sua vita. Fargo è riuscita in un’operazione per la quale altre serie hanno fallito: mantenere un livello molto alto nonostante i membri del cast non fossero sempre gli stessi, e nonostante ci fosse soltanto l’ambientazione a fare da filo conduttore.
Fargo riesce a tematizzare la costante lotta tra bene e male, con toni cupi ed echi cinematografici propri dei Coen e della loro poetica. Il confine tra bene e male è una linea labile ed estremamente sottile che può essere oltrepassata in maniera irreversibile, dando vita a sviluppi inaspettati e drammatici. Alcune circostanze sono estremizzate e rasentano il grottesco, ma la violenza messa in scena non è mai fine a se stessa. Questi sono soltanto alcuni dei motivi che ci portano a considerare l’intera serie un eccellente prodotto autoriale che merita la nostra attenzione.
5) Fleabag
Fleabag è il piccolo capolavoro di Phoebe Waller-Bridge che, oltre ad aver creato e scritto l’intera serie, interpreta il ruolo da protagonista. Fleabag è una donna ordinaria e straordinaria allo stesso tempo: sconclusionata, incurante del giudizio altrui, goffa, con un costante senso di inadeguatezza addosso ma mai banale o prevedibile. Fleabag non ha paura di chiamarsi fuori dalla mischia e lo fa con consapevolezza. Ci sembra inaccessibile ma quando ci capita di vedere in lei le crepe della sua intimità, capiamo quanto le sue emozioni siano autentiche e destinate a restare lì per sempre e a renderla proprio ciò che è davanti ai nostri occhi. Fleabag ci riserva un posto d’onore per essere spettatori della sua vita, ci parla direttamente infrangendo la quarta parete e rivolgendosi a noi con una schiettezza e sincerità taglienti.
Guardare Fleabag ci spinge a riflettere sulla nostra interiorità mentre affrontiamo il viaggio in quella della sua protagonista. Ogni evento è un tassello importante di questo percorso che riesce ad essere un affresco di vita estremamente umano: una donna che affronta solitudine, emozioni, difficoltà in un mondo che sembra non capire il suo dramma interiore e che non parla il suo alfabeto emotivo, tranne qualcuno, che dimostra di non essere “analfabeta” e di poterle offrire ciò di cui lei ha bisogno, anche se per poco.
4) The Leftlovers
Tratta dal romanzo Svaniti nel nulla di Tom Perrotta, The Leftovers è una serie creata da quest’ultimo con Damon Lindelof e trasmessa dal 2014 al 2017 su HBO per un totale di tre stagioni. Il 14 ottobre del 2011, in circostante completamente misteriore, il 2% della popolazione mondiale – circa 140 milioni di persone – scompare all’improvviso. I parenti e conoscenti degli scomparsi sono devastati dal dolore della perdita e iniziano ad avanzare alcune ipotesi sulla possibile sorte dei propri amati. Ma non bastano le spiegazioni mistiche perché, in realtà, nessuno sa veramente cosa sia accaduto. La serie racconta gli eventi che si tengono tre anni esatti dopo la misteriosa scomparsa nella piccola comunità di Mapleton, che ha perso oltre cento abitanti.
Il tocco di Lindelof, noto per essere stato lo showrunner di Lost, è evidente in quanto anche la storia ideata da Perrotta mostra di avere in comune con le sue vicende molte similitudini e richiami. Il mistero e l’ignoto aleggiano costantemente per tutta la storia e, insieme alle difficili emozioni che i personaggi sono costretti a metabolizzare, anche lo spettatore viene trasportato in un vortice di domande sulla propria esistenza. Misticismo e fanatismo animano gli sviluppi, per lo più imprevedibili, che costituiscono la trama di questa serie. Se avete voglia di una storia di grande spessore psicologico e contemporaneamente capace di trasportarvi in una dimensione diversa dalla nostra con tinte post-apocalittiche, The Leftlovers merita tutta la vostra attenzione.
