Una delle migliori serie tv degli ultimi anni: House of the Dragon
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- Disponibile su Sky e Now
- Stagioni: 2.
A proposito di serie tv che sono state criticate da una parte del pubblico per un presunto eccesso di “lentezza”, House of the Dragon è un altro ottimo esempio in tal senso. La serie tv HBO, prequel di Game of Thrones, non ha convinto tutti nel corso della seconda stagione, accusata di aver mostrato un esagerato attendismo nello sviluppo delle trame chiave e, soprattutto, delle grandi battaglie. Noi, dal canto nostro, ci siamo espressi con una certa nettezza in tal senso, promuovendo pienamente la stagione 2 e inserendola tra le migliori serie tv del 2024 al settimo posto. C’è lentezza e lentezza, d’altronde: se da un lato abbiamo avanzato a nostra volta alcune perplessità sulla scelta di rimandare all’esordio della stagione 3 l’attesissima battaglia del Gullet, dall’altra abbiamo sottolineato l’importanza del valore della lentezza.
Così scrivevamo all’interno della recensione finale di House of the Dragon 2: ““La lentezza è un valore, per una serie del genere. Un valore imprescindibile, come purtroppo ha dimostrato l’ultima stagione di Game of Thrones. Una stagione caratterizzata al contrario da una certa frenesia nel chiudere le estesissime trame che avrebbero necessitano di uno spazio e un tempo ben diversi. Un valore che sarebbe sbagliato dare per scontato”.
House of the Dragon ha confermato così le ottime impressioni che aveva già dato la stagione 1.
L’impalcatura da kolossal si unisce alla forza intimista dei dialoghi e dei personaggi, approfonditi nel dettaglio e manifesto di spaccati d’umanità che trovano un valore universale prezioso. Il percorso è foriero di riflessioni profonde che trovano un’insospettabile sponda nella cronaca dei nostri giorni, se si pensa al senso della guerra civile che metterà in ginocchio i Targaryen.
Al di là dei gusti, questi sì indiscutibili, House of the Dragon rievoca lo spirito delle migliori annate di Game of Thrones. E si inserisce con grande autorevolezza sul solco delle serie tv che hanno scritto la storia di un network che ha fatto della qualità il suo marchio distintivo centrale: la HBO. Ad avercene, di serie così. Quanto all’azione, le prossime due stagioni non deluderanno il pubblico più esigente.
1923
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- Disponibile su Paramount+.
- Stagioni: 2.
Basta la foto? No, non basta affatto. Sarebbe legittimo non aspettarsi niente che non sia straordinariamente bello da una serie tv che vanta due protagonisti del calibro di Harrison Ford ed Helen Mirren, ma la realtà è un’altra. Se da un lato la serialità contemporanea scommette sempre di più sui grandi nomi del cinema, dall’altra lo fa spesso e volentieri all’interno di produzioni che non spiccano per vocazioni qualitative. Non quanto succedeva sistematicamente fino a un decennio fa, almeno. Questo, però, è un caso a parte. 1923, secondo prequel di Yellowstone, ha racconto l’eredità di un franchise che ha messo in mostra il talento cristallino del cowboy Taylor Sheridan (un autore con una storia pazzesca da raccontare). Prima con la stessa Yellowstone, manifesto dei neo western, e poi con una delle miniserie più apprezzate degli ultimi anni: 1883.
1923, serie tv che segue l’ascesa dei Dutton attraverso lo sviluppo di un nucleo familiare dalle forti assonanze con antenati e posteri, trova nelle interpretazioni di due mostri sacri della recitazione la massima espressione di un racconto che rievoca i fasti dei vecchi western con una prospettiva moderna, soggettiva e originale. Tra le sonorità roboanti di un progresso che cela la propria ambiguità sotto le luci accecanti dello sfarzo e il sogno idealista di una famiglia che rappresenta la quintessenza del sogno americano, si frappone (a caro prezzo) l’esigenza di essere fedeli alla propria storia e scriverne allo stesso tempo un nuovo capitolo fondamentale.
I western, d’altronde, non sono più proiettati al mero passato. Grazie al contributo di autori visionari come Sheridan, possono guardare avanti e al nostro oggi con grande lucidità.
Se queste parole non sembrano nuove, si trova così un filo conduttore che unisce gran parte delle migliori serie tv degli ultimi anni coinvolte in questo approfondimento: tra il futuro e il passato, il racconto dell’attualità ha sempre una centralità assoluta. Questione di prospettive.