Una delle migliori serie tv degli ultimi anni: The Bad Guy

Sì, c’è anche un po’ d’Italia in questa lista. Inevitabile: come abbiamo rimarcato più volte negli ultimi mesi, d’altronde, la serialità italiana sta vivendo una fase rinascimentale che la sta portando al centro dell’attenzione con un approccio autoriale originale e peculiare. Internazionale, ma non esterofilo. Indirizzato principalmente al mercato interno, ma con una visione globale che supera definitivamente i limiti delle vecchie concezioni e ci consegnano alcune tra le produzioni più interessanti in circolazione. Tra queste, uno dei casi più intriganti è indubbiamente The Bad Guy 2. La serie, distribuita nei mesi scorsi da Prime Video, ci immerge in “una realtà passata sotto una lente d’ingrandimento dalle note surreali, arrivando a vanificare lo sforzo di aggrapparci a terra”.
Sarebbe difficile rendere in poche parole la forza espressiva e narrativa di un’opera che supera le convenzioni più vetuste e si restituisce al pubblico contemporaneo con una vocazione pop eclettica e creativa, ma è quello che abbiamo cercato di fare all’interno della nostra recensione. Dalla colonna sonora alla fotografia, passando per una regia personalissima, un cast ispiratissimo e un team di sceneggiatori che stanno dando tantissimo alla golden age televisiva del nostra Paese, The Bad Guy è una guida compatta per la nuova serialità italiana.
Un’operazione coraggiosissima, nel mercato attuale. La serie ha il merito di non sottovalutare l’intelligenza degli spettatori e consegna a loro un’opera raffinata e imprevedibile, ricca di citazioni funzionali e di momenti deliziosamente spiazzanti. Mentre il mondo si muove sempre più sui binari generalisti, The Bad Guy non prende alcuna scorciatoia e si avventura in una scalata audace e piena d’incognite. Un gioiello, sul serio.