3) Blue Planet II
Blue Planet II è una serie di documentari del 2017 che racconta la vita dei fondali, prodotta dalla BBC Natural History Unit. Come The Blue Planet a cui si ispira, ritroviamo la voce narrante del presentatore naturalista Sir David Attenborough, mentre la colonna sonora principale è stata composta da Hans Zimmer. Ciò che abbiamo l’opportunità di guardare è il lavoro di quattro e intensi anni di riprese grazie ai quali riusciamo letteralmente a tuffarci in una lunga immersione nell’ecosistema, soprattutto marino, di cui ignoriamo leggi, meccanismi e danni. Non si tratta di un semplice documentario con un puro scopo informativo, perché il suo obiettivo più alto è la sensibilizzazione nei confronti della salvaguardia dell’ambiente, un tema particolarmente dibattuto in questi ultimi decenni e di cui si sente di non aver parlato mai abbastanza.
Blue Planet II ci mostra quanto la natura segua le sue regole senza che l’uomo possa, con la sua azione, modificarne le condizioni d’esistenza senza distruggerla e alterare i suoi equilibri. È un’occasione incredibile per comprendere il vero valore della cura nei confronti della Terra su cui viviamo e maturare la consapevolezza dell’importanza che i nostri gesti possono avere, giorno dopo giorno. In fondo, ciò che siamo oggi, getta in realtà le basi per il nostro futuro ed è bene che con questa certezza avanzi verso un domani in cui il comportamento umano sia più rispettoso della propria Casa.
2) Rectify
Rectify, serie ideata da Ray McKinnon, si è guadagnata il secondo posto in questa lista delle migliori serie tv del decennio. Al centro del racconto troviamo Daniel Holden (Aden Young), un condannato alla pena capitale che, dopo aver trascorso 20 anni nel braccio della morte in un regime di semi-isolamento, viene rilasciato a pochi mesi dalla sua esecuzione a seguito di un test del DNA che sembra scagionarlo. La profondità della scrittura di questa serie riesce a raccontare con estrema lucidità quanto complicate siano le dinamiche di reinserimento di un giovane uomo che ha trascorso gran parte della sua vita lontano dai suoi affetti e dalla sua comunità. Ma soprattutto che deve riprendere a fare in conti con sè stesso, con i propri rimpianti e con i segni del tempo che è inevitabilmente trascorso e non può più tornare.
Se amate i colpi di scena dai ritmi serrati, Rectify non è proprio ciò che fa al caso vostro perché gli sviluppi sono distesi e l’attenzione si concentra sui meccanismi psicologici e intimi. Siamo convinti, però, che la serie di McKinnon potrà comunque guadagnarsi la vostra ammirazione perché è coinvolgente senza omologarsi ai prodotti del suo stesso genere.
1) Breaking Bad
Non poteva che esserci Breaking Bad in cima alla classifica delle migliori serie tv del decennio. Celebre in tutto il mondo, la serie creata da Vince Gilligan è stata trasmessa dal 2008 al 2013, mantenendosi sempre in alto nelle classifiche di gradimento. Walter White, interpretato da Bryan Cranston, è un insegnante di chimica di mezza età insoddisfatto della sua vita. La notizia del suo cancro terminale ai polmoni lo sconvolge completamente e desta in lui preoccupazioni terribili per le sorti della sua famiglia. Decide così di stravolgere il tempo che gli resta da vivere e, sfruttando le sue eccellenti conoscenze in materia, inizia a produrre metamfetamina di alta qualità insieme a Jesse, un suo ex studente nel giro già da qualche tempo. In poco tempo assistiamo all’ascesa di un vero e proprio signore della droga, Heisenberg, sempre più bramoso di potere, capace di provocare ammirazione e timore allo stesso tempo.
Di Breaking Bad sono stati scritti fiumi di parole e considerazioni, e non intendiamo ripeterci. Possiamo soltanto assicurarvi che oggi, come negli anni del suo esordio e messa in onda, continua ad appassionare spettatori in tutto il mondo e ha mantenuto intatto tutto il suo fascino. Non importa quanti anni siano trascorsi, è sempre la volta buona per (ri)guardare Breaking Bad